I nematodi sono organismi pluricellulari di dimensioni variabili, comunemente presenti in vari ambienti acquatici e terrestri. Molte specie di nematodi sono parassiti dell'uomo causando gravi patologie, come per esempio l'Oncocercosi, anche nota come malattia della "cecità fluviale". Di parassitizzazioni da nematodi soffrono anche numerosi animali terrestri e acquatici, inclusi gli insetti. Il gruppo che riguarda in modo particolare l'agricoltura è quello dei nematodi fitoparassiti che comprende specie che attaccano piante coltivate o spontanee di interesse agrario.

Tra i vari nematodi fitoparassiti delle piante di pomodoro, per esempio, il gruppo più largamente diffuso e dall'elevata patogenicità è quello dei nematodi galligeni appartenenti al genere Meloidogyne, tanto che si stimano annualmente perdite a loro riconducibili superiori al 20% della produzione mondiale. Sempre a livello globale, tali parassiti sono responsabili di perdite annue di circa il 12-14% dei raccolti, corrispondenti, secondo recenti dati Fao, a oltre 77 miliardi di dollari l'anno.

Il nome di nematodi galligeni deriva dalla loro capacità di indurre sulle radici delle piante infestate i caratteristici ingrossamenti, o noduli, che vengono definiti "galle", risultato dell'insediamento del nematode all'interno della radice. I danni riscontrabili nelle piante di pomodoro colpite da nematodi galligeni possono essere sia diretti sia indiretti, in quanto la formazione delle galle compromette la funzionalità della radice. Inoltre, se gli attacchi avvengono nelle fasi di trapianto delle piantine o nella fase di attecchimento, si determina una crescita stentata delle porzioni epigee della coltura fino a giungere ad arresti nello sviluppo, diffusi ingiallimenti e clorosi fogliari, appassimenti nelle ore centrali della giornata, evidenti carenze minerali (potassio e fosforo), nonché maggiore sensibilità agli stress idrici e di natura ambientale. Ciò conduce a vistose riduzioni sia di qualità sia di quantità delle produzioni, fino alla morte prematura della pianta.

Le condizioni ambientali che favoriscono lo sviluppo dei nematodi sono rappresentate da temperature di 25-30°C correlate ad un incremento dell'umidità del terreno, ovvero quelle più comuni al momento della messa a dimora delle colture e delle loro prime fasi di sviluppo. Senza un'adeguata protezione i nematodi causano quindi danni elevati a colture floricole e orticole sia di serra sia di pieno campo e a colture da seme coltivate in pieno campo.

Rafforzare per resistere

Fatte salve le più razionali pratiche agronomiche atte al contenimento dei nematodi fitoparassiti, questi possono essere contrastati anche utilizzando i più opportuni prodotti messi a punto dalla ricerca. In tal senso, la strategia di Aifar consiste nell'utilizzo di Levostat, una formulazione attentamente studiata per favorire e incrementare la resistenza delle piante ad avversità di varia natura, in particolar modo nei confronti dei nematodi.

Tale prodotto, pur non avendo un effetto abbattente, ma esclusivamente nematostatica, si è dimostrato efficace nel contrasto a queste avversità. In alcune prove in campo, effettuate con il centro di saggio Coragro Srl di Grammichele, in provincia di Catania, in Sicilia, Levostat si è dimostrato estremamente efficace nel mantenere a livelli bassissimi la carica nematica su piante di pomodoro in serra, come si evince dal grafico sotto riportato con la rilevazione del danno radicale e relativa scale Bridge and Page

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Ottimi livelli di contenimento dei danni all'apparato radicale delle piante grazie all'utilizzo di Levostat. Rilievi effettuati a 30 e a 60 giorni dopo l'ultima applicazione. I dati sono espressi in accordo con la scala Bridge and Page sotto riportata in forma numerica e visiva
 
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Durante i rilievi in campo è stata inoltre rilevata anche la vigoria delle piante sottoposte a prova, dimostrando un eccellente effetto sulla coltura derivante dalle applicazioni di Levostat.
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Ottima risposta della coltura alle applicazioni con Levostat, con una vigoria molto superiore a quella delle piante non trattate

 

Non solo Levostat

La particolare formulazione di Levostat migliora lo sviluppo della porzione ipogea delle piante trattate e se il trattamento con Levostat viene abbinato con Sprintene, l'azione benefica viene non solo supportata bensì anche amplificata con un conseguente ispessimento delle pareti cellulari delle radici e un miglioramento delle capacità di resistenza della pianta. In tal modo questa rimane più sana e può completare il suo ciclo colturale garantendo alti standard produttivi e quantitativi.

La strategia proposta da Aifar riesce quindi a produrre un'azione fitofortificante sulle piante trattate, stimolando la formazione di nuove radici e migliorando la resistenza nei confronti degli attacchi di nematodi.

I dosaggi consigliati sono 2L di Levostat in abbinamento a 0,5 – 1 L di Sprintene.

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A sinistra, radici di piante di pomodoro trattate con Levostat. A destra radici di piante non trattate (da Final Report prove effettuate in collaborazione con Coragro Srl – Grammichele)