Questo indimenticabile 2021 si chiude con la certezza che solo una corretta informazione ci può aiutare nelle scelte. Sono anche altri i termini che dovrebbero accompagnare la parola "informazione". Non ci vogliamo arrogare il merito di essere gli unici a fornire informazioni corrette ma forse siamo tra i pochi, ad esempio, che le abbiamo iniziate a dare da quando la crisi era appena percettibile. Basta andare a rileggersi i commenti quindicinali della rubrica per scoprire che sin dalle prime battute avevamo anticipato le difficoltà che si sarebbero incontrate quest'anno. Quindi l'informazione deve essere anche tempestiva.

Un'altra particolarità del mercato dei concimi, e specialmente di quelli di largo consumo, è la ciclicità con cui si evolvono le dinamiche sui prezzi. All'interno dell'anno, ad esempio, mediamente si nota una crescita dei prezzi nei primi 3-4 mesi per poi assistere ad un declino relativamente costante fino ai minimi del periodo estivo e, da quel momento in poi, ecco che, con la ripresa della domanda, anche i prezzi ripartono per chiudere l'anno in salita. Non a caso, in molti Paesi del Nord Europa, commercianti e agricoltori proprio in estate iniziano ad acquistare i concimi a base di nitrati per i cereali a semina autunnale e i produttori, già in quelle settimane, annunciano la scala prezzi con gli aumenti mensili man mano che ci si avvicina all'epoca dei consumi. Un tempo in Italia c'erano i prezzi stabiliti per legge dal Cip, Comitato Interministeriale Prezzi, che fu poi abrogato per questioni di libero mercato. Corretto che il controllo non sia in mano allo Stato ma altrettanto sacrosanto il diritto dei produttori di poter pianificare le loro strategie anche per evitare l'imbuto legato ai problemi delle consegne dell'ultimo momento.
Ecco che l'informazione deve essere anche supportata dall'analisi statistica.
Riproponiamo (lo avevamo già conosciuto lo scorso maggio) il grafico che mostra l'indice Profercy, società che invia agli abbonati newsletter sui mercati internazionali, relativo all'azoto.


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Notiamo che l'indice, negli ultimi tre anni, ha spaziato tra 100 e 150, quasi subito il 2021 ha mostrato uno scostamento statistico e diciamo che fino al momento segnalato dalla freccia A si sarebbe anche potuto ipotizzare che i prezzi stavano per tornare nella norma. In realtà già da tempo preannunciavamo prezzi più che doppi ma, dopo maggio, anche i non addetti ai lavori avrebbero dovuto capire che le cose si stavano mettendo male. In realtà abbiamo dovuto attendere agosto inoltrato (freccia B) prima che finalmente si iniziassero a levare anche altre grida d'allarme. Solo dopo anche la stampa generalista si è interessata (tardi e male) del settore concimi e qualcuno è arrivato anche a predire che gli agricoltori italiani sarebbero rimasti senza fertilizzanti non per questioni di prezzo ma proprio perché non ci sarebbe stato concime a sufficienza per tutti: il concime trattato al pari (intendo come competenze) della pandemia.

Da dopo la crisi del 2008 (ne abbiamo parlato lo scorso ottobre), quando comunque gli agricoltori non restarono senza concimi, andiamo dicendo in giro che il giorno in cui accadrà che un imprenditore agricolo non troverà fertilizzanti sul mercato, potremo finalmente andare in pensione. Qualcuno ci ha fatto davvero sperare che quest'anno sarebbe stato quello giusto ma, scherzi a parte, in realtà continuiamo a dire che al massimo sarà una questione di prezzo e che, se qualche agricoltore concimerà meno, sarà solo perché ha ritenuto economicamente sconveniente acquistare maggiori quantità di concime.

I primi mesi del 2022 saranno ancora caratterizzati da varie difficoltà, non solo di natura economica per i prezzi che resteranno elevati ma anche per motivi logistici e per le incertezze sulle decisioni di semina primaverile. Riteniamo probabile un aumento delle superfici a soia a scapito del mais, con il riso fondamentalmente stabile, facile prevedere, in genere, una flessione dei consumi di concimi non solo in termini di unità fertilizzanti ma anche in valore assoluto: una tonnellata di nitrato ammonico 26% si sostituisce con poco più di 550 kg d'urea.

Subito dopo la pausa festiva, a tutti i livelli della catena distributiva sarà il caso di fare il punto della situazione, di ipotizzare un budget di massima (che tenga conto delle informazioni sopra illustrate) e di programmare gli acquisti con oculatezza, conciliando le esigenze agronomiche con le limitazioni di ordine commerciale e logistico.


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Con cadenza quindicinale, AgroNotizie ospita un commento sul mercato dei concimi di largo consumo in collaborazione con SILC Fertilizzanti di Ravenna e, in particolare, con "SILC Informa".
Leggi tutti gli articoli nella rubrica "Concimi: informazioni e opportunità".
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