L'utilizzo di erbicidi di pre e/o di post emergenza è una pratica diffusa e indispensabile soprattutto in agricoltura convenzionale. La riduzione in termini produttivi dovuta alla competizione delle infestanti può attestarsi tra il 40 e il 60% della produzione potenziale a seconda dell'intensità e della durata dell'infestazione e delle specie di malerbe presenti. Le infestanti che germinano contemporaneamente alla coltura mostrano un accrescimento più rapido, intercettando buona parte della Radiazione Fotosinteticamente Attiva (Par) e assorbendo un quantitativo di acqua e nutrienti a scapito della coltura. L'interferenza delle malerbe a livello radicale e di germoglio è il principale fattore che influisce negativamente sulla produzione.

In alcuni casi, tuttavia, l'applicazione dei diserbanti può dar luogo a fenomeni di fitotossicità quali clorosi e/o necrosi fogliari, ritardi nello sviluppo e riduzioni di taglia e resa. Questo può avvenire per via di condizioni ambientali sfavorevoli, come piogge o temperature basse durante o in seguito al trattamento, un'errata scelta del momento di applicazione o una preparazione scorretta della miscela erbicida. La recente introduzione di antidoti agronomici nella formulazione dei prodotti ha sicuramente aiutato a prevenire il verificarsi di questi fenomeni, ma per alcune colture gli effetti negativi del diserbo chimico sono sostanzialmente inevitabili.

Negli ultimi anni hanno suscitato un notevole interesse i prodotti "biostimolanti" che vengono definiti come "sostanze e/o microrganismi in grado, una volta applicati sulle piante, di stimolare i processi naturali per migliorare l'assorbimento delle sostanze nutritive, l'efficienza d'uso delle stesse, la qualità del prodotto finale e la tolleranza agli stress abiotici". I biostimolanti agiscono sulle funzioni fisiologiche delle piante, limitando gli effetti di condizioni sfavorevoli. Non sono quindi da assimilare alla categoria dei fertilizzanti, in quanto la loro funzione non è quella di apportare nutrienti.


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Diversi studi sono stati condotti per valutare la capacità dei prodotti biostimolanti nel prevenire o nel rimediare agli effetti negativi del diserbo. Nell'estate del 2021, Agricola 2000 Scpa, in collaborazione con il professore Antonio Ferrante dell'Università degli Studi di Milano, ha sperimentato dieci materie prime, utilizzate nella produzione di biostimolanti, per valutare la loro efficacia nel ridurre i sintomi di fitotossicità su soia quando applicati in miscela estemporanea con gli erbicidi. Le materie prime testate sono state acidi umici (Tesi 3), amminoacidi animali derivanti da estrazione chimica (Tesi 4) ed enzimatica (Tesi 5), amminoacidi vegetali (Tesi 6), Ascophyllum nodosum (Tesi 7), Ecklonia maxima (Tesi 8), Laminaria japonica (Tesi 9), borragine (Tesi 10), silicato di potassio (Tesi 11) e silicio stabilizzato a pH neutro (Tesi 12).

Per lo studio, realizzato nel comune di Truccazzano (Mi), è stato adottato un disegno sperimentale a blocchi randomizzati dove ogni tesi è stata replicata tre volte. Le applicazioni di diserbo più biostimolante sono state eseguite rispettivamente allo stadio di 2°-3° foglia trifogliata e 4°-5° foglia trifogliata. Le molecole erbicide utilizzate per il primo intervento sono state imazamox e tifensulfuron alla dose di 6,0 e 40,0 grammi ai/ettaro e propaquizafop alla dose di 150,0 grammi ai/ettaro.

Durante la prova sono stati valutati diversi parametri, quali la biomassa fresca e secca, l'altezza delle piante, l'area fogliare e il vigore vegetativo tramite rilievi da drone, sia con camera multispettrale sia con camera Rgb (red, green, blue). Al termine della prova, le parcelle sono state raccolte per valutare la produzione e la qualità della granella in termini di contenuto proteico e di grassi.

Nei grafici sottostanti vengono mostrati valori medi di altezza e di biomassa otto giorni dopo ciascuna applicazione. È possibile notare come le miscele di acidi umici (Tesi 3) e di silicato di potassio (Tesi 11) abbiano permesso di ottenere altezze e biomasse paragonabili, anche statisticamente, alle piante non trattate (Tesi 1) e superiori alla tesi trattata con diserbo (Tesi 2). Le altre sostanze non hanno, invece, mostrato variazioni significative.


Valori di altezza media in centimetri relativa ai rilievi eseguiti otto giorni dopo ciascuna applicazione. I valori seguiti dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)
Valori di altezza media in centimetri relativa ai rilievi eseguiti otto giorni dopo ciascuna applicazione. I valori seguiti dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)
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Valori di biomassa fresca in grammi relativi ai rilievi eseguiti otto giorni dopo ciascuna applicazione. I valori seguiti dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)
Valori di biomassa fresca in grammi relativi ai rilievi eseguiti otto giorni dopo ciascuna applicazione. I valori seguiti dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)
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Anche dal punto di vista della copertura del suolo, le differenze hanno confermato l'effetto di acidi umici e silicato di potassio nel ridurre gli effetti fitotossici del diserbo. Di seguito sono mostrati i risultati di copertura otto giorni dopo ogni applicazione.

 

Valori di copertura del suolo in percentuale relativi ai rilievi eseguiti otto giorni dopo ciascuna applicazione. I valori seguiti dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)
Valori di copertura del suolo in percentuale relativi ai rilievi eseguiti otto giorni dopo ciascuna applicazione. I valori seguiti dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)
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Nelle foto sottostanti sono riportate due estrapolazioni delle immagini da drone in cui è visibile la differenza di sviluppo tra tesi trattata con il solo diserbo (Tesi 2) e tesi trattata con acidi umidi (Tesi 3) e silicato di potassio (Tesi 11).

 

Nella foto a sinistra il confronto tra una parcella trattata con acidi umidi in miscela con i diserbi (a sinistra) e una trattata con il solo diserbo (a destra). Nella foto a destra, invece, il confronto è tra solo diserbo (Tesi 1) e la miscela di diserbo e silicato di potassio (Tesi 11)
Nella foto a sinistra il confronto tra una parcella trattata con acidi umidi in miscela con i diserbi (a sinistra) e una trattata con il solo diserbo (a destra). Nella foto a destra, invece, il confronto è tra solo diserbo (Tesi 1) e la miscela di diserbo e silicato di potassio (Tesi 11)
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Dal punto di vista della produzione e della qualità della granella non si sono potute apprezzare le differenze osservate all'inizio della prova. Va sottolineato, tuttavia, che la coltura non è stata sottoposta ad altri eventi stressanti, abiotici o biotici, durante la stagione, permettendo così alle parcelle trattate con il diserbo di recuperare lo scarto di vigore osservato inizialmente. L'aumento della copertura vegetale da parte della coltura consente, tuttavia, di coprire in anticipo l'interfila limitando così ulteriormente la competizione delle infestanti e aumentare l'efficacia del diserbo.

Ulteriori studi potrebbero valutare se l'applicazione delle medesime sostanze nel periodo di fioritura o di riempimento dei baccelli possa avere effetti sulla resa e sulla qualità della granella.


Per la realizzazione della sperimentazione si ringraziano le aziende Greenhas Group e Agridaeus Srl per aver fornito le materie prime utilizzate.

 

A cura di Enrico Gozio, Field agronomist Crop Protection Services Agricola 2000


Sperimentazione e divulgazione è il progetto nato dalla collaborazione tra Agricola 2000 e AgroNotizie con l'obiettivo di comunicare agli operatori della filiera agricola i risultati delle attività di sperimentazione sul campo.
Agricola 2000 aiuta nella vendita le aziende produttrici di sementi, prodotti fitosanitari, prodotti di biocontrollo, biostimolanti e fertilizzanti.
Il supporto è dato da prove agronomiche sperimentali che valutano l'efficacia dei prodotti valorizzandone i punti di forza in diversi areali e su diverse colture, sia in campo che in ambiente controllato. Gli elevati standard operativi, in conformità alle vigenti normative europea e nazionale, garantiscono alle aziende produttive l'ottenimento di dati certi e spendibili a fini registrativi o dimostrativi.
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