L'attuale situazione di mercato è davvero difficile da gestire, a tutti i livelli. Sono in difficoltà i primi anelli della catena distributiva (produttori e importatori), così come non è facile prendere decisioni quando si è coinvolti nella distribuzione (consorzi agrari, cooperative e commercianti) ma nemmeno gli agricoltori se la passano bene quando devono programmare gli acquisti di concimi.
La domanda che un po' tutti si pongono è "ma chi me lo fa fare?"

Purtroppo le conseguenze di un tale atteggiamento possono non ripercuotersi nell'immediato ma poi, quando il danno diventa strutturale, sarà l'intero sistema a subirne le ricadute.

Con i prezzi dei concimi alle stelle e con i noli marittimi che sono quasi raddoppiati, l'investimento medio per una piccola nave d'urea granulare dal Nord Africa supera i sei milioni di dollari, l'importatore si chiede chi glielo fa fare di bloccare tale enorme quantità di denaro per guadagni nell'ordine del 4-5% e col rischio che non venda tutta la nave realizzando un seppur modesto utile.
Gli operatori del canale distributivo si interrogano sull'opportunità di fare da polmone per il mercato al consumo anche loro stretti tra la necessità di investimenti non di piccola entità (25mila euro per un camion d'urea) con i conseguenti oneri finanziari e le incertezze del mondo agricolo.
Gli imprenditori agricoli, dal canto loro, si domandano chi glielo fa fare di acquistare il concime con così tanto anticipo rispetto all'epoca di impiego: potrebbero decidere di non usarlo proprio, di impiegarne uno diverso o di trovarlo a buon mercato quando sarà il momento.


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La tabella qui sopra può aiutarci a capire quali possono essere le conseguenze se davvero tutti gli operatori optassero per comportamenti attendisti o di totale indifferenza ai segnali che provengono invece dai mercati internazionali.

Riferendosi ad alcuni dei concimi più usati in Italia, abbiamo analizzato le quantità importate nel triennio 2007-2009 che include l'anno in cui i prezzi dei concimi raggiunsero livelli simili agli attuali e di cui abbiamo parlato due settimane fa. Con la sola eccezione del cloruro di potassio, il cui crollo delle importazioni si avvertì nel 2009, i volumi di nitrati, urea e fosfato biammonico raggiunsero, nel 2008, livelli minimi proprio perché "chi me lo fa fare?" fu la scelta di moltissimi operatori. Anche i consumi (per quanto i dati Istat non siano tanto vicini alla realtà) ne risentirono e le rese 2008-2009 di molte colture estensive furono a loro volta penalizzate.

Un'ultima considerazione è relativa al rischio che alcuni prodotti potrebbero mancare del tutto dal mercato in quanto le produzioni nazionali non sono sufficienti a soddisfare la domanda. Ci riferiamo in particolare ai nitrati a basso ed elevato titolo d'azoto che sono, tra l'altro, una delle prime famiglie di concimi a dover essere utilizzata in copertura ai grani. Altri gruppi sono quelli delle specialità, degli organo minerali, degli idrosolubili ma anche il solfato ammonico.

Nessuno resterà senza concime ma potrebbe darsi che non riuscirà a trovare proprio quello che cercava.


Con cadenza quindicinale, AgroNotizie ospita un commento sul mercato dei concimi di largo consumo in collaborazione con SILC Fertilizzanti di Ravenna e, in particolare, con "SILC Informa".
Leggi tutti gli articoli nella rubrica "Concimi: informazioni e opportunità".
Chi fosse interessato ad approfondire i temi legati al mercato delle commodity per la nutrizione delle piante, può visitare SILC Informa.

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