Il concime NPK è il fertilizzante maggiormente utilizzato in agricoltura. Contiene infatti azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), i tre macroelementi che servono alle piante per crescere in salute e produttive. Ognuno di questi elementi, infatti, ha un suo ruolo specifico nel metabolismo della pianta, ma sono tutti e tre fondamentali.

In commercio esistono vari concimi NPK che si differenziano tra di loro per la 'forma' con cui l'azoto, il fosforo e il potassio cono contenuti e per la titolazione, ossia quanto c'è di ogni elemento in percentuale rispetto alla composizione totale del fertilizzante. Le differenti 'ricette' con cui questi prodotti vengono assemblati rispondono infatti alle differenti necessità che una coltura può avere e alla tipologia di suolo su cui insiste.

Un concime NPK 20-10-10 contiene ad esempio un 20% di azoto, un 10% di fosforo e un 10% di potassio. Mentre un concime NPK 20-20-10 conterrà un 20% di azoto e di fosforo e un 10% di potassio. E il restante 50%? È costituito dagli altri elementi con cui sono legati i macroelementi di interesse. Ad esempio una molecola di anidride fosforica (P4O10) contiene 4 atomi di fosforo, ma ben 10 di ossigeno.
 
Tabella riassuntiva concime NPK


Usi e tempi di impiego

Quando ci si appresta a concimare il proprio campo bisogna sempre avere una strategia che si traduce in una ricetta di concimazione, che descrive la tipologia di fertilizzante da impiegare, la dose, il momento di utilizzo e le esigenze della coltura.

La ricetta di concimazione è influenzata dalla tipologia di terreno, dai macroelementi asportati dalla coltura precedente, da quelli immobilizzati o dispersi l'anno passato, dalla coltura che si sta concimando, dal suo stadio fenologico e dagli obiettivi aziendali. Si tratta di calcoli non sempre facili. Per evitare problemi di sotto o sovra dosaggi, o di spreco inefficace di risorse, è sempre bene rivolgersi ad un tecnico.

Vediamo dunque assieme qual è il ruolo di azoto, fosforo e potassio e perché sono fondamentali per la salute delle piante.
 
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L'azoto, il 'mattone' di cui sono costruite le cellule

L'azoto (N) compone il 78% dell'atmosfera ed è fondamentale per la crescita delle piante in quanto è alla base della costruzione delle cellule vegetali e della clorofilla. È considerato l'elemento di base per una agricoltura produttiva e per questo motivo rappresenta solitamente la percentuale più elevata nei fertilizzanti NPK.

L'azoto gassoso non è assimilabile per le piante, a meno che non siano in simbiosi con batteri azotofissatori (come le leguminose). Per questo motivo deve essere apportato tramite la concimazione. Tra i fertilizzanti azotati troviamo l'urea, il nitrato di calcio e di sodio, il solfato d'ammonio e il nitrato di ammonio.

Approfondiremo in un altro articolo le differenze tra i vari concimi. Ricordiamo solamente che l'azoto persiste nel terreno per un periodo relativamente breve e dunque l'apporto totale durante l'anno deve essere frazionato in più tranche. Oppure si possono utilizzare dei concimi azotati a lento rilascio che attraverso meccanismi diversi rendono disponibile l'azoto nel tempo, anche per mesi.
 


Il fosforo, essenziale allo sviluppo

Il fosforo (P) è il secondo componente dei concimi NPK ed è fondamentale per lo sviluppo radicale, per la fotosintesi, il trasporto di energia, ma anche nella fioritura e nella fruttificazione. Carenze di fosforo portano ad una crescita stentata della pianta e ad una maggiore vulnerabilità ad insetti e malattie.

Di fosforo nel terreno ce n'è molto, ma non è in una forma assimilabile dalle piante. Per questo deve essere apportato tramite la concimazione. Nei fertilizzanti NPK il fosforo è solitamente presente sotto forma di anidride fosforica o ortofosfato, due composti facilmente assimilabili dalla pianta.
 
Il fosforo apportato con la fertilizzazione rimane disponibile nel terreno per lungo tempo, quindi può essere somministrato in una-due soluzioni all'anno. La prima all'inizio della stagione e preferibilmente in prossimità delle radici. La seconda nel momento di massimo sviluppo della coltura o, nel caso di arboree, dopo la raccolta dei frutti in modo da reintegrare i nutrienti persi.
 
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Il potassio, non è mai abbastanza

Il potassio (K) è il terzo elemento facente parte della triade NPK. Sebbene non serva a costruire i tessuti vegetali è fondamentale per regolare il metabolismo delle piante. Carenze di potassio portano a necrosi delle foglie, crescita stentata e debolezza della pianta. Attraverso le radici i vegetali assumono grandi quantità di questo elemento, talvolta in maniera superiore al fabbisogno.

Come per il fosforo anche il potassio è abbondante nei suoli, ma non è biodisponibile e per questo deve essere apportato con la concimazione. All'interno dei concimi NPK possiamo trovare tre diverse forme di potassio: il solfato di potassio, il cloruro di potassio e il nitrato di potassio.

Bisogna far presente che il cloruro di potassio, contenendo cloro, non è adatto a quelle colture suscettibili a Cl (tabacco, vite, fruttiferi, patata, pomodoro, cipolla, etc.). Bisogna dunque impiegare il solfato di potassio o meglio ancora il nitrato di potassio, che oltre a P contiene anche N, l'azoto.
 

Mele
(Fonte foto: © HappyAlex - Adobe Stock)


Qualche consiglio generale

Prima di acquistare un concime NPK sarebbe buona norma rivolgersi ad un tecnico per ricevere un consiglio sul prodotto migliore da acquistare. Bisogna poi considerare che spesso i concimi NPK sono venduti addizionati con microelementi, come ad esempio il calcio, lo zinco, lo zolfo, il ferro o il boro. In questo modo si può provvedere ad una nutrizione più completa ed equilibrata.

Inoltre esistono due forme di concime NPK: solida e liquida. La prima si presenta solitamente in granuli ed è ideale per la concimazione di fondo o di copertura. Mentre la forma liquida si utilizza con la fertirrigazione, per apportare i nutrienti velocemente alle radici della coltura.

Ricordiamo infine che spesso l'azoto è presente sotto due o più forme diverse, ad esempio ureico e nitrico. Questo per permettere alla pianta di avere dell'azoto pronto all'uso (nitrico) e a rilascio ritardato (ureico).