L'azoto, pur essendo indispensabile per la nutrizione e lo sviluppo delle piante, se presente in eccesso nel suolo in forma di nitrato, può rappresentare anche un grosso pericolo per l'ambiente e per la salute umana. Le piante preferiscono assorbire l'azoto proprio sotto forma di nitrati ma, a causa di diversi fattori quali lo smaltimento dei reflui zootecnici, lo scarico di reflui urbani e industriali e anche l'eccessivo impiego di fertilizzanti chimici azotati che vengono poi dilavati, grandi quantità di nitrati possono finire nelle falde dove possono rappresentare una grave forma di inquinamento dell'ambiente, aumentando anche il rischio che vengano accumulati nelle nostre insalate e nelle verdure.

Infatti, l'obiettivo di aumentare la resa di queste piante (biomassa fogliare) porta spesso l'agricoltore ad eccedere con le dosi di concime azotato, per cui le piante non riescono a metabolizzarlo tutto e lo accumulano nelle foglie sotto forma di nitrati. Una volta ingeriti con la normale dieta, i nitrati (NO3-) vengono ridotti in nitriti (NO2-) che, in determinate condizioni, possono provocare la formazione di "nitrosammine", sostanze altamente cancerogene.

Questo rischio è più alto nei mesi invernali e per le colture in serra, a causa della scarsa luminosità che riduce l'attività di specifici enzimi (in particolare nitrato- e nitrito-reduttasi), responsabili della trasformazione dei nitrati assorbiti in amminoacidi e altri composti importanti per il metabolismo vegetale delle piante.

Per azzerare i rischi, quindi, bisogna controllare il livello nitrati a partire dal campo, ben prima che arrivino sulle nostre tavole. Non a caso, in Italia esiste il Reg. CE 1881/2006 che, per tutelare il consumatore, regola la quantità massima di nitrati consentiti per la vendita di rucola, insalata, spinaci ed altre verdure differenziando le produzioni invernali da quelle estive.


Ma cosa si può fare per avere alte rese anche d'inverno, senza aumentare il rischio di accumulo di nitrati?

Ormai da alcuni anni, Ilsa ha individuato la soluzione a questo problema. Svariate prove effettuate nell'ultimo decennio hanno confermato l'effetto dell'idrolizzato enzimatico di Fabaceae, biostimolante 100% di origine vegetale, che permette di stimolare l'attività proprio di quegli enzimi che, trasformando i nitrati in amminoacidi, aiutano la pianta a stare al di sotto dei limiti e, in alcuni casi, a dimezzare il contenuto di nitrati.

L'Idrolizzato enzimatico di Fabaceae è l'ingrediente di base di Ilsac-On e IlsaStim+, il primo ad azione multipla sulle colture, il secondo con uno spiccato effetto radicante e utilizzato anche per la riduzione dei nitrati. Entrambi i biostimolanti, a base di triacontanolo di origine naturale, specifici amminoacidivitamine e altri composti vegetali, vengono utilizzati per aumentare resa e qualità delle produzioni e perché, se applicati su verdure e insalate, durante il loro breve ciclo fenologico, stimolano il metabolismo azotato e contemporaneamente scongiurano il rischio di accumulo eccessivo di nitrati, anche d'inverno, quando le condizioni ambientali di stress da freddo e poca luce lo favoriscono.
In questo modo, possiamo essere tutti più sicuri di quello che mangiamo.

Sul sito www.ilsagroup.com e sui report annuali delle prove in campo, è possibile vedere i risultati di tutte le prove negli ultimi anni in provincia di Salerno e non solo.
 
Prove Ilsastim
Battipaglia (Sa). Su rucola, IlsaStim+ applicato 2 volte prima del primo taglio e 3 volte prima del secondo taglio, alla dose di 0,5 kg/1.000 m2, ha favorito una netta diminuzione del contenuto di nitrati in foglia, rispetto al testimone non trattato.

Ilsastim
Bellizzi (Sa). Su rucola, Ilsac-On, applicato due volte alla dose di 150 grammi/100 litri di acqua, ha favorito un netto aumento della biomassa fogliare e la contemporanea riduzione dei nitrati.