Focus: sviluppo di biostimolanti in grado di accrescere la resistenza alla siccità delle colture e aumentare la capacità delle piante di assorbire nutrienti naturalmente presenti nel terreno.

Questo l'obiettivo della collaborazione tra Valagro e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che hanno inaugurato il 28 aprile il Joint Lab.

La creazione del Valagro @PlantLab si inserisce nell’ambito della partnership ormai decennale fra Valagro e la Scuola Superiore Sant’Anna per le ricerche nel settore della fisiologia e della genomica vegetale.

Da parte di Valagro, l'investimento ammonta a 1 milione di euro per i prossimi tre anni e mira ad abbinare le competenze del proprio team di ricerca e sviluppo con la ricerca scientifica dell'Istituto di scienze della vita della scuola superiore Sant'Anna per la sperimentazione di approcci innovativi allo sviluppo di biostimolanti in grado di attivare i processi fisiologici della pianta e ottimizzarne le performance anche in presenza di risorse limitate.
 
L’impegno di Valagro nel laboratorio congiunto rientra in un piano di investimenti di 6 milioni di euro in tre anni, volto a rafforzare ulteriormente la crescita del gruppo nel mercato mondiale dei biostimolanti e delle specialità nutrizionali per le piante. 

Oggi, le colture più rilevanti per l'alimentazione mondiale sono i cereali (riso e mais in primis), oltre ad alcune altre come la soia. Per tutte queste colture l'acqua è una risorsa fondamentale e il suo utilizzo efficiente - la "water use efficiency" – è un elemento chiave in uno scenario globale in cui la disponibilità d’acqua non è sempre garantita.

Uno degli obiettivi chiave del Joint Lab sarà di sviluppare biostimolanti che consentano all'agricoltore di migliorare la quantità e la qualità del raccolto, ottimizzando i consumi idrici, e di preservare la produzione anche in carenza di acqua. In prospettiva si punta ad un sensibile risparmio nel consumo di acqua irrigua con un miglioramento nelle rese per quantità e qualità.
 
Altro obiettivo per assicurare la buona riuscita delle coltivazioni, è la disponibilità di nutrienti nel terreno: in questo caso l'uso dei fertilizzanti è la soluzione apparentemente più semplice, ma presenta risvolti ambientali importanti, dovuti in particolare al dilavamento in falda o nei fiumi, senza contare il costo energetico per la loro produzione e distribuzione.

L’impegno del Joint Lab sarà finalizzato allo sviluppo di biostimolanti capaci di incrementare la capacità della pianta di assorbire i nutrienti naturalmente presenti nel suolo, riducendo il costo di produzione per l'agricoltore, oltre che l'impatto ambientale delle pratiche agricole. L’obiettivo potenziale è garantire il giusto assorbimento di nutrienti, con un più preciso ed intelligente uso di fertilizzanti.
 
"Siamo orgogliosi di questa collaborazione decennale che unisce Valagro e la Scuola Superiore Sant’Anna – ha dichiarato Alberto Piaggesi, global research e development director di Valagro – Grazie al Joint Lab svilupperemo nuovi approcci alla gestione dell'acqua e dei nutrienti per offrire soluzioni innovative ed efficaci per la nutrizione e la cura delle piante, in grado di soddisfare le esigenze degli agricoltori di ottenere raccolti più abbondanti e di migliore qualità, aumentando l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale".
 

Il nuovo laboratorio, dotato di 150 metri quadrati di celle climatizzate con luce Led in grado di riprodurre qualsiasi condizione climatica, può contare sulla capacità di analizzare oltre 600 campioni di Dna in un'ora, con un potenziale di quasi 4000 analisi al giorno. 
 
"Le caratteristiche tecniche del nuovo laboratorio congiunto, abbinate ad uno staff di oltre 20 ricercatori, fanno del Valagro @PlantLab un esempio di integrazione tra ricerca scientifica e mondo dell'industria - ha dichiarato Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna e responsabile della collaborazione con Valagro - Il Joint Lab favorirà un’interazione tra i due team di ricercatori, generando un “ecosistema” di innovazione con il trasferimento tecnologico e di know how tra il laboratorio universitario e l’azienda".