La società faentina Enomondo, joint venture del gruppo Caviro e di Herambiente, insieme all’Istituto professionale Persolino di Faenza (Ra) e all’Istituto tecnico agrario Scarabelli di Imola (Bo), con il supporto dell’ufficio tecnico di Agrintesa, ha condotto una sperimentazione nel triennio 2013-2015 sull’utilizzo di due tipologie di compost prodotti dalla joint venture faentina.

Il focus va ad analizzare il tema della carenza di sostanza organica, ormai all’ordine del giorno in Italia, Emilia Romagna, e in particolare nell’area romagnola. La sostanza organica è un punto fondamentale della fertilità dei suoli in quanto migliora la struttura fisica del terreno, la capacità di ritenzione idrica e la lavorabilità, la dotazione di elementi nutritivi e la loro efficienza di utilizzazione.

Per la sperimentazione è stata utilizzata la lattuga gentilina del tipo a cespo non chiuso – spiega Caviro in un comunicato stampa - Un'orticola esigente in fatto di sostanza organica ben decomposta ed elementi della fertilità, a ciclo breve, sensibile a eventuali fenomeni di fitotossicità”.

Lo schema sperimentale è stato composto da tre ripetizioni a blocchi randomizzati, parcelle di 40 metri quadrati, irrigate al bisogno. Sono due le tipologie del compost: l’ammendante compostato misto, derivante dalla raccolta di materiale verde, sfalci, potature, scarti vegetali, con aggiunta di scarti agroindustriali, e quello compostato verde, derivante esclusivamente da sfalci e potature del verde pubblico, indicato per le coltivazioni biologiche.

I risultati nel triennio sono evidenti. E’ emerso un considerevole aumento della sostanza organica nel terreno, trattato con le due diverse tipologie di ammendanti, maggiore a parità di dosaggio nell’ammendante compostato verde. Le risposte produttive sono state superiori nel caso dell’utilizzo dell’ammendante compostato misto.