Obiettivo tutto sommato semplice: fertilizzare i campi senza divenire vittime, o addirittura complici, degli smaltitori di fanghi illegali. Sicuramente tale pratica permette di apportare grandi quantità di sostanze al terreno, ma fra quelle utili se ne possono trovare anche di dannose per la salute e per l’ambiente. Senza contare i problemi di tipo legale che tale situazione comporta, anche per l’agricoltore.
 
Purtroppo, capita con una certa periodicità di dovere annotare casi di smaltimenti in campo di fanghi che non godono del crisma di “fertilizzanti”, dati i contenuti non conformi per metalli pesanti o altre sostanze pericolose. A luglio furono le province di Pavia e Lodi a divenire teatro di movimenti di fanghi non trattati (Leggi l’articolo), oggi è la Toscana a ospitare suo malgrado un caso per certi versi analogo. A Pontedera, in provincia di Pisa, sarebbero finiti nel mirino degli inquirenti alcuni carichi di fanghi contenenti idrocarburi trenta volte sopra il limite fissato dalla legge (Leggi l’articolo).
 
Se quindi da un lato l’agricoltura tenta di seguire vie sempre più virtuose per produrre, minimizzando le pressioni sull’ambiente, dall’altro vi sono tentazioni che vanno in tutt’altra direzione. Gli agricoltori che si prestano a tal malaffare, infatti, non devono pagare per fare sversare nei propri campi tali fanghi di dubbia provenienza e composizione, bensì a volte vengono addirittura retribuiti per consentire tali scarichi. Una connivenza che comporta una molteplicità di rischi.

Il primo per ambiente e salute. Dentro a quei fanghi di non meglio precisata provenienza possono essere infatti presenti sostanze che migrano in aria o nelle falde, raggiungendo velocemente la popolazione, agricoltori inclusi. Inoltre, possono inquinare le colture stesse rendendole inconsapevoli veicoli di molecole che nuocciono alla salute, ma che spesso non vengono nemmeno cercate all’analisi proprio perché aliene al sistema agricolo, quindi inaspettate e inaspettabili.
 
In secondo luogo, tali pratiche espongono a rischi notevoli anche dal punto di vista legale, inducendo a valutare ancor più attentamente se il rischio valga davvero la candela. Dove infatti non arrivano senso civico e professionalità, che almeno arrivi la preoccupazione personale di finire nei guai. Un aspetto che dovrebbe preoccupare chi, oltre a gestire un’azienda, ha magari anche una famiglia cui render conto.
 
Da tempo Federchimica - Assofertilizzanti collabora con le Forze dell’Ordine che lottano contro la piaga degli smaltimenti illegali. Peccato che tali sforzi divengano in buona parte vani se gli agricoltori per primi non si sottraggono alle facili tentazioni di guadagnare tramite pratiche non solo irresponsabili da un punto di vista sociale, ma anche dissennate secondo una prospettiva agronomica e perfino legale.