I nutrienti essenziali possono interagire all’interno della pianta con il ferro, inducendo sintomi di carenza. Tra le interazioni più importanti possiamo citare quella ionica tra Fe/Mn.
Generalmente l’antagonismo tra i due microelementi, soprattutto quando il Fe è fornito in forma di EDDHA/SA, penalizza la disponibilità del Mn in quanto sono interdipendenti: l’eccessiva presenza di uno dei due, nei tessuti vegetali, condiziona proporzionalmente il contenuto dell'altro.
La reattività del ferro dipende dal suo stato di ossidazione: il manganese ha un potenziale di ossidazione maggiore del ferro, ossida il ferro in eccesso e lo trasforma in ferro inattivo, il quale viene immobilizzato dai fosfati che formano un precipitato ferro-fosfato (fosfoproteina, denominata fitoferritina che rappresenta una riserva di ferro all’interno della pianta).

Se c’è squilibrio tra ferro e manganese, possono verificarsi varie condizioni:
  • in una soluzione con eccesso di ferro, si perde l'equilibrio dinamico tra i due elementi e appaiono sintomi secondari dovuti all’ eccesso di ione ferroso, con sintomi simili a quelli dovuti alla carenza di manganese;
  • quando è presente un eccesso di manganese, le foglie nuove delle piante appaiono clorotiche, con sintomi simili a quelli dovuti a carenza di ferro. L’eccesso di manganese causa l’eccessiva ossidazione da Fe2+ a Fe3+, rendendo quest’ultimo insolubile e pertanto non utilizzabile dalle cellule.
In coltivazioni di pieno campo, la clorosi ferrica si sovrappone, nascondendola, alla clorosi causata dalla mancanza di manganese.
La correzione della prima spesso fa sì che appaia e si aggravi la seconda. Tale fenomeno è stato constatato in varie occasioni ed è stato verificato da numerosi ricercatori. Pertanto, il rapporto Fe/Mn nelle soluzioni nutritive è più importante della concentrazione singola di Fe e Mn.

Carenza secondaria di manganese in seguito all’applicazione di chelati di ferro

Da questo problema nasce Ferrilene Trium, nel quale la compresenza di Ferro e Manganese sotto forma di chelati fortemente stabili, garantisce il mantenimento di un ottimale rapporto tra questi due elementi, evitando il fenomeno della clorosi secondaria.

Componenti nel Ferrilene Trium

Il Ferro - è coinvolto in diverse funzioni metaboliche importanti per la pianta: fotosintesi e respirazione, sintesi della clorofilla, metabolismo delle proteine.

Il Manganese - partecipa al processo di attivazione enzimatica, alla fotosintesi e respirazione favorisce il controllo delle attività ormonali endogene e sintesi delle proteine.

In Ferrilene Trium si trovano due tipologie di ferro chelato- Fe-EDDHA e Fe-EDDHSA - in posizione orto-orto. Il Fe-EDDHA si distingue per la stabilità e la persistenza nel terreno. Il Fe-EDDHSA è un chelato stabile e al tempo stesso altamente solubile, peculiarità in grado di conferire un’azione rapida. Nella sintesi del prodotto viene utilizzato come materia prima del sale di potassio. Il potassio somministrato in quantità adeguate ottimizza l’assorbimento del ferro e manganese, per cui tale presenza nel formulato è una caratteristica agronomica estremamente positiva.

L'esperienza di Valagro nella ricerca ed utilizzo delle migliori materie prime vegetali, tramite la tecnologia Geapower ha portato alla creazione di un pool di sostanze denominata GEA098. Tale sostanza opera in vari punti chiave, migliorando l’assorbimento e il trasporto dei micronutrienti.
Le sostanze naturali di GEA098 svolgono nel complesso terreno-pianta varie funzioni, quali:
  • garantire l’attivazione metabolica dell’enzima reduttasi nelle piante di strategia 1 (tutte le piante mono e dicotiledoni, eccetto le graminacee);
  • diminuire la degradazione della clorofilla aumentandone il contenuto all’interno della pianta e proteggendo il fotosistema II della fotoinibizione dovuta allo stress;
  • incrementa l’attività di trasporto fuori membrana delle cariche positive, attraverso l’attivazione delle porte protoniche. Il meccanismo generale del loro assorbimento prevede che, a livello delle membrane cellulare, esistano delle speciali proteine (“porte protoniche”) che trasportano cariche positive fuori dalla cellula. Ciò determina una differenza di potenziale elettrochimico che spinge altre cariche positive a “rientrare” all’interno della cellula. Quindi nel complesso l’assorbimento di Fe e Mn apportati con Ferrilene Trium viene ottimizzato.
Modalità d’azione di Ferrilene Trium

L’utilizzo di Ferrilene Trium a 5-15 Kg/ha nel periodo vegetativo produttivo e fino a fine ciclo, quando il sistema radicale assorbe attivamente i nutrienti, permette di sfruttare al meglio le funzionalità del prodotto ed in particolare delle componenti biostimolanti in GEA098 nella cura alla clorosi ferrica.


APPROCCIO FENOMICO
Sistema Lemnatec Scanalyzer 3D

RGB (Red-Green-Blue): valutazione della biomassa e colore del Kiwi attraverso Sistema Lemnatec Scanalyzer 3D; Ferrilene Trium ha aumentato la biomassa digitale e le classi di colore, verso il verde scuro, rispetto al ferro chelato 4.8 e al non trattato.