La nutrizione integrata
Integrare! Parola che ormai è sulla bocca di tutti gli operatori in ambito agricolo. Si parla di “agricoltura integrata”, di “difesa integrata” (il cui obbligo è entrato in vigore da gennaio di quest’anno) dimenticando spesso un altro fattore che, se “integrato”, può portare a notevoli benefici dal punto di vista produttivo ed economico, cioè la “nutrizione integrata”.
Si tratta dell’impiego complementare delle tecniche di concimazione, con l’obiettivo di ridurre al minimo gli sprechi e garantire alla pianta il giusto nutrimento nei momenti specifici di richiesta. Per quel che riguarda l’olivo, ad esempio, ormai da anni si stanno apprezzando gli effetti della concimazione fogliare e della fertirrigazione.
Queste, però, difficilmente riescono a sostituire completamente la concimazione solida al suolo, sia per una questione di costi (fertirrigazione e concimazione fogliare comportano investimenti più elevati) sia perché la concimazione al suolo è necessaria per ripristinare sempre un’ottimale fertilità del terreno che, in particolare per l’olivo, è fondamentale per garantire uno stato di benessere ed un sostegno non solo per la fase produttiva ma anche per quella vegetativa.

Fertirrigazione e concimazione fogliare permettono di apportare all’olivo gli elementi di cui ha bisogno in maniera più puntuale ed immediata riducendo così l’apporto di concime solido al suolo. Si stima che, attraverso la fertirrigazione e la concimazione fogliare, si riesca a ridurre la classica quantità di concime al suolo di quasi il 50%. Ciò grazie ad un’efficienza di assorbimento molto elevata, in particolare con le applicazioni fogliari, perché le foglie assorbono molto meglio gli elementi nutritivi, ancora di più se veicolati da aminoacidi o altri agenti naturali.

I concimi che non si disperdono nell’ambiente
Un fattore determinante per avere alta efficienza è certamente il tipo di concime. L’impiego di concimi organici o organo-minerali, a base di matrici che permettono una disponibilità più prolungata degli elementi nutritivi, consente non solo di nutrire l’olivo in maniera più continua ma anche di ridurre le perdite di elementi a causa di fenomeni di lisciviazione e gasificazione, che avvengono con i tradizionali concimi minerali. Ciò comporta un importante risparmio economico per l’agricoltore e, fattore non secondario, consente di rispettare l’ambiente, da un lato limitando le perdite di azoto nelle falde, dall’altro favorendo un’alta fertilità microbiologica del terreno.

Il risparmio
Anche se i costi in generale per la fertirrigazione sono più alti della nutrizione al suolo, è anche vero che questa tecnica e le applicazioni fogliari consentono vantaggi dal punto di vista produttivo ed economico. Una corretta concimazione fogliare, in particolare, può risultare determinante per l’olivo, in quanto l’impiego di concimi e biostimolanti fogliari, perfettamente miscibili con i più comuni prodotti fitosanitari applicati, consente di ottenere grandi risultati e, contemporaneamente, di non incidere ulteriormente sui costi d’intervento.
Concimi e biostimolanti a base di aminoacidi o di origine vegetale, meglio se ottenuti attraverso un processo di idrolisi enzimatica, favoriscono la nutrizione ottimale della pianta e aumentano l’assorbimento dei prodotti con cui vengono miscelati. Ciò grazie ai molteplici effetti di aminoacidi e molecole ad azione biostimolante, che stimolano positivamente il metabolismo delle piante e fungono da “trasportatori” di elementi nutritivi all’interno delle foglie. L’idrolisi enzimatica consente di avere concimi di alta qualità, stabili, con aminoacidi nella forma attiva, rispetto ai tradizionali processi di idrolisi chimica, molto più veloce ma qualitativamente più scadente.

La strategia Ilsa
Ilsa ha messo a punto una strategia completa per l’olivo, che sfrutta la qualità dei concimi a base di gelatina idrolizzata per uso agricolo (solida e liquida) ed i benefici dei biostimolanti di origine vegetale di propria produzione.
Un solo intervento al suolo alla ripresa vegetativa, o al massimo frazionato in parte dopo la raccolta (per agevolare la pianta nella formazione delle riserve per la stasi invernale), integrato con mirate applicazioni fogliari in occasione dei trattamenti antiparassitari (aprile per l’occhio di pavone, giugno per la tignola e luglio-agosto per la mosca): una strategia che, messa a confronto con le tradizionali pratiche di coltivazione dell’olivo, permette notevoli vantaggi:
  • riduzione dell’alternanza di produzione e alte rese ogni anno (il tutto, ovviamente, associato ad un’idonea tecnica di potatura);
  • aumento della percentuale di olio;
  • ottimale sviluppo della vegetazione e aumento della capacità fotosintetica;
  • benessere vegetale delle piante, che rispondono meglio agli stress di varia natura.
La prova
Si riporta, a titolo di esempio, una delle tante prove svolte dai tecnici Ilsa negli ultimi anni. Nel 2013, in provincia di Bari (Casamassima), la strategia Ilsa è stata posta a confronto con la consuetudine della zona, su varietà Coratina. Lo schema della prova è riportato nella tabella seguente.

 


 

Il risultato finale parla da solo. Lo stesso oliveto, trattato per metà con i prodotti Ilsa e per l’altra metà con concimi di origine chimica, ha dato risultati differenti. Riducendo sia la quantità effettiva di concime sia delle unità di azoto apportate, i risultati sono stati nettamente a favore della tesi Ilsa, con un aumento considerevole della resa in olive che di quella in olio.
 

 

Tesi

Ilsa

Consuetudine aziendale

Resa olive (q/ha)

66,0

50,0

Resa in olio (%)

20,0

15,5

 

Ciò dimostra l’efficacia sia del concime solido, a base di gelatina idrolizzata per uso agricolo, nel cedere l’azoto e gli altri elementi (compresi boro e zolfo) in maniera graduale ed efficiente, sia dei fogliari a base di aminoacidi, che hanno permesso sia un’azione biostimolante sia di efficace assorbimento di potassio, zolfo, manganese e zinco, tutti elementi importanti per la produzione di olio (per la sintesi degli acidi grassi).

L’assoluta miscibilità dei fogliari Ilsa, inoltre, e la loro applicazione in miscela con i normali prodotti antiparassitari (deltametrina, rame, contro tignola, mosca), ha consentito una complessiva diminuzione dei costi di circa il 30% rispetto alla pratica tradizionale.

In un mercato europeo e mondiale fortemente caratterizzato dalla tendenza al ribasso del prezzo dell’olio d’oliva, questa rimane forse l’unica strada da percorrere: puntare alla qualità riducendo i costi.
E l’ultima annata ne è la conferma: accanto ad un aumento complessivo della produzione mondiale, che ha superato i 3 milioni di tonnellate, grazie ad un notevole aumento sia della Spagna che del Portogallo, l’Italia è uno dei pochi Paesi in cui, a fronte di un calo produttivo del 16% (produzione 2013: 350mila tonnellate), c’è stato un aumento del prezzo medio degli extravergini addirittura del 14%.