Dal Centro di Sperimentazione Laimburg, in Alto Adige, arriva una nuova modalità di controllo di Drosophila suzukii basata sulla tecnica così detta "attract & kill - attrai e uccidi".

 

Questo parassita, conosciuto anche come moscerino dei piccoli frutti, è ormai stabile in molte zone e causa numerosi danni su ciliege, fragole, piccoli frutti e uva.

 

E proprio sulla difesa dell'uva si sono concentrate le prove sperimentali portate avanti dal Centro Laimburg, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Pest Management Science (Spitaler et al., 2022).

 

L'idea di fondo è stata quella di usare il lievito Hanseniaspora uvarum, attrattivo per l'insetto, insieme all'insetticida a base di spinosad per i trattamenti in vigneto, ottenendo risultati molto interessanti.

 

L'uso del lievito insieme all'insetticida ha permesso infatti di ridurre le dosi per ettaro di insetticida a parità di efficacia del trattamento.

 

Per farci spiegare meglio cosa è stato fatto e quali sono le potenzialità di questa tecnica di trattamento, abbiamo intervistato Silvia Schmidt che ha coordinato i lavori.

 

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La dottoressa Silvia Schmidt nel suo laboratorio

(Fonte: Ivo Corrà - Centro di Sperimentazione di Laimburg)

 

Dottoressa Schmidt, cosa è stato fatto in questo lavoro?
"La ricerca si è svolta nell'ambito del progetto Dromytal finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr 2014-2020, 'investimenti a favore della crescita e dell'occupazione') e svolto da un team interdisciplinare con competenze in entomologia, ecologia chimica, microbiologia, chimica degli aromi e dei metaboliti.

 

Insieme al Centro di Sperimentazione Laimburg, hanno collaborato al progetto la Libera Università di Bolzano e la Swedish University of Agricultural Sciences. È stato possibile trasferire le conoscenze acquisite negli studi di base svolti in laboratorio nelle diverse discipline, alle prove di semi campo in serra e arrivare alla valutazione in pieno campo della strategia di contenimento proposta.


Il metodo si basa sulla selezione di lieviti biologicamente rilevanti per Drosophila suzukii. Queste specie di lieviti esercitano un'attrazione sul moscerino, che si nutre di essi. Al lievito si aggiunge un insetticida idoneo che viene ingerito grazie alla presenza del lievito. Quando possibile, in base al sistema colturale, la combinazione lievito insetticida viene applicata unicamente sulle foglie e non sui frutti, limitandone di fatto la quantità. Il moscerino viene attratto sulla superficie trattata e successivamente ucciso grazie all'insetticida. In questo modo non è necessario il trattamento di tutto l'impianto frutticolo ed è possibile abbassare il quantitativo di insetticida per ettaro.

 

Gli obiettivi della tecnica sviluppata sono: controllare le popolazioni di Drosophila suzukii in maniera efficace e proteggere le colture; ridurre l'applicazione di insetticida sui frutti e di conseguenza anche i residui; ridurre la quantità di insetticida applicato per ettaro".


Che risultati avete ottenuto?

"Nelle prove in campo, la strategia attract & kill si è dimostrata efficace nel contenere l'infestazione da Drosophila suzukii al pari della strategia insetticida convenzionale, riducendo però di un terzo il quantitativo di insetticida applicato e abbassando i residui sui frutti".

 

Le prove fatte da voi sono state realizzate in Alto Adige; pensate che gli stessi risultati potrebbero essere ottenuti anche in altri ambienti di coltivazione della vite, o diverse condizioni di temperatura e umidità potrebbero influire sull'efficacia?

"Crediamo che la tecnica sia efficace anche in altri ambienti, ma non è da escludere che diverse condizioni di umidità e temperature possano incidere sulla persistenza di efficacia attrattiva dell'esca e persistenza di efficacia dell'insetticida. La strategia di applicazione, il momento di intervento e l'intervallo di applicazione va sicuramente adattato alle singole realtà".

 

Voi avete portato avanti queste prove in vigneto, potrebbero essere estese anche ad altre colture soggette ad attacchi da Drosophila suzukii?

"Abbiamo sperimentato la tecnica anche su ciliegio con i dovuti adattamenti, relativi al sistema colturale e alla suscettibilità della coltura al fitofago, molto elevata in ciliegio. I risultati delle prove di efficacia di 2 stagioni lasciano ben sperare. Quest'anno abbiamo esteso la collaborazione per le prove di campo anche ad altri enti di ricerca interessati alla tecnica proposta, in Emilia Romagna, in Veneto e in Germania. Le prove sono in corso".

 

Attualmente, anche dal punto di vista normativo, è già possibile fare questi trattamenti in campo? E se sì, dove si può trovare il lievito?
"Dal punto di vista normativo non è ancora possibile utilizzare la formulazione di lievito per trattamenti in campo, perché il prodotto deve essere registrato. Ci auguriamo che nel breve futuro la registrazione dell'esca a base di lievito possa essere avviata".