Prosegue su AgroNotizie la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

 

Per un uso consapevole degli agrofarmaci

 

Quando si pensa all'Agricoltura 4.0 vengono subito in mente droni che sorvolano i campi, trattori a guida automatica e sensori inseriti nel terreno. Il tutto volto a massimizzare la produzione agricola e ottenere raccolti di maggiore qualità e quantità. Ma secondo i dati pubblicati nell'ultimo Rapporto dell'Osservatorio Smart AgriFood (School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise - Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia) l'obiettivo primario che spinge gli agricoltori ad adottare soluzioni 4.0 è rendere più sostenibili da un punto di vista ambientale le proprie coltivazioni.

 

Le soluzioni innovative vengono dunque impiegate primariamente per ridurre l'impatto che l'agricoltura ha sul territorio e la natura. In quest'ottica una tecnologia ancora poco nota è quella che riguarda la biodegradazione degli agrofarmaci. La possibilità cioè per l'agricoltore di smaltire in maniera sostenibile i residui di miscela fitoiatrica rimasti in botte o le acque di lavaggio delle irroratrici, senza doversi affidare a ditte esterne, ma sfruttando il potenziale dei microrganismi presenti nel terreno.

 

Su questo fronte una interessante innovazione arriva dalla Ditta Mybatec, che in collaborazione con Bayer ha sviluppato Phytobac, uno strumento basato sull'uso di biobed che permette la biodegradazione degli agrofarmaci. Un sistema che oggi, grazie al continuo lavoro di ricerca, è diventato smart potendo così accedere al credito d'imposta per l'Agricoltura 4.0.

 

Lo smaltimento dei residui di miscela

Ma facciamo un passo indietro. Dopo ogni trattamento fitosanitario l'agricoltore può tornare in azienda con una parte di miscela inutilizzata ancora in botte. Il legislatore ha previsto la possibilità di distribuire questa quota rimanente sulla coltura, oppure di smaltirla in azienda come rifiuto speciale pericoloso.

Lo stesso vale per le acque prodotte dal lavaggio esterno ed interno dell'irroratrice. Anche questi reflui, contenendo tracce di agrofarmaco, non possono essere assolutamente dispersi in ambiente, ma devono essere smaltiti correttamente.

 

Se lasciate cadere al suolo, infatti, tali acque potrebbero percolare nel terreno andando ad inquinare la falda acquifera. Oppure potrebbero ruscellare contaminando i corpi idrici superficiali, con ricadute negative per l'ambiente.

 

Proprio per evitare l'inquinamento puntiforme e agevolare il lavoro degli agricoltori, Bayer, insieme alla Ditta Mybatec, ha sviluppato un sistema di biodegradazione degli agrofarmaci (che descriviamo approfonditamente in questo articolo) che permette di smaltire in modo sicuro, economico e sostenibile la miscela fitoiatrica.

 

Come funziona il sistema di biodegradazione degli agrofarmaci

(Fonte foto: Mybatec)

 

La biodegradazione degli agrofarmaci

Il sistema prevede di realizzare una piazzola impermeabile dove devono avvenire tutte le operazioni di carico e scarico dell'attrezzatura, nonché la preparazione della miscela e il lavaggio dell'irroratrice. La piazzola, provvista di una griglia di raccolta, convoglia le acque in un tank dal quale una pompa preleva l'acqua e la distribuisce sui biobed.

 

"I biobed sono dei substrati costituiti da terra prelevata dai campi e paglia, racchiusi in vasche stagne. La miscela fitoiatrica viene attinta dal tank e spruzzata sul biobed dove i microrganismi presenti naturalmente nel suolo demoliscono le molecole di agrofarmaco, un po' come avviene in campo", spiega Alessandro Spaudo, tecnico di Mybatec.

 

Lo schema di funzionamento del sistema Phytobac

Lo schema di funzionamento del sistema Phytobac

(Fonte foto: Mybatec)

 

"La struttura, che noi abbiamo chiamato Phytobac, ha una copertura in plastica che protegge il biobed dalla pioggia, ma al contempo consente al sole di far evaporare l'acqua. La miscela fitoiatrica continua ad essere spruzzata sul terreno fino a quando tutta l'acqua è evaporata e le molecole dell'agrofarmaco non sono state degradate".

 

Il sistema è facile da usare, è conveniente, ecosostenibile e grazie all'accesso al credito di imposta per l'Agricoltura 4.0 è anche economicamente vantaggioso.

 

La biodegradazione diventa 4.0

Il legislatore ha deciso nel 2020 di varare un provvedimento per sostenere la diffusione delle tecnologie di agricoltura 4.0. Si tratta di un credito d'imposta concesso a quegli agricoltori che investono in beni strumentali nuovi ed è pari al 50% del costo del bene stesso.

 

"Dopo la prima versione di Phytobac abbiamo investito molto in ricerca con l'obiettivo di renderlo più efficiente e monitorabile da parte dell'agricoltore", sottolinea Spaudo. "Nella versione 4.0 all'interno del biobed sono presenti dei sensori che misurano costantemente l'umidità del terreno e una centralina meteo in miniatura controlla le condizioni ambientali al di sotto della copertura in plastica".

 

Il sistema è in grado di gestire in maniera autonoma i cicli di irrorazione del biobed, ma invia anche i dati in cloud dove vengono raccolti e analizzati. Possono poi essere visualizzati dall'agricoltore dal proprio smartphone, attraverso il quale può valutare le performance di biodegradazione e avviare anche manualmente dei cicli di bagnatura.

 

"Abbiamo anche previsto degli alert in caso di anomalie o malfunzionamenti. Ad esempio se l'agricoltore consuma più acqua del solito per il lavaggio dell'attrezzatura il sistema lo avverte. Oppure chiude automaticamente le saracinesche che servono a bloccare il flusso verso il tank nel caso piova. In questo modo si evita che la pioggia entri nel Phytobac e che, viceversa, le acque di lavaggio finiscano nello scarico idrico", sottolinea Spaudo.

 

 

Quando la tecnologia aiuta l'ambiente

Smaltire in maniera corretta i residui di miscela fitoiatrica e le acque di lavaggio delle irroratrici è un obbligo di legge, ma è anche un modo con il quale l'agricoltore si può prendere cura del territorio in cui vive e che rappresenta la principale risorsa della propria azienda.

 

Grazie al suo sistema di biodegradazione degli agrofarmaci Phytobac è uno strumento che permette all'operatore di gestire in maniera corretta le acque, di risparmiare sui costi di smaltimento e di avere un impatto positivo sul territorio. E grazie alla versione 4.0 tutto il processo viene reso più efficiente e monitorabile. Inoltre si ottimizza l'impiego dell'acqua e si evita che malfunzionamenti o distrazioni possano inficiare il corretto funzionamento del sistema.

 

Phytobac 4.0 è uno strumento che ben si sposa con il nuovo corso che sta prendendo l'agricoltura, sempre più attenta all'impatto che le coltivazioni hanno sul territorio, gli abitanti e i consumatori. Una tecnologia che gode del sostegno pubblico e che permette all'agricoltore di dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.

 


 

Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
 
Appuntamento a maggio per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata alle trappole




 

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