Sul mercato esistono oggi differenti vitigni cosiddetti resistenti. Si tratta di piante che anche se esposte ad un patogeno fungino, come peronospora ed oidio, non si ammalano seppure le condizioni ambientali siano favorevoli all'infezione. Il motivo di questa resistenza va ricercato in alcuni geni che permettono ai vitigni di non essere suscettibili agli attacchi fungini.


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I vitigni resistenti permettono quindi una difesa fitosanitaria molto più agevole in quanto la maggior parte degli interventi di difesa può non essere eseguita. L'agricoltore deve applicare prodotti fungicidi solamente per difendere le piante da patogeni oggi considerati minori (come black rot, escoriosi e antracnosi) nonché per alleggerire la pressione dei funghi oggetto di resistenza genetica nei momenti di maggiore intensità.

In areali come il Triveneto, dove si arriva a trattare anche 16-20 volte nell'arco di una stagione, i trattamenti destinati alla difesa dei vitigni resistenti possono così ridursi a quattro o cinque.


Quanto si risparmia con i vitigni resistenti?

Trattare meno non solo significa avere una coltura più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma permette anche di ridurre i costi per agrofarmaci e gasolio e diminuisce l'usura delle attrezzature. Senza contare il risparmio di tempo per il titolare o per gli operai.

Quantificare il risparmio in termini economici non è però semplice, in quanto nel calcolo devono essere considerate una lunga serie di variabili, quali ad esempio la posizione in cui si trova il vigneto, la varietà, la forma di allevamento, la conduzione (biologico o convenzionale), il tipo di attrezzatura utilizzata, l'andamento climatico e tanto altro ancora.

È bene dunque che ogni viticoltore si faccia i propri conti. Esistono però delle ricerche, pubbliche e private, che provano a stimare i risparmi in determinate condizioni.

A pubblicare alcuni dati sono stati i Vivai Cooperativi Rauscedo, che hanno a catalogo differenti varietà di vitigni resistenti. Secondo i Vivai Cooperativi Rauscedo il risparmio ad ettaro può variare dai 665 euro di una azienda viticola del Sud Italia ai 1.080 euro per una azienda viticola del Nord Est, con una via di mezzo rappresentata dal Centro, dove è il risparmio supposto sarebbe di 805 euro.

Per il Nord Est i Vivai Cooperativi Rauscedo hanno considerato 45 euro il costo medio dell'agrofarmaco e 13 trattamenti, per un risparmio di prodotto di 585 euro. Hanno invece stimato in 45 euro il costo dell'intervento (effettuato da un contoterzista) valutando necessari 11 trattamenti in meno (non 13 in quanto viene considerato che due trattamenti fitosanitari vengono effettuati in concomitanza ad interventi insetticidi o concimazioni fogliari).

 

Tabella con i dati dei Vivai Cooperativi Rauscedo

 

Nel Centro Italia il numero di trattamenti scende a dieci. E il calo è ancora più consistente nel Sud Italia, dove si considerano appena sette trattamenti effettuati perlopiù nei confronti dell'oidio. I tecnici dei Vivai Cooperativi Rauscedo hanno differenziato i costi medi degli agrofarmaci tra le varie regioni italiane considerando le differenti strategie di difesa.

Anche la riduzione dei costi per i trattamenti segue lo stesso andamento, con 11 interventi al Nord, nove al Centro e sette al Sud. Per un risparmio, rispettivamente, di 495, 405 e 315 euro.


I risparmi dei cugini francesi

A tentare di stimare i risparmi derivanti dall'impiego di vitigni resistenti ci ha pensato anche l'Inra, il principale ente pubblico francese che si occupa di ricerca in agricoltura. Secondo i cugini d'Oltralpe il risparmio può essere stimato in circa il 50% dei costi di difesa, pari a circa il 21% dei costi complessivi di gestione del vigneto.

 

Grafico con i dati dell'Inra

 

Secondo invece la Camera dell'Agricoltura della Gironda, che ha seguito delle simulazioni nel 2016 in un ipotetico vigneto di 20 ettari nell'area di Bordeaux, il risparmio generato dall'impiego di vitigni resistenti oscillerebbe tre 18mila e 24mila euro all'anno, pari a 900-1.200 euro all'ettaro. Valori in linea con quelli pubblicati dai Vivai Cooperativi Rauscedo.

 

Tabella con i dati della Camera dell'Agricoltura della Gironda

 

I vitigni resistenti fanno risparmiare?

Conviene dunque impiantare vitigni resistenti? Sfortunatamente non c'è una risposta univoca. Su un piatto della bilancia dobbiamo infatti mettere i minori costi per la difesa, il risparmio di tempo e la maggiore sostenibilità ambientale della coltivazione. Aspetto da non sottovalutare viste le attuali tendenze di mercato e anche valutando il ruolo che l'opinione pubblica locale ha nei confronti del legislatore. Bisogna poi tenere in considerazione anche le minori emissioni di anidride carbonica, generate da un numero minore di trattamenti, nonché un ridotto calpestìo del suolo.

Sull'altro piatto della bilancia dobbiamo invece mettere i maggiori costi d'impianto, visto che sono vitigni innovativi e che quindi possono essere più costosi. Qualcuno poi mette in dubbio l'effettiva resistenza di queste viti nel tempo. Tuttavia l'esperienza di campo ha dimostrato l'effettiva non suscettibilità di questi vitigni. Inoltre, il fatto che le nuove varietà siano portatrici di differenti geni di resistenza (multiresistenza genetica) assicura la tenuta anche sul lungo periodo.

Il vero tallone d'Achille riguarda invece la remunerazione che le uve da vitigni esistenti spuntano sul mercato. A onor del vero dobbiamo dire che gli ultimi vitigni lanciati sul mercato hanno caratteristiche tecniche ed organolettiche migliorative rispetto alle prime genetiche apparse sul mercato. Tuttavia i prezzi di realizzo sono ancora bassi.

Prima di tutto perché sono vitigni sconosciuti al pubblico. Secondo perché anche le cantine non sanno bene come valorizzarli. Su questo fronte una notizia positiva è quella arrivata da Bruxelles che ha consentito l'introduzione nei disciplinari di produzione dei vitigni resistenti. Questo rende possibile, almeno dal punto di vista giuridico, la valorizzazione di queste uve all'interno dei vini Doc e Docg, che sono quelli oggi sicuramente più interessanti per le quotazioni di mercato che riescono a raggiungere.


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