La Commissione Europea verso la riduzione dei fitofarmaci in agricoltura: si parla di un -50% entro il 2030. La proposta ufficiale si attende per il 23 marzo prossimo. Dubbi sull'obbligatorietà di questo vincolo. Previsto lo stop ai fitofarmaci nelle aree urbane. La Francia chiede alternative sostenibili per l'agricoltura, e insieme a Paesi Bassi e altri Paesi riapre al glifosate. Dall'altra parte la Germania non è intenzionata a tornare indietro. Tante attese per i fitofarmaci biologici e i microrganismi.

L'intenzione di ridurre la quantità di fitofarmaci esiste, la soglia obiettivo anche. Resta solo da capire il modo con cui arrivare al traguardo. La Commissione Europea ha già fissato l'obiettivo di ridurre i fitofarmaci in agricoltura del 50% entro il 2030 per allinearsi con i punti dell'agenda climatica del Green Deal europeo che punta a rendere l'Ue neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. All'appello manca la definizione della strategia vincente.


Come si intende procedere

Il 23 marzo 2022 la Commissione presenterà il "Nature Restoration Package", un pacchetto legislativo che proporrà nuove regole nel campo dell'uso dei fitofarmaci.
L'esecutivo interverrà con l'adozione di due Proposte di Legge, una che modifica la Direttiva sull'Uso Sostenibile dei Pesticidi approvata nel 2009 (direttiva "SUD"), e l'altra che fisserà nuovi obiettivi per il recupero ambientale.

Sullo sfondo la Strategia "Farm to Fork" (tradotto "dalla fattoria alla tavola"), il Piano di Azione che punta a garantire ai cittadini europei l'accesso a cibi sani e sostenibili salvaguardando l'ambiente e la biodiversità nel segno del nuovo Green Deal europeo.


La direttiva SUD

La revisione della Direttiva SUD sarà l'arma principale di Bruxelles per rendere effettiva la riduzione dei fitofarmaci sintetici fissata al 2030. In vista del prossimo 23 marzo la Commissione sta scegliendo se rendere l'obiettivo del dimezzamento dei fitofarmaci chimici in agricoltura legalmente vincolante o limitarsi a offrire agli Stati una consulenza per indicare loro tecniche nuove ed efficaci.

Secondo le ultime indiscrezioni, la Commissione sarebbe intenzionata a optare per la prima soluzione, lasciando però agli Stati membri la possibilità di discostarsi dalla soglia del 50% all'interno di precisi parametri, senza consentire loro di scendere sotto il 45%, a meno che non dimostrino che il livello scelto è giustificato da alcuni cambiamenti nel profilo degli organismi nocivi.


Gli obblighi e le facoltà degli Stati membri

Dopo aver ricevuto i Piani Nazionali con cui ciascuno Stato membro illustra gli obiettivi nazionali nel campo della riduzione dei fitofarmaci chimici - Piani previsti dalla direttiva SUD - e dopo averli esaminati, la Commissione potrà inviare delle raccomandazioni nel caso ritenga che le condizioni richieste non siano soddisfatte o che le deroghe siano inammissibili. Secondo quanto si legge nella bozza della Proposta di Legge, gli Stati potranno dare seguito ai suggerimenti contenuti nella raccomandazione o respingerli con giustificazione. Quest'ultima possibilità limiterebbe di fatto il potere di coercizione della Commissione.


Stop ai fitofarmaci nelle aree urbane

Bruxelles intende anche vietare l'uso dei fitofarmaci chimici nei parchi, nei giardini pubblici, nelle aree verdi urbane e in generale nelle aree utilizzate prevalentemente da gruppi vulnerabili.

Secondo la bozza le deroghe potranno essere concesse al massimo per 120 giorni e sarà vietata la diffusione aerea, salvo dove un metodo alternativo non sia applicabile. In ogni caso, qualora autorizzato, il trattamento dovrà essere segnalato con appositi cartelli.


Francia: "No a divieti senza alternative"

La Francia, che attualmente detiene la presidenza del Consiglio dell'Ue, l'organo che riunisce i ministri dell'Ue competenti per settore, sembra disposta ad appoggiare divieti solo in presenza di vere alternative. "Se vogliamo realizzare una transizione agroecologica, gli sforzi che chiediamo ai nostri agricoltori non devono condurli in un vicolo cieco o indebolirli di fronte alla concorrenza internazionale", ha affermato la ministra per la Transizione Ecologica Barbara Pompili durante la riunione informale dei ministri Ue dell'Ambiente del 20-22 gennaio scorsi.


Europa divisa sul glifosate

La Francia è insieme a Paesi Bassi, Ungheria e Svezia uno dei Paesi favorevoli alla reautorizzazione a livello europeo del glifosate, e alla reintroduzione di alcuni neonicotinoidi e insetticidi vietati nell'Ue dal 2018. Dall'altra parte della barricata, l'uso del glifosate è ad esempio vietato in Lussemburgo già dal primo gennaio 2021 e la Germania ha annunciato di volerlo ritirare dal commercio entro la fine del 2023.


E i fitofarmaci biologici?

I 27 Stati Ue intanto sembrano accelerare sull'adozione di regole più vantaggiose sui fitofarmaci biologici, più sostenibili per l'ambiente e più sicuri per la salute umana, come microrganismi per rimpiazzare il prima possibile l'utilizzo di agrofarmaci chimici. L'approvazione in commercio di queste sostanze attive (prevalentemente funghi, batteri, virus e protozoi) è tuttora basata sulla procedura richiesta per i fitofarmaci chimici e può richiedere molto tempo prima dell'autorizzazione finale. I quattro testi di legge di cui si sta discutendo, invece, introdurranno un approccio differente basato sulle proprietà biologiche dei prodotti.

La Commissione Europea auspica l'applicazione delle nuove regole già da novembre. Il via libero definitivo, tuttavia, spetta all'approvazione formale di Parlamento Europeo e Consiglio Ue.