Il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) è un acaro che nutrendosi a scapito delle piante di pomodoro le indebolisce con ripercussioni importanti sulla produttività del campo. Lo sviluppo di questo artropode è influenzato da differenti fattori e negli ultimi anni (specie nel 2018) la sua pressione sulle coltivazioni di pomodoro da industria si è fatta particolarmente pesante, con ripercussioni particolarmente negative in alcune aree del territorio italiano (come il Piacentino).

Per comprenderne la biologia e le strategie di difesa si sono tenuti due eventi organizzati da Hort@ che hanno visto la partecipazione di esperti e di numerose aziende che hanno proposto i loro prodotti per la difesa. In questo articolo cerchiamo di fare il punto sulle conoscenze ad oggi acquisite su Tetranychus urticae e sulle strategie di difesa disponibili.


Tetranychus urticae, il ragnetto rosso flagello del pomodoro

T. urticae è un acaro di colore rosso, delle dimensioni di circa 0,5 millimetri, che nutrendosi del contenuto delle cellule che compongono le foglie del pomodoro ne causa la morte, portando ad estesi disseccamenti.

Questo artropode inserisce il suo stiletto boccale tra le cellule che compongono l'epidermide fogliare fino a raggiungere il mesofillo, qui penetra nelle singole cellule e immette la propria saliva che innesca una digestione esterna del contenuto. Questa operazione può durare diversi minuti, circa 15, come ha spiegato il professor Emanuele Mazzoni, docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Una volta predigerito, il contenuto della cellula viene aspirato e l'acaro passa alla cellula successiva. Il danno è dunque limitato, ma quando su una stessa foglia ci sono numerosi individui che si nutrono senza sosta il mesofillo collassa, si notano quindi decolorazioni, imbrunimenti e disseccamenti che portano alla morte della foglia e ad un indebolimento della pianta.

 

Danni causati su una foglia di pomodoro da T. urticae
Danni causati su una foglia di pomodoro da T. urticae

 

Il ragnetto rosso predilige stazionare sulla pagina inferiore delle foglie, dove si nutre e compie il suo ciclo vitale. Il suo nome è dovuto sì all'aspetto, che ricorda un piccolo ragno, ma anche dal fatto che secerne dei fili sericei che formano delle "ragnatele". Queste hanno differenti scopi: mantengono un microclima favorevole all'acaro, lo proteggono da pioggia e trattamenti, nonché dai predatori, inoltre trattengono in posizione uova e i vari stadi di crisalide.

La temperatura ha una influenza importante sul ciclo biologico del ragnetto. A 28°C lo sviluppo si completa in 16-17 giorni, mentre a 20°C si avvicina ai trenta. Tetranychus urticae sverna come femmina fecondata ed è capace di deporre ogni giorno dalle due alle sei uova. Le prime tre quattro generazioni vivono quasi esclusivamente su piante erbacee, spostandosi poi anche su quelle arboree. Su pomodoro gli attacchi partono dai bordi del campo, per poi diffondersi a tutto l'appezzamento.


La difesa del pomodoro dal ragnetto rosso

In natura le popolazioni di Tetranychus urticae sono contenute grazie all'azione di numerosi predatori (spesso altri acari). A partire dagli anni Cinquanta dello scorso secolo però il ragnetto rosso è diventato un problema crescente. Questo per differenti fattori: la riduzione di aree naturali ha compresso i rifugi dove i predatori possono sopravvivere e riprodursi. L'uso di insetticidi non selettivi ha ridotto ulteriormente le popolazioni di predatori. La diffusione della monocoltura ha facilitato il reperimento di cibo per T. urticae, mentre ha inciso negativamente l'avvento di cultivar molto produttive, ma maggiormente sensibili a questo fitofago.

A completare il quadro c'è il fatto che Tetranychus urticae è in grado di sviluppare con relativa facilità resistenze agli insetticidi. Come si può vedere nella tabella sottostante, proiettata dal professor Mazzoni,  il ragnetto è al vertice della classifica mondiale per numero di segnalazioni di resistenze sviluppate.

 

Resistenze al ragnetto rosso

 

Gli agricoltori hanno dunque a che fare con un organismo estremamente prolifero e polifago, con cicli di sviluppo brevi e in grado di adattarsi a differenti contesti. Inoltre è in grado di sviluppare facilmente resistenze agli insetticidi.

Risulta dunque evidente che per ottenere un controllo ottimale di questo fitofago occorre adottare strategie di lotta integrata che prevedano l'uso di più strumenti per limitarne la diffusione e scongiurare il rischio che si sviluppino nuove resistenze.


Gli strumenti per la difesa del pomodoro dal ragnetto rosso

Guardando ai Disciplinari di Produzione dell'Emilia Romagna, terra vocata alla produzione di pomodoro da industria, gli agrofarmaci impiegabili sono quelli a base di: Beauveria bassiana, sali potassici di acidi grassi, olio minerale, zolfo, maltodestrina, abamectina, bifenazate, acequinocyl, clofentezine, exitiazox, etoxazole, fenpiroximate e cyflumetofen.

Sono consentiti al massimo tre interventi acaricidi all'anno e al massimo un intervento all'anno con sostanze attive che hanno il medesimo meccanismo d'azione. Bisogna ricordare che due sostanze attive differenti possono avere lo stesso Mda, come ad esempio clofentezine, exitiazox e etoxazole. Inoltre non è consentito usare più di due sostanze attive in miscela.

Le prove condotte dal professore Mazzoni hanno tuttavia dimostrato una accresciuta efficacia delle sostanze attive quando impiegate con un sinergizzante (come i sali potassici di acidi grassi).

 

Cosa ammettono i disciplinari

 

La ridotta disponibilità di sostanze attive e le difficoltà nelle rotazioni, nonché le resistenze dell'acaro a diversi prodotti, impongono agli agricoltori estrema cautela nella definizione delle strategie di difesa.

Letizia Mondani, del Servizio Fitosanitario di Piacenza, ha illustrato il lavoro fatto per sensibilizzare gli agricoltori, i cui principi generali sono contenuti in diverse pubblicazioni di facile consultazione, come ad esempio questo volantino.

Durante l'evento hanno preso la parola i rappresentanti di diverse aziende che hanno a catalogo insetticidi dedicati al ragnetto rosso. Tra queste Adama, con il suo Apollo® SC, BASF con Nealta® (scarica anche la presentazione), Sipcam con Fenergy SC® e Upl con Enviromite FL.


Non solo acaricidi, il biocontrollo del ragnetto rosso

Viste le considerazioni fatte fino a qui risulta evidente la necessità di impiegare altre soluzioni, oltre agli insetticidi, per il controllo del ragnetto rosso. Ad esempio il fungo entomopatogeno B. bassiana, prodotti non soggetti a sviluppo di resistenze (olio minerale, sali potassici di acidi grassi, zolfo e maltodestrina) oppure predatori naturali, come gli acari fitoseidi.

Beauveria bassiana è un fungo che si sviluppa a scapito di differenti artropodi, come appunto Tetranychus urticae. Le spore, disperse in campo, quando entrano in contatto con l'ospite germinano e le ife del fungo penetrano nell'acaro sottraendo emolinfa. L'ospite quindi muore e dissecca, mentre in condizioni particolari di temperatura e umidità può avvenire anche la sporulazione.

I prodotti a base di B. bassiana non hanno potere curativo, se ne consiglia dunque l'uso con prodotti abbattenti e ai primi segni di infestazione. Questo fungo gioca però un ruolo importante nel mantenere bassa la popolazione e nel contrastare l'insorgere di resistenze. Durante l'evento CBC BIOGARD® ha presentato il suo Naturalis®.

 

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Buoni risultati si sono ottenuti anche grazie all'uso di antagonisti naturali, come gli acari fitoseidi. Sono predatori che liberati in campo si nutrono di Tetranychus urticae contribuendo a mantenere bassa la popolazione. Sono due le specie di solito impiegate: Amblyseius andersoni e Phytoseiulus persimilis.

Il primo è un predatore generalista che si nutre di numerose specie, tra cui T. urticae. Ha il vantaggio di potersi insediare stabilmente in campo, anche se momentaneamente non è presente il ragnetto rosso, nutrendosi di altre specie (e anche di polline). La sua efficacia deve essere valutata sul medio periodo e considerando anche l'impatto di eventuali prodotti insetticidi e fungicidi che possono disturbarlo.

Phytoseiulus persimilis è invece un predatore specie specifico, dunque maggiormente attivo nel contrastare le popolazioni di ragnetto rosso. Riesce a muoversi bene sulle piante di pomodoro, ha uno sviluppo rapido ed è "vorace": un adulto è in grado di mangiare in un giorno venti uova o cinque adulti. Per l'applicazione degli insetti utili si può ricorrere al drone, uno strumento in grado di sorvolare ampie aree di campo e distribuire in maniera precisa e omogenea il prodotto.


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Durante l'evento ha preso la parola un rappresentante di Koppert per presentare Spidex Vital.

 

Un esemplare di Phytoseiulus persimilis intento a cibarsi di un ragnetto rosso
Un esemplare di Phytoseiulus persimilis intento a cibarsi di un ragnetto rosso
(Fonte foto: Koppert)

 

Il digitale, il futuro della difesa è già qui

Elemento chiave per una strategia di difesa efficace del pomodoro dal ragnetto rosso è conoscere l'evoluzione dello stesso e il grado di pressione esercitato sulla coltura. A supportare gli agricoltori e i tecnici su questo fronte ci pensa pomodoro.net, il Decision Support System (Dss) sviluppato da Hort@.


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Come spigato da Pierluigi Meriggi, presidente di Hort@ (spin off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore), pomodoro.net non vuole sostituire l'esperienza dell'agricoltore o del tecnico, ma vuole offrire informazioni di valore, basate su dati oggettivi e modelli previsionali affidabili, sulla base dei quali prendere decisioni per una gestione ottimale del campo.

Pomodoro.net utilizza dati di campo raccolti in tempo reale (come quelli provenienti dalle centraline meteo), le informazioni fornite dall'agricoltore (come l'epoca di trapianto o l'ibrido impiegato) e sfruttando i suoi modelli relativi alle singole varietà e a T. urticae fornisce diverse informazioni all'operatore. Ad esempio la pressione del patogeno sulla coltura, valutata considerando il tasso di moltiplicazione dell'acaro sulla base delle condizioni ambientali.

 

Tasso di moltiplicazione

 

Sommando questo dato a quello sulla pressione iniziale (la consistenza potenziale della popolazione al momento di inizio formazione delle bacche), l'operatore può decidere in maniera consapevole se intervenire oppure meno.

 

Pressione iniziale

 

Grazie ai Dss si utilizzano i prodotti fitosanitari solo se necessario, questo può potare ad un risparmio sui trattamenti che comporta benefici economici per l'azienda, ecologici e sociali, relativi alla minore esposizione dell'operatore a prodotti pericolosi. Nel caso della lotta a Tetranychus urticae il fatto di posizionare bene i pochi acaricidi disponibili permette di ottimizzare la difesa e al contempo di ridurre il rischio di insorgenza di resistenze.

 

Indice di sintesi

 

Durante il webinar ha preso la parola anche Maria Chiara Cavallo, segretario generale presso l'Oi Pomodoro da Industria Nord Italia, che ha illustrato il lavoro svolto dall'Organizzazione Interprofessionale nell'ambito del progetto Idra proprio a supporto dei coltivatori di pomodoro.