Il dossier di rinnovo dell’approvazione Ue di urea e sabbia di quarzo sono disponibili sul sito dell’Efsa per i pubblici commenti. Chiunque può commentare il report di rinnovo preparato dallo Stato relatore (per l’urea dovete affrettarvi in quanto il commenting scadrà il 28 giugno, per la sabbia di quarzo avete tempo sino al 26 luglio, magari da sotto l’ombrellone), purché segua le linee guida pubblicate sul sito che riportano indicazioni di buon senso e civiltà (troll e haters sono avvertiti). Abbiamo scelto questi prodotti come esempio per evidenziare ancora una volta la disomogeneità delle normative europee quando si occupano delle medesime sostanze. Vediamo cosa abbiamo scoperto.
 

Urea

Il prodotto in questione viene utilizzato come sostanza attiva in formulati dall’uso diversissimo: un primo prodotto viene utilizzato come formulazione liquida in miscela con proteine idrolizzate come attrattivo per la mosca dell’olivo, un secondo viene invece proposto come fungicida in trattamenti ai tronchi tagliati contro i marciumi radicali da Heterobasidion.
Lo Stato relatore ha evidenziato diverse lacune nella documentazione presentata dai notificanti, cosa peraltro molto frequente per questo tipo di sostanze, che tuttavia non sono state giudicate pregiudizievoli per il rinnovo dell’approvazione. Tra le richieste meritevoli di approfondimento segnaliamo il fatto che la specifica della sostanza attiva urea è conforme a quanto previsto dal regolamento 2003/2003 sui fertilizzanti (ora soppiantato dal 2019/1009, ma ancora in vigore sino a luglio del 2022) e prevede un tenore massimo di biureto dell’1.2%, cosa ha provocato la richiesta del valutatore di classificarlo come impurezza rilevante, che richiede una documentazione ben più approfondita di quanto richiesto dalla norma sui fertilizzanti. Probabilmente il tutto finirà in una bolla di sapone, in quanto non ci risultano evidenze tossicologiche collegabili al biureto.
Si accontenteranno di una bella ricerca bibliografica e dell’ormai sempre più utilizzato approccio mediante WoE (Weight of Evidence)? Vedremo.
 

Sabbia di quarzo

Il prodotto in questione è utilizzato in formulazioni liquide per il trattamento repellente delle piante arboree contro grossi mammiferi (cervi, lepri e altri roditori). Anche in questo caso si è fatto ampio uso del Weight of Evidence per giustificare carenze nel dossier, ma volevamo evidenziare la decisione che ha un impatto molto più ampio di quanto non possa avere questo singolo prodotto: il contenuto in silice cristallina.
Le silici sono infatti ampiamente utilizzate come coformulanti nelle composizioni degli agrofarmaci, di cui è stato recentemente pubblicato l’elenco ufficiale dei coformulanti inaccettabili per le loro caratteristiche tossicologiche e ambientali. In questo elenco, dopo una criticatissima versione iniziale che conteneva questo tipo di prodotti (caolino e silici varie), non compaiono questi coformulanti minerali, proprio per la diatriba sul contenuto massimo del cancerogeno di Categoria 1 (evidenze che provoca il cancro sull’uomo) silice cristallina e soprattutto sulla dimensione delle particelle, in quanto la sostanza esplica la sua tossicità solo quando viene inalata. In questa valutazione il contenuto massimo di silice cristallina è fissato allo 0,1% di particelle inferiori a 50 micron. Questa specifica, se verrà confermata, non potrà non essere presa in considerazione nel prossimo aggiornamento della lista dei coformulanti inaccettabili. I naviganti e non solo loro sono avvertiti!

Se volete commentare basta che visitiate il portale Efsa delle consultazioni in corso.

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