Nella tradizione contadina il macerato di ortica (Urtica dioica) è stato utilizzato per lungo tempo come un insetticida naturale per debellare le infestazioni di insetti dannosi, quali ad esempio afidi, acari e cocciniglie.

Il macerato veniva preparato seguendo varie ricette e spruzzato sulle piante per salvaguardare il raccolto dall'azione degli insetti dannosi. Il suo utilizzo in agricoltura è stato abbandonato quando sul mercato sono diventati disponibili i primi insetticidi di sintesi, che offrivano livelli di efficacia nettamente superiori.

Ma l'impiego del macerato di ortica come insetticida è rimasto nella cultura popolare e oggi molti hobbisti e amanti del verde lo utilizzano per difendere le proprie piante. Online si sprecano gli articoli che ne spiegano metodi di produzione e ne decantano l'efficacia. Ma la scienza che cosa ci dice a riguardo?

Abbiamo consultato gli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche, in cui il preparato di ortica è stato testato con metodo scientifico (quindi con più prove e mantenendo un testimone non trattato). Il bilancio che emerge è in chiaro scuro. Vediamo dunque, in ordine cronologico, i vari lavori pubblicati.


Macerato di ortica come insetticida, quello che dice la scienza

Il primo studio sull'impiego del macerato di ortica come insetticida risale al 1983 (Studies on the effect of stinging nettle extract on aphids) ed è stato condotto in Germania. I ricercatori hanno impiegato un estratto di ortica contro due specie di afidi (Acyrthosiphon ignotum e Aphis spiraephaga) e, come scrivono i ricercatori, "l'estratto non è stato efficace contro gli afidi in nessuna delle prove".

Probabilmente a causa dei risultati totalmente negativi per lungo tempo non sono stati effettuati nuovi studi, anche perché sul mercato erano presenti aficidi estremamente efficaci, in grado di debellare la quasi totalità delle popolazioni presenti in campo, anche se in numero elevato.

La comparsa di popolazioni di afidi resistenti a partire dagli anni '90 e la necessità di trovare soluzioni maggiormente sostenibili sotto il profilo umano e ambientale ha probabilmente spinto i ricercatori a testare nuovamente il macerato di ortica come insetticida naturale. Nel 2007 troviamo dunque una nuova sperimentazione effettuata in Ungheria (Impact of fermented stinging nettle extract on the aphids of stinging nettle, sweet cherry and elderberry).

L'estratto di ortica è stato provato contro l'afide dell'ortica (Microlophium carnosum), del ciliegio (Myzus cerasi) e del sambuco (Aphis sambuci). Il ricercatore verificò una diminuzione variabile a seconda dei casi delle popolazioni di afide sulle tesi trattate con il macerato di ortica, ma verificò che anche sul testimone non trattato il numero di esemplari diminuì. Quindi dedusse che il prodotto non aveva una azione insetticida ma che la diminuzione doveva essere dovuta ad altri fattori.

L'anno successivo lo stesso ricercatore (A. Bozsik) pubblicò una review di esperienze fatte in passato è arrivò a quattro conclusioni:
  • Il macerato di ortica diluito non ha alcuna efficacia.
  • Il macerato di ortica non diluito in certe circostanze può avere effetto sulle popolazioni di afidi.
  • L'efficacia del macerato di ortica dipende da differenti variabili quali: la tipologia di afide e lo stato di crescita dell'ortica al momento della raccolta.
  • L'efficacia del macerato di ortica non è in alcun modo paragonabile a quella degli insetticidi di sintesi comunemente utilizzati in agricoltura.


Il macerato di ortica, un repellente più che un insetticida

Durante le prove effettuate dai ricercatori si andò a controllare se ai piedi delle piante trattate fossero rinvenibili i resti degli afidi morti, ma in nessun caso questo è avvenuto. Nessun cadavere sul luogo del trattamento, insomma. Dunque la deduzione a cui ricercatori come Bozsik arrivarono fu che gli afidi non erano morti, ma si erano allontanati, infastiditi dall'odore del macerato di ortica. Non vi sono tuttavia prove statisticamente valide di questa correlazione.

Dalle prove effettuate possiamo dunque affermare che il macerato di ortica può avere un effetto repellente nei confronti degli afidi, non certo insetticida, e che è ragionevole pensare che in caso di infestazioni blande possa giocare un ruolo nell'allontanare gli afidi.

La sua efficacia è tuttavia soggetta ad un numero talmente elevato di variabili da renderla alquanto aleatoria. Dipende infatti dalla tipologia di afide (ne esistono numerose specie di interesse agrario), dalla consistenza della popolazione in campo, dal loro stadio di sviluppo, dalla presenza di piante alternative nelle vicinanze su cui migrare, dal meteo, dal metodo di produzione del macerato e altro ancora.

Chi dunque intende utilizzare il macerato di ortica come repellente degli afidi deve considerare l'elevata possibilità di inefficacia, comunque assolutamente non paragonabile a quella di insetticidi registrati e commercializzati (come il piretro, usato anche in biologico).


Come preparare il macerato di ortica ad uso repellente

Fatte queste premesse in molti vorranno comunque utilizzare il macerato di ortica piuttosto che affidarsi a preparati di comprovata efficacia. Dato che sul web e sui social è possibile trovare un numero assai vario di "ricette" per preparare il macerato di ortica riportiamo di seguito un procedimento che può essere considerato corretto.

Ecco dunque i sei passi per preparare il macerato di ortica:
  • Raccogliere un chilogrammo di ortiche. Non ci sono dati circa la variabilità di efficacia a seconda della posizione in cui crescono (se all'ombra o in pieno sole) o dello stadio fenologico (se ad esempio in fiore o meno).
  • Sminuzzare le piante per facilitare l'estrazione delle sostanze attive repellenti.
  • Unire al chilo di ortiche dieci litri di acqua fredda, piovana o anche di fosso o della rete idrica.
  • Lasciare macerare il composto per uno-due giorni.
  • Filtrare l'acqua ma non diluirla.
  • Irrorarla sulle piante, con ripetizioni ogni due-tre giorni.

Si legge anche che il macerato di ortica può essere usato come concime fogliare portando avanti una macerazione più lunga, pari a due settimane. Non ci dilungheremo su questo punto, ma possiamo affermare che tale macerato ha una blanda efficacia, la stessa che si potrebbe ottenere lasciando a macerare in acqua praticamente qualunque pianta.