Dopo mesi e mesi di indiscrezioni, la Commissione Ue ha pubblicato la lista ufficiale dei coformulanti inaccettabili, quelli che non possono essere utilizzati per formulare prodotti fitosanitari, per via delle loro sfavorevoli caratteristiche tossicologiche e ambientali.

Secondo il regolamento 1107/2009, che attualmente disciplina l’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari in Europa, i coformulanti non possono essere utilizzati per la preparazione di prodotti fitosanitari se “loro residui, in condizioni d’uso conformi alle buone pratiche fitosanitarie e tenuto conto di realistiche condizioni d’impiego, hanno un effetto nocivo sulla salute umana o degli animali o sulle acque sotterranee oppure un effetto inaccettabile sull’ambiente. L’inclusione dei coformulanti nei prodotti fitosanitari non è inoltre accettabile se il loro impiego, in condizioni d’uso conformi alle buone pratiche fitosanitarie e tenuto conto di realistiche condizioni d’impiego, ha un effetto nocivo sulla salute umana o degli animali oppure un effetto inaccettabile sui vegetali, sui prodotti vegetali o sull’ambiente”.
In pratica la lista negativa che popola il cosiddetto allegato III del regolamento 1107/2009 è per ora costituita in pratica da sostanze con classificazione CMR (cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione) di categoria 1A e 1B (rispettivamente con effetto comprovato sull’uomo e sugli animali da esperimento) o con problematiche ambientali (sostanze PBT – persistenti, bioaccumulabili e tossiche – o vPvB – molto persistenti e molto bioaccumulabili), sostanze con attività comprovata di Perturbatori Endocrini e includere le sostanze già sottoposte a restrizione dal Reach (allegato XVII), oltre a criticità esaminate caso per caso.

La lista contiene attualmente 144 sostanze, tra cui 35 cancerogeni, 12 mutageni (alcuni lo sono contemporaneamente), due con criticità non meglio definite (sono le famose amine di sego etossilate, avvolte nel mistero come il loro partner glifosate) e ben 86 perturbatori endocrini, tra cui primeggiano i nonilfenoli etossilati, giunti alla ribalta alla fine degli anni 90, e gli ftalati, freschi di restrizione Reach. Non abbiamo notato nessuna sostanza con criticità ambientali – a parte le già citate amine etossilate - e nessuno dei cosiddetti “inerti” che quando vengono utilizzati come sostanze attive devono sottostare a rigidi standard, a cominciare dalla quantità di silice cristallina di particelle di dimensioni respirabili. Secondo i meglio informati ci sarà un aggiornamento di questa lista con i prodotti che adesso mancano dopo che le autorità si saranno messe d’accordo sui limiti da imporre per la loro accettabilità.
 

Cosa si fa adesso?

Le autorità hanno due anni di tempo per autorizzare le modifiche di composizione dei prodotti fitosanitari contenenti coformulanti inaccettabili, trascorso il quale i prodotti non ancora regolarizzati saranno revocati con al massimo tre mesi di smaltimento scorte alla vendita e ulteriori nove al consumo.
 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

  • Regolamento (Ue) 2021/383 della Commissione del 3 marzo 2021 che modifica l’allegato III del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio recante l’elenco dei coformulanti la cui inclusione in un prodotto fitosanitario non è accettata.