In forte e costante aumento la disponibilità di prodotti fitosanitari utilizzabili in agricoltura biologica. Dal 2012 al 2020 sono passati da 65 a 104, con un incremento del 93%.  E’ questo il segno dei tempi; con l’inasprimento dei processi registrativi delle sostanze attive di sintesi e con una richiesta sempre più pressante, da parte del mercato e dell’opinione pubblica, di soluzioni a basso impatto, anche le multinazionali economicamente più importanti stanno investendo in maniera molto consistente in questo settore.
 
Sostanze attive in biologico

E’ aumentato in maniera rilevante il numero delle sostanze a disposizione, ma va evidenziato che si sono sensibilmente incrementate anche le vendite e il loro impiego in campagna dove, in alcuni segmenti, sono andate a sostituire le stesse sostanze attive di sintesi. Tutto questo a testimonianza del fatto che queste sostanze sono spesso competitive ed alternative, in termini di efficacia, alle stesse sostanze di sintesi. Molte le strategie di difesa che sono state rivoluzionate e che trovano nei prodotti biologici soluzioni molto efficaci per il controllo dei carpofagi, con la confusione e il disorientamento sessuale o con lo stesso virus della carpocapsa.

In termini commerciali va rilevato che queste sostanze sono sì impiegabili in agricoltura biologica, ma diffuso è anche l’impiego che queste sostanze stanno trovando nella difesa integrata, ad integrazione delle sostanze attive di sintesi.
Il processo che si è innescato è molto importante, ma per poter essere portato  termine, richiede una crescita e maturazione dell’intero sistema produttivo.

Queste sostanze necessitano infatti di un approccio nel loro utilizzo completamente diverso: cambiano e devono essere molto più accurate le modalità di conservazione, cambiano spesso le modalità di applicazione e, spesso, sono completamente diverse le epoche di intervento e le fasi fenologiche in cui devono essere distribuite. In questo senso va quindi considerato ad esempio la strategia per l’impiego di sostanze biologiche nella difesa dall’oidio, dalla botrite e dalla stessa tignola della vite o per il controllo della carpocapsa, dei ragnetti e del capnode.   

In termini assoluti i numeri richiamati nella tabella sopra richiamata rischiano di enfatizzare in maniera eccessiva l’evoluzione del settore, va infatti tenuto presente che, considerando le esigenze registrative, della stessa sostanza sono spesso autorizzati diversi ceppi. Allo stesso che non va dimenticato che molte soluzioni di difesa biologica non necessitano di essere registrate, in particolare tutti i macrorganismi, quali insetti, acari utili e nematodi entomoparassiti. In questo contesto va ricordata l’importanza del lancio di beneficial utilizzati per contrastare alcuni importanti fitofagi, come ad esempio gli antocoridi per il controllo della psilla, il Trissolcus japonicus per il controllo della cimice asiatica e i nematodi entomoparassiti per la difesa dalla carpocapsa o dalla Popilia japonica.

Considerando gli investimenti in atto nel settore e le attività sperimentali in corso, si può prevedere che in prospettiva possa continuare ad aumentare la disponibilità di nuove sostanze attive impiegabili in agricoltura biologica, anche se è auspicabile che a livello comunitario possano essere portate a termine e formalizzate procedure registrative più adatte alle caratteristiche dei prodotti naturali.

Insetticidi in biologico

Fungicidi in biologico

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