Chi segue le vicende del glifosate dovrà segnarsi la data di lunedì 27 novembre: alle 14:30 si terrà a Bruxelles la riunione del Comitato di appello (Appeal Committee) che dovrà votare la proposta di rinnovo dell’approvazione dell’erbicida più discusso del pianeta.
Questa è probabilmente l’ultima chiamata prima della scadenza di venerdì 15 dicembre: riuscirà la Commissione a portare dalla propria parte i cinque paesi (Bulgaria, Germania, Polonia, Portogallo e Romania) che nell’ultima riunione dello Scopaff del 9 novembre si erano astenuti? Sarà addirittura in grado di compiere il miracolo di far cambiare completamente idea a qualcuno dei nove contrari (Belgio, Francia, Grecia, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta e Austria)?

A partire dalla sua costituzione, avvenuta nel 2011, il Comitato di appello sui prodotti fitosanitari si è riunito otto volte (la prossima riunione sarà quindi la nona) e ha votato 12 proposte. La maggioranza qualificata è stata raggiunta solo in due casi e su di una questione tutto sommato marginale, come può essere il rinvio di qualche mese della revoca dei prodotti fitosanitari a base di sostanze attive “non approvate” (nello specifico cloropicrina e asulam).
Anche se i risultati delle passate votazioni hanno solo un valore storico, la riunione non viene convocata sotto i migliori auspici: a favore del raggiungimento di una maggioranza qualificata riusciamo a trovare solo una coincidenza cabalistica (tredicesima votazione), un proverbio (dopo due maggioranze, non c’è due senza tre) e un riferimento musicale (nona riunione). Un po’ poco! Se verrà confermata la tendenza e per l’undicesima volta il Comitato di appello non deciderà (“No opinion”), il pallino (o meglio: la patata bollente) tornerà alla Commissione che a quel punto potrà tentare di modificare per l’ennesima volta la sua proposta, ma non ci sarebbero i tempi, o fidarsi completamente della valutazione dei suoi organi tecnici (Efsa ed Echa) e attuarla ugualmente.

Leggendo attentamente l’atto che disciplina la “Comitatologia” (Comitology), il regolamento 182/2011, la commissione potrebbe anche semplicemente non adottare il provvedimento e lasciare che il tempo faccia il suo corso, lasciando scadere l’approvazione della sostanza attiva. Ma è presto per dirlo.

Chi è interessato alla vendita e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari a base di Iprodione dovrà annotarsi la data del 5 marzo 2018, termine ultimo entro il quale le autorizzazioni di questi mezzi tecnici dovranno essere revocate in tutti i paesi della Ue e soprattutto il 5 giugno 2018, scadenza limite del periodo di tolleranza concesso dall’articolo 46 del regolamento 1107/2009 che regolamenta il settore dei prodotti fitosanitari nella Ue.
E’ stato infatti pubblicato sulla gazzetta Ue il regolamento 2017-2091 che ha ufficializzato il mancato rinnovo della sostanza attiva Iprodione, come risultato della votazione tenutasi nella riunione del 5-6 ottobre scorso. La valutazione della documentazione presentata dai notificanti ha infatti evidenziato criticità di carattere ambientale e tossicologico tali da sconsigliare il rinnovo dell’approvazione.
Le problematiche citate nel regolamento riguardano le falde sotterranee (potenziale superamento della soglia di 0,1 µg/L da parte di alcuni metaboliti rilevanti), gli organismi acquatici (elevato rischio a lungo termine), la presenza di una sostanza (impurezza e metabolita al tempo stesso) di cui non si può escludere la genotossicità e la classificazione del principio attivo, cancerogeno e tossico per la riproduzione.

Per la conferma definitiva delle tempistiche è comunque necessario aspettare il formalismo del comunicato ufficiale del ministero della Salute, che normalmente esce qualche settimana dopo il regolamento cui si riferisce.
 

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