In Campania si annuncia un nuovo pericolo per la salute delle piante, in particolare di tutte le arboree. Si chiama Megaplatypus mutatus, è un piccolo coleottero e provoca gravi danni all’arboricoltura da legno, alla frutticoltura e – stando a testimonianze raccolte da AgroNotizie – anche ad olivo.

Il Servizio fitosanitario della Regione Campania ha diffuso una scheda informativa: il Megalatypus mutatus è un insetto originario del Sud America, che si è insediato in alcune aree del casertano.

Secondo informazioni raccolte da AgroNotizie, l’attacco sarebbe stato causato da un’importazione di legno di pioppo dall’Argentina, verso un’impresa della provincia di Caserta che ha poi venduto altrove il legname. E – sempre secondo la stessa fonte – altri due focolai sarebbero attivi, uno in provincia di Napoli, in costiera di Sorrento, e l’altro nell’Agro sarnese, in provincia di Salerno.

Si tratta di un rodilegno che scava gallerie radiali nei tronchi che abbiano un diametro superiore ai 15 centimetri. “Attacca piante vive e vigorose e può essere considerato un parassita primario" è scritto nel manifesto informativo del Servizio fitosanitario regionale della Campania.

Il coleottero da vita ad attacchi molto consistenti al tronco, che in occasione di temporali o forti venti possono causare l’abbattimento delle piante. “Al momento – avvertono dal servizio fitosanitario regionale – sono allo studio sistemi di difesa chimica o biologica nei vari agroecosistemi”.

Il Servizio fitosanitario regionale chiede che vengano tempestivamente segnalati i casi sospetti, che presentano sempre dei forellini circolari sulle cortecce degli alberi attaccati.

Secondo uno studio eseguito in Sud America e in Italia da enti di ricerca della provincia di Buenos Aires in collaborazione con il Servizio fitosanitario della Regione Campania, ci sono buone possibilità di ridurre i danni degli attacchi da Megalatypus mutatus (- 56%) impedendo all’insetto di riprodursi mediante confusione sessuale, utilizzando feromoni che disorientano i maschi, rendendo loro più difficile la localizzazione delle femmine ai fini dell’accoppiamento.

L’Università di Buenos Aires, invece ha approntato una ricerca preliminare di due anni sul contrasto a Megalatypus mutatus mediante l’utilizzo di Azadiractina, ma non è giunta ad ottenere indicazioni univoche sull’efficacia di questo insetticida.