La nuova campagna olearia è alle porte e non vogliamo che si ripeta un altro ‘annus horribilis’ come il 2014".
Parole di Angelo Cremonini, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol: il riferimento è alla forte infestazione di mosca olearia che due anni fa, causata dal clima anomalo, ha fatto registrare una produzione di olio molto al di sotto della media nazionale.

Contro gli attacchi di mosca olearia, segnalati in varie zone a vocazione olivicola verso la fine di agosto, lo strumento principale resta la prevenzione.
 “Il Piano nazionale approvato dal governo – ricorda l’associazione – ha previsto fondi per la difesa degli uliveti e la ricerca sugli organismi nocivi per l’olivo”.

La mosca olearia è un parassita che danneggia le olive sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, mettendo a rischio l’intero raccolto. Contro il diffondersi dell’insetto infestante, occorre quindi realizzare una serie di trattamenti mirati, da iniziare in genere appena si manifestano i primi voli dell’insetto, dopo un attento monitoraggio degli uliveti. “In questo modo contrastare gli effetti della mosca olearia – spiega Cremonini – concorre a tutelare la produzione di olio, agevolando l’approvvigionamento delle aziende del settore”.

Produzione di olio che, ricorda l'Assitol, in annate normali si attesta sulle 350mila tonnellate. Un quantitativo che non riesce a coprire il fabbisogno interno e, a maggior ragione, quello estero, che insieme ammontano complessivamente ad un milione di tonnellate.

Il Piano olivicolo nazionale (Pon), frutto del lavoro congiunto delle organizzazioni presenti al tavolo di filiera, ha perciò riconosciuto l’urgenza di recuperare il potenziale produttivo dell’olivicoltura italiana, grazie all’aumento delle quantità prodotte nei prossimi cinque anni. A tale scopo, il primo decreto attuativo, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede che oltre 6 milioni di euro saranno destinati all’attività di ricerca e di difesa da organismi nocivi per l’olivo. 

Inoltre, secondo Assitol, le buone prassi olivicole e lo studio di nuovi metodi di lotta alla mosca olearia appaiono funzionali per la crescita della produzione olivicola nostrana.
Difendere la salute degli ulivi rappresenta uno degli strumenti di quel rinnovamento agricolturale del comparto che l’industria chiede da tempo – osserva il presidente Cremonini –, con l’obiettivo di rendere più efficiente e competitivo l’intero settore nei confronti di una concorrenza estera sempre più forte”.