Dopo gli ultimi principi attivi approvati dall'Ue, proseguiamo la serie di articoli all’insegna dell’ottimismo post-ferie dando conto del rinnovo dell’approvazione Ue di alcuni principi attivi tradizionali, magari non in linea con tutti i desiderata del legislatore (proteggere la coltura senza nessun effetto collaterale per l’uomo e l’ambiente), ma spesso ancora indispensabili per l’agricoltura.

L’etofumesate c’è: aspettiamo le bietole
Anche se l’attuale superficie coltivata a barbabietola da zucchero è meno della metà rispetto a dieci anni fa (totale italia 2015 secondo istat: 38124 ha, stesso dato 2006: 91230 ha), l’erbicida Etofumesate continuerà ad essere a disposizione dei bieticoltori almeno sino al 31 ottobre 2031, data della prossima scadenza dell’approvazione europea.
La documentazione valutata dallo stato relatore Austria e dal correlatore Danimarca (due mastini niente male) è stata sottoposta a revisione congiunta sotto il coordinamento dell’Efsa che ha evidenziato criticità nel comparto impurezze, tossicologia (verifica effetto endocrino) ed ecotossicologia (approfondimenti su api e lombrichi), tutti aspetti che non hanno impedito il rinnovo dell’approvazione della sostanza che non è stata nemmeno giudicata “candidata alla sostituzione”. Tra le immancabili misure di mitigazione del rischio sono state evidenziate, oltre alla conferma del quantitativo massimo di 1 kg di sostanza attiva ogni 3 anni, una buffer zone combinata con striscie vegetate di 10 o 20 metri, a seconda dello scenario di utilizzo. In fase di riregistrazione dei formulati queste mitigazioni andranno sicuramente ridiscusse, in quanto in Italia sono un problema per la limitata dimensione aziendale. Il tutto si deciderà entro il prossimo anno.

Tifensulfuron metile approvato con riserva
Anche uno degli erbicidi più innovativi degli ultimi decenni ce l’ha fatta: l’approvazione europea della solfonilurea Tifensulfuron metile è stata rinnovata sino al 31 ottobre 2031.
Anche qui non sono tutte rose e fiori: alcune informazioni non di poco conto dovranno essere presentate entro la metà del 2017, pena la decadenza della tanto sudata riapprovazione. Si tratta quasi esclusivamente di dati sui metaboliti del principio attivo: nella conclusione Efsa ne sono descritti 13 (14 se consideriamo il thifensulfuron – IN-LN9225), di cui 7 considerati di rilevanza tossicologica (in neretto) e altrettanti oggetto di richiesta di informazioni (contrassegnati da asterisco*): IN-LN9225, IN-JZ789*, IN-A4098*, IN-L9223*, 2-acid-3-triuret*, IN-W8268*, IN-V7160, IN-L9226, IN-A5546*, IN-D8858, IN-B5528*, IN-L9622, IN-RDF00, IN-F5475.
Sulla sostanza attiva, come per tutte quelle rinnovate ai sensi del regolamento, è anche in corso la valutazione della classificazione da parte dell’Echa (Agenzia sostanze chimiche) che se concluderà che l’erbicida è da classificare per la sua tossicità per la riproduzione (la proposta iniziale presentata dal Regno Unito prevedeva la sola pericolosità ambientale), i notificanti dovranno presentare ulteriori studi sui metaboliti IN-A4098, IN-L9223 e IN-JZ789.
Questo approccio graduale – o tiered approach – prevede indagini crescenti mano mano che emergono criticità tossicologiche o ambientali. Secondo questo approccio più studi si fanno e più studi protrebbero risultare necessari (molto socratico e molto costoso, ma la salute pubblica e l’ambiente non hanno prezzo).
Tornando alle cose pratiche, la conclusione Efsa segnala anche la necessità di zone di rispetto anche di 20 metri che, se verranno confermate alla fine del 2017, potrebbero costituire un problema per la dimensione aziendale tipo in Italia.

Rame: prorogate le registrazioni in Italia e la TF ci riprova
Veloce aggiornamento sui rameici: il ministero della Salute ha aggiornato l’elenco delle registrazioni prorogate sino al 31 gennaio 2018 per allinearsi al regolamento 232/2015, e la Task Force Rame ha impugnato la decisione del Tribunale dell’Unione Europea che aveva rigettato il suo ricorso contro l’inserimento del rame nella lista dei principi attivi candidati alla sostituzione.

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