Uva da tavola e le sfide del mercato nel prossimo futuro al centro di un convegno lo scorso 21 aprile al PalAgrisicilia di Vittoria, in provincia di Ragusa. Sicilia e Puglia rappresentano oggi sullo scacchiere produttivo ben 11 milioni di quintali annui di uva da tavola con la Sicilia che si posiziona al secondo posto dopo la Puglia con un terzo della produzione totale. Dati questi emersi, assieme a molti altri, all’ultimo convegno sul settore uva da tavola organizzato da Syngenta proprio in Sicilia ospite del Mensile Agrisicilia.

Non solo dati economici ma anche confronti con scenari internazionali, nuove tecniche colturali e i prodotti a marchio Syngenta per migliorare la qualità delle uve da tavola a tutto vantaggio della produzione. Tra gli esempi di concorrenza internazionale è stato più volte citato il Cile, oggi primo produttore mondiale dopo aver scalzato l’Italia. Il Paese sudamericano ha puntato tutto, è emerso nel corso del convegno, sulla produzione di uva senza semi.


Un momento del convegno

Due relatori del convegno, Mario Colapietra, ricercatore di viticoltura e Tiziana Sarnari di Ismea, hanno fornito alla platea i dati economici dello scenario nazionale e internazionale della produzione attuale, gli andamenti di mercato, le difficoltà dovute alla problematica commercializzazione e al calo dei prezzi di vendita che rendono oggi poco competitive le aziende italiane. E la soluzione rimane sempre la stessa: adeguarsi alle richieste di mercato per essere competitivi e veder pagato il proprio prodotto.

E’ ciò che ha fatto il Cileha spiegato Colapietra – che oggi è il maggiore fornitore del mercato statunitense. In Italia siamo più legati a varietà e sistemi colturali consolidati. Io spero che i nostri produttori possano almeno impiantare alcuni filari, in modo da verificare quale possa essere il vero apporto in termini di qualità e quantità”.

Tiziana Sarnari, analista di Ismea, ha invece fornito alla platea dati riguardanti la produzione italiana: 37.000 ettari coltivati a vigneto, di cui 24.000 in Puglia e quasi 10.000 in Sicilia. E tre sono ad oggi i marchi nazionali di qualità: l’uva di Puglia, l’uva da tavola di Mazzarrone e quella di Canicattì. “L’analisi strutturale - ha spiegato Sarnari - ci dice che ancora soffriamo per la difficoltà di concentrazione dell’offerta. Soluzione questa che potrebbe davvero fare la differenza nell’approccio al mercato di casa nostra e internazionale".

A conclusione della giornata di studi la parola è passata a Mauro Coatti, responsabile tecnico di Syngenta, per illustrare i quattro principali prodotti che oggi Syngenta mette a disposizione degli agricoltori per proteggere le produzione dagli attacchi dei principali agenti patogeni: Pergado, CidelySwitch e Geoxe.

Pergado è un prodotto utilizzato contro la Peronospora, l’infezione della vite che attacca pesantemente le prime fasi vegetative della vite e le foglie. E’ un fungicida che ha un’ottima resistenza al dilavamento delle piogge, anche dopo poche ore di trattamento.

Il Cidely è un fungicida che permette di combattere l’oidio ed ha una lunga persistenza d’azione (10-12 giorni) e protegge il grappolo nella fase molto delicata di ingrossamento dell’acino.

Switch, registrato come antibiotrico, permette di combattere la botrite o muffa grigia, causata dal fungo “Botrys cinerea”, una delle principali malattie della vite. E’ una malattia che provoca gravi danni alle colture e che quindi mette a repentaglio grandi quantità di produzione nei territori vocati, Puglia e Sicilia. La botrite ha delle ripercussioni negative anche sulla produzione del vino poiché riduce la capacità fermentativa del mosto, distrugge alcuni composti aromatici tipici, porta alcune modifiche e difetti nel vino, soprattutto agli odori e agli aromi. Switch combatte anche i marciumi secondari del grappolo, causati da funghi secondari, Aspergillus e Penicillium. Esso si basa su due principi attivi, Fludioxonil (fenilpirrolo) e Cyprodinil (anilinopirimidina) che permettono non solo di combattere, ma anche di prevenire l’insorgenza di queste muffe.

L’azienda punta molto sulla sostenibilità ambientale: per questo, sono state illustrate le tecniche colturali, nonché di gestione del campo (le cosiddette “buone pratiche” che permettono di ridurre al minimo i danni per l’ambiente dovuti all’utilizzo di prodotti chimici). “Le buone pratiche – ha detto Giacomo Purromuto, esperto di sostenibilità in agricoltura e responsabile per Syngenta per Sicilia e Calabria – non sono un peso, sono un’opportunità. Le migliori pratiche migliorano ciò che già si fa con soluzioni che considerano l’azienda nel suo insieme. E’ importante adeguarsi all’evoluzione del sistema normativo: l’uso sicuro dei prodotti oggi è un’esigenza ineludibile”.

Spazio anche per una premiazione a conclusione del convegno. Mario Colapietra ha infatti consegnato a un produttore di Mazzarrone, la targa del “Premio bacca d’Argento” a Emanuele Bellassai, premiato per la sua trentennale produzione di qualità nell’ambito del 19° convegno “Uva da tavola”.


La consegna della targa del Premio bacca d’Argento a Emanuele Bellassai