La cimice asiatica desta crescenti preoccupazioni, data la sua elevata polifagia e potenzialità riproduttiva. Come ogni altro "alieno" giunto in Italia, ha richiesto tempo per essere rilevato e in seguito compreso negli aspetti biologici e agronomici. Ora le linee di difesa si stanno però serrando, con il mondo tecnico sempre più attrezzato per fronteggiare l'invasione di Halyomorpha halys.
Per condividere i temi del monitoraggio e del controllo dell'insetto giunto dall'Oriente si è tenuto un incontro tecnico presso la sede di Asprofrut Piemonte, a Lagnasco, in provincia di Cuneo, organizzato in collaborazione con Assortofrutta, Agrion e Sipcam Italia.

Gli argomenti posti sul tavolo sono stati portati da diversi tecnici ed esperti giunti da Piemonte ed Emilia Romagna, come per esempio Pier Paolo Bortolotti, del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, il quale ha condiviso le più recenti evidenze relative al monitoraggio e controllo della cimice asiatica nella provincia emiliana. Oltre che sul monitoraggio del territorio, che ha rivelato l'ampia diffusione che questo parassita ha ormai raggiunto, la sperimentazione sta procedendo anche sugli insetticidi potenzialmente utilizzabili, come piretroidi, neonicotinoidi, fosforoganici e anche alcuni prodotti biologici. Nulla viene trascurato, dalle trappole alle barriere fisiche, fino agli usi di potenziali antagonisti.
 
Estremamente polifagia, Halyomorfa è stata rinvenuta su pomacee, drupacee, olivo e vite, ma anche su altre frutticole come kaki e kiwi. Non risultano esenti nemmeno fragola, mais, sorgo, girasole, soia, erba medica e pomodoro da industria. Inoltre, le sue grandi capacità riproduttiva danno origine a più generazioni, spesso sovrapposte fra loro. Molto mobile e vitale, Halyomorfa risulta perniciosa nei riguardi soprattutto dei frutti. Gravi per esempio i danni su pero, i quali hanno toccato punte prossime al 50% sulle varietà più sensibili a buccia sottile.

Le esperienze piemontesi sono state invece condivise con la platea da Graziano Vittone, di Manta (Cn). In Piemonte, dove l'insetto colpisce anche il nocciolo, ci si sta adoperando per individuare il momento preciso di fuoriuscita dai ricoveri invernali, tramite l'usi di rifugi artificiali appositamente allestiti nell'anno 2015. Grande attenzione anche allo studio dell'epoca di migrazione degli adulti e al monitoraggio delle ovature. Purtroppo, dato l'arrivo recente in Italia dell'insetto, nessuna etichetta di insetticida riporta espressamente la cimice asiatica, tranne acetamiprid su pomacee.

Fra i prodotti attualmente autorizzati, inseriti nei disciplinari di lotta integrata, alcuni si sono mostrati efficaci in modo soddisfacente, come clorpirifos, thiametoxam, etofenprox e lambda cialotrina. Vanno comunque approfondite le conoscenze sull'efficacia nei diversi stadi, perché non sempre questa si è rivelata costante nell'anno. Oltre alle limitazioni di etichetta, come pure nei disciplinari di produzione, si devono sempre e comunque tenere in debita considerazione gli artropodi utili e gli impollinatori, posizionando tempestivamente i trattamenti al fine di limitare la diffusione dell'insetto.

Alessandro Capella, responsabile Sviluppo di Sipcam Italia

Alessandro Capella, di Sipcam Italia, ha quindi illustrato le possibili strategie di controllo. Vi è infatti una novità in arrivo nel catalogo della Società italiana e porta il nome di Runner Lo, prodotto attualmente in corso di registrazione a base di clorpirifos metile, studiato appositamente per ridurre odori e derive indesiderate.
Fondamentale appare peraltro l'approccio integrato, basato sulla conoscenza dell'etologia di questo fitomizo. In tal senso appare determinante il monitoraggio visivo e con trappole. Risultati ottimali si possono infine ottenere applicando tempestivamente su adulti svernanti e neanidi di prima generazione. Ciò permette di scongiurare danni precoci e una successiva crescita della popolazione.

Scarica la nota tecnica sulla cimice asiatica, prodotta da Sipcam Italia