Non usa mezze parole il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, per spronare gli attori della filiera ad adottare le linee guida del Protocollo d’intesa della Regione Emilia Romagna – Campagna 2014 sulla prevenzione da micotossine nel mais ad uso zootecnico. “Bisogna lavorare insiemeha detto commentando la firma del protocollo che prende il via oggi - per una maggiore trasparenza nella filiera maidicola e frenare le massicce importazioni di derrate provenienti dall’estero, spesso di dubbia qualità”. Il riferimento è chiaro, basta tornare allo scorso 12 giugno quando un carico di mais ucraino è stato messo sotto sequestro al porto di Ravenna perché contaminato da diossine. E nel momento in cui è scattata l’allerta, una partita era già stata commercializzata.

La zootecnia emiliano romagnola che dà valore alle eccellenze dell’agroalimentare regionale, basa la propria sostenibilità su materie prime di qualità e prive di ogni contaminante: una sicurezza sia per l’animale allevato che per il consumatore finale.

“Pertanto – osserva Garagnani - questo protocollo d’intesa diventa, ogni anno di più, un passo obbligatorio per tutti. E a tutela del produttore, si rammenta che nel testo è menzionata la possibilità di richiedere sempre il campionamento delle partite in entrata, in modo da procedere immediatamente con le analisi di laboratorio e consentire la eventuale segregazione delle partite non conformi”.

Il piano di autocontrollo aziendale, siglato da Confagricoltura Emilia Romagna – e che viene sottoscritto ogni anno - individua procedure e strumenti per prevenire la formazione e la diffusione delle micotossine in campo e nella fase di accettazione e stoccaggio. Nelle annate climaticamente normali, il protocollo ha sempre assicurato un monitoraggio continuo e un’allerta preventiva, impedendo con efficacia il passaggio delle micotossine alla filiera alimentare. È evidente però che quando l’incertezza climatica è molto alta, come in questo periodo, le criticità aumentano esponenzialmente.

Dobbiamo assolutamente garantire – è la chiosa del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna - che il poco mais prodotto in Italia e quello importato, abbiano queste caratteristiche”.