Situazione nettamente migliore quest’anno sul fronte ticchiolatura, sia in Trentino che nelle province limitrofe. Nonostante il forte inoculo di fine marzo, le condizioni infettive sono state gestite con i trattamenti fitosanitari proposti e gli agricoltori sono riusciti a entrare negli appezzamenti per tempo. Questo è quanto emerso dall’incontro che si è svolto, nei giorni scorsi, alla Fondazione Mach, che ha coinvolto accanto ai tecnici di San Michele, i servizi di sperimentazione e di consulenza delle regioni frutticole del Nord Italia: Alto Adige, Friuli, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e, in particolare, l’Università di Bologna.

Per quanto riguarda in particolare il Trentino, pur in presenza di un forte inoculo, la strategia di difesa che ha corretto qualche lacuna del 2013 e le condizioni climatiche diverse hanno permesso un miglior controllo di questa patologia, che rappresenta la malattia fungina più pericolosa per il melo. Nel corso dell’incontro sono stati trattati vari temi: dalla gestione dell’inoculo dell’anno precedente alle condizioni climatiche e alle infezioni di ticchiolatura, dall’uso dei modelli previsionali e controllo dei capta spore, alle strategie proposte e i risultati ottenuti, dall’impiego di prodotti sperimentali ai dati parziali sulla resistenza.

I tecnici hanno ritenuto opportuno aumentare le sinergie fra le varie zone in riferimento alle prove sperimentali e alle attività di gestione della patologia che presenta comunque ancora alcune criticità. I rappresentanti dei vari servizi provinciali/regionali di competenza, inoltre, si attiveranno in sede di linee guida nazionali di difesa integrata per rivalutare, anche in vista di ulteriori limitazioni nell’uso delle sostanze attive per la ticchiolatura, le modalità di scelta dei prodotti fitosanitari. Questo per consentire all’agricoltore di gestire in modo ottimale la strategia di difesa dalla ticchiolatura e, più in generale, il controllo di tutte le avversità.