Sette miliardi di Euro in 7 anni. Queste le risorse a disposizione per le misure agroambientali definite dalla nuova Pac. È questa la cifra che impatta direttamente su chi utilizza o assiste gli utilizzatori professionali nell'uso di agrofarmaci e, in genere, nell'adozione di tecniche di produzione a basso impatto ambientale. 

Lo ha sottolineato Giuseppe Cacòpardi, Dg Sviluppo rurale del Mipaaf, nell'ambito del primo appuntamento del Forum Agricoltura Sostenibile, organizzato da AgroNotizie - Image Line in Fieragricola (Verona, 6 febbraio 2014), al quale hanno partecipato Lorenzo Faregna, direttore Federchimica-Agrofarma; Tiziano Galassi, Servizio fitosanitario Regione Emilia Romagna (membro del Gruppo nazionale difesa integrata); Floriano Mazzini, Servizio fitosanitario Regione Emilia Romagna (membro del Consiglio tecnico scientifico del Pan), Anna La Torre, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Centro di Ricerca per la patologia vegetale - Roma).

"La direttiva sull'uso sostenibile (insieme al relativo decreto di recepimento, ndr) prevede l'obbligo di compilazione del registro dei trattamenti con la novità del termine entro cui farlo: la data di raccolta. Con questa modalità, il registro è il mezzo attraverso il quale l'agricoltore riesce a dimostrare rapidamente a chi ritira il raccolto quali sono i prodotti che usato. È uno strumento di sicurezza maggiore, anche per il consumatore".

Fra gli adempimenti al servizio della sostenibilità in agricoltura vi è la formazione.
"È uno dei pilastri della direttiva e del Pan" segnala Floriano Mazzini, Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna (membro del Consiglio tecnico scientifico del Pan). "Un nuovo sistema di formazione in grado di garantire che ognuno dei soggetti coinvolti siano a conoscenza dei rischi e pericoli per l'ambiente dell'uso dei prodotti fitosanitari. In realtà nel nostro paese esiste dal 1968: l'anno di introduzione del patentino - ha detto Mazzini -. In Italia siamo qui già molto avanti rispetto all'Europa; necessita solo di un adeguamento alla direttiva". La vera novità è la formazione dei consulenti, coloro che devono accompagnare gli agricoltori nell'uso dei prodotti fitosanitari, sia per l'agricoltura integrata, sia per il biologico.

Le Regioni, entro la fine del 2014, dovranno approvare i provvedimenti per dettagliare come continueranno a gestire il rilascio dei certificati di abilitazione all'uso degli agrofarmaci (ex patentini) e dei certificati di abilitazione alla vendita (ex autorizzazione alla vendita); dovranno definire ex novo un sistema analogo per l'abilitazione dei consulenti allo svolgimento della loro attività.
Il sistema di formazione verrà attivato per il 26 novembre 2014 ed entrare a pieno regime un anno dopo.

Tra le  novità del nuovo provvedimento, anche il fatto che il certificato di abilitazione all'uso (ex  patentino) servirà per acquistare tutti i prodotti ad uso professionale, quindi anche i prodotti classificati come irritanti, quali con l'indicazione manipolare con prudenza e quelli non classificati.
Saranno invece definiti i prodotti "per uso non professionale" (giardino o orto domestico) ed è previsto un decreto del ministero della Salute che è in fase di approvazione.

Altra novità: il certificato di abilitazione diventa nominale (è solo del titolare); con il nuovo sistema (dalla fine di quest'anno) tutti coloro che manipolano il prodotto dovranno disporne.

Tiziano Galassi, Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna (membro del Gruppo nazionale difesa integrata) ha preso in esame gli aspetti legati direttamente all'attività in azienda agricola. In primis il controllo funzionale delle attrezzature a cui dovranno essere sottoposte tutte le macchine agricole destinate alla distribuzione entro il 26 novembre 2016.
"Il controllo funzionale di un'attrezzatura richiede molto tempo, ma non vi sono ancora molti centri abilitati per questa attività - ha sottolienato -. Ad esempio in Emilia Romagna, per rispettare i tempi, sarebbe necessario che venissero sottoposte a controllo cinque macchine tutti i giorni per ognuno dei 20 centri autorizzati".
Ritmi molto difficili da ipotizzare anche se sono oltre 600.000 le macchine che devono essere sottoposte a controllo funzionale.
Tre le tecniche di difesa delle colture che possono essere adottate dalle aziende agricole già dal 1/1/2014:
- difesa integrata obbligatoria
- difesa integrata volontaria
- difesa biologica

Difesa integrata obbligatoria
In questa modalità produttiva non ci sono limitazioni nei prodotti impiegabili, rispetto a quanto autorizzato dal ministero della Salute. C'è quindi uno obbligo di conoscere, disporre o avere accesso a dati meteo, bollettini territoriali, soglie di intervento, materiale informativo e manuali, strategie antiresistenza, risultati delle reti di monitoraggio. Obbligo di conoscenza ma nessun obbligo applicativo.
Secondo Cacòpardi, "l'agricoltore dovrà dimostrare di essere informato, in particolare grazie alla rete, sulle previsioni meteo, sulle caratteristiche e sui rischi insiti nei prodotti, sul monitoraggio delle avversità."
Essendo un misura obbligatoria non sono disponibili risorse finanziarie per le imprese agricole. Esiste solo la possibilità di finanziare i consulenti che fanno monitoraggio.

Difesa integrata volontaria

La figura del consulente sarà ancora più importante nella difesa integrata volontaria che prevede di "applicare norme tecniche di coltura con vincoli relativi a limitazioni nei prodotti utilizzabili, limitazioni nel numero degli interventi, obbligo di applicare soluzioni antiresistenza, alcune soglie di intervento, alcuni monitoraggi".
Si tratta dell'applicazione degli ormai famosi Disciplinari di produzione integrata; per questo tipo di attività le Regioni possono intervenire finanziariamente con i Psr finanziando anche i consulenti.
Una vera opportunità di lavoro in questo ambito: solo in Emilia Romagna fino a qualche anno fa operavano oltre 400 tecnici, mentre ora sono appena 200. Grazie alle misure previste da questa tipologia di agricoltura, il numero di consulenti potrebbe nuovamente aumentare.

Difesa biologica
Anna La Torre, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Centro di Ricerca per la patologia vegetale - Roma), ha esaminato quest'ultima tecnica di difesa.
Il Pan prevede l'aumento dell'estensione dell'agricoltura biologica. Oggi in Italia, la Sau interessata al biologico è di circa 1 milione di ettari e interessa approssimativamente 50.000 aziende. Leader in Europa per numero di operatori e seconda per Sau dopo la Spagna.
La Torre ha affermato che "avevamo richiesto di indicare in Pan il raddoppio della Sau a biologico, elemento poi che non è stato inserito". Tanti i compiti del Mipaaf e delle Regioni nell'ambito dell'agricoltura biologica tra cui l'individuazione di strumenti finanziari; ma ai fini pratici resta in vigore la precedente normativa e per gli agricoltori non cambia nulla.

Lorenzo Faregna, direttore di Agrofarma, ha portato il punto di vista di Federchimica sul nuovo Pan. "Condividiamo in toto tutti i principi della direttiva sostenibile sull'uso degli agrofarmaci" ha sottolineato. "Ma non dobbiamo negare che il nostro Pan è decisamente più pesante e ingerente rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda gli adempimenti previsti e il quantitativo di norme e modalità applicative previste".

In chiusura dei lavori, Giuseppe Cacòpardi ha ricordato che "il regolamento 1305/2013 (nuova Pac, ndr) prevede all'articolo 28 le misure agroambientali, che le regioni devono inserire nei propri Psr. Nell'allegato al regolamento, le misure finanziarie che stanziano fino a 600 euro ettaro per le annuali e fino a 400 per le poliennali".
Inoltre "il contributo comunitario fino a 1.500 euro a consulenza potrà essere erogato direttamente al professionista per ogni consulenza nell'ambito dell'uso sostenibile degli agrofarmaci e questo favorirà l'aumento della professionalità in agricoltura e della sicurezza alimentare".


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Prima parte


Seconda parte


Relazioni sul Piano d'Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari

Relazione di Floriano Mazzini
 

Relazione di Tiziano Galassi
 

Relazione di Anna La Torre
 

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