Sostenibilità è il concetto che vedremo sempre più spesso affiancare la difesa delle colture.
Ma come rendere praticamente applicabile questa definizione astratta al mondo reale dell’azienda agricola?

 

Una prima risposta viene dal gruppo di lavoro creato da Horta, Università Cattolica di Piacenza, Regione Emilia Romagna e Syngenta che in alcuni anni di lavoro ha messo a punto una pubblicazione dal titolo 'Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari', opera che ha come obiettivo quello di prendere in considerazione le migliori pratiche da attuare durante tutte le fasi di vita di un agrofarmaco presso l’azienda agricola, dall’acquisto fino allo smaltimento dei rifiuti.

 

La presentazione della pubblicazione, composta da un manuale di 120 pagine e da una serie di check-list per valutare i punti critici della gestione degli agrofarmaci in azienda agricola, è avvenuta a Roma, con la partecipazione di rappresentanti dei tre ministeri coinvolti nella problematica (Salute, Ambiente e Agricoltura) e dei partner che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera.

 

 

L’introduzione dei lavori, a cura di Luigi Radaelli (AD Syngenta), ha messo in luce l’obiettivo primario: contribuire allo sviluppo dell’agricoltura italiana, che deve essere di successo non solo sotto il profilo economico e qualitativo, ma anche sotto il profilo sociale ed ambientale, con una particolare attenzione alla tutela del bene pubblico.

 

Pasquale Cavallaro (ministero della Salute) ha presentato una relazione su 'La tutela della salute umana nel contesto del regolamento CE 1107/2009', regolamento entrato in vigore il 14 giugno 2011 ed attuato con i regolamenti 540/2011, 541/2011 e 542/2011 (trasposizione delle molecole approvate), 544/2011 (requisiti dati per le sostanze attive), 545/2011 (requisiti dati per preparati commerciali), 546/2011 (principi uniformi di valutazione) e 547/2011 (etichettatura, frasi di rischio e consigli di prudenza).
Particolare enfasi è stata data alle nuove procedure che permetteranno di aumentare ulteriormente il livello di tutela della salute umana: i gruppi vulnerabili, le sostanze a basso rischio, le sostanze candidate alla sostituzione, la valutazione comparativa ed i criteri di cut-off. La relazione ha infine evidenziato come avvengono i due tipi di registrazione: autorizzazione “zonale” e mutuo riconoscimento.
Secondo Cavallaro “lo scenario normativo comporterà un mutamento delle pratiche agricole; se questo cambiamento sarà colto in maniera positiva e costruttiva si potrà tradurre in un incremento della qualità delle nostre produzioni agroalimentari che avranno dalla loro il valore aggiunto della sicurezza e della salubrità”.

 

Carlo Zaghi (ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare) è invece intervenuto su 'La tutela dell’ambiente nel contesto della Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari'  facendo un dettagliato punto della situazione normativa che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci.
Presso il ministero dell’Ambiente è stato istituito un tavolo tecnico istituzionale per la definizione del Pan (Piano di azione nazionale) che avrà la sua prima riunione il 19 luglio 2011 con l’obiettivo di concertare le parti e definire lo schema di decreto di recepimento entro 25 novembre 2011 ed i successivi adempimenti previsti.
Tra i punti di forza per l’applicazione del Pan sono stati evidenziati la disponibilità del Comitato nazionale di difesa integrata, la disponibiltà delle strutture tecniche per il controllo delle macchine irroratrici e l’ampia diffusione della difesa integrata in Italia.

Tra i punti critici sono stati evidenziati la scarsità di attività di ricerca mirata sulle tecniche di difesa integrata, la disomogeneità della formazione e l’elevata presenza di aree sensibili che richiedono specifiche azioni di tutela.
Secondo Zaghi “il Pan può costituire un’occasione per realizzare condizioni di contesto favorevoli alla diffusione dell’innovazione tecnologica e alla promozione dell’immagine del prodotto italiano”.

 

 

Ettore Capri (Università Cattolica del Sacro Cuore) ha presentato 'Gli obiettivi del progetto Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari'. In particolare è emerso come la collaborazione tra i diversi attori abbia permesso di sviluppare una visione comune e di raggiungere soluzioni tecniche pratiche ed efficaci, che riducono o attenuano i rischi, e ad aumentare la qualità della produzione e la sicurezza alimentare nell’ottica di un’agricoltura sostenibile.
In questo contesto la guida ha come obiettivo quello di migliorare la gestione degli agrofarmaci all’interno dell’azienda agricola nella consapevolezza che la promozione di soluzioni adeguate richiede un approccio interdisciplinare (collaborazione tra diversi stakeholders: agricoltori, industrie, amministratori, accademia) e l’integrazione di conoscenze di tipo differente.

 

Pierluigi Meriggi (Horta S.r.l.) ha spiegato la 'Struttura e contenuti delle linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari'. Il volume accompagna l’agricoltore nelle sei fasi della sua attività a contatto con gli agrofarmaci: l’acquisto e trasporto, lo stoccaggio, la pianificazione del trattamento e preparazione della miscela, il trasferimento in campo, l’esecuzione del trattamento, le operazioni successive al trattamento (gestione dei reflui, lavaggio delle attrezzature e smaltimento dei rifiuti).
Ogni capitolo è strutturato con punti chiave, priorità, diagrammi di flusso, schemi, e descrizione degli aspetti strutturali e comportamentali per un uso sostenibile dei prdotti fitosanitari.
Oltre al volume sono state rese disponibili una serie di Check-list che permettono di individuare i punti critici dell’azienda agricola sia in termini strutturali che comportamentali.

 

L'ultimo intervento è stato affidato a Giuseppe Blasi (Mipaaf) con una serie di considerazioni sul tema 'Direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari: implementazione e ricadute nazionali'.
Secondo Blasi l’agricoltura italiana ha una grande (ma ultima) occasione per valorizzare il proprio prodotto e la propria professionalità e non va sprecata. E’ necessario appendere dagli sbagli del passato, "consapevoli che stiamo operando in un sistema che non cammina come dovrebbe anche perché troppo frammentato".
In 20 anni l’Italia ha messo a punto il sistema di difesa integrata su base volontaria più evoluto in Europa, investendo oltre 3 miliardi di euro per consolidare un sistema produttivo, favorire l’uso del quaderno di campagna, aumentare la sicurezza alimentare, inserimento e controllo delle norme legate alla condizionalità.

 

Giuseppe Blasi, Mipaaf

Nel decreto in preparazione emerge come la tentazione di andare 'ognuno per sé' sia elevatissima; ma non va sprecata l’unica occasione per far funzionare in modo armonico quanto sviluppato in 20 anni di difesa integrata.
Per questo l’amministrazione pubblica cercherà di operare in stretto contatto con l’agricoltore senza definire preventivamente gli intermediari; sarà l’agricoltore a scegliere con chi lavorare sul territorio in base all’esperienza e professionalità manifestate.

Al termine, il moderatore dell’incontro, Aldo Ferrero (Università degli Studi di Torino) ha condotto il dibattito. 

 

Maggiori informazioni al sito www.agricoltura-responsabile.it

A cura di Ivano Valmori