La Ong Transport & Environment accusa gli Stati europei di "bruciare" ogni giorno l'equivalente di 15 milioni di pagnotte per alimentare le auto. Secondo "uno studio" - redatto dalla stessa T&E - "le lobby dei biocarburanti" ePure ed European Biodiesel Board starebbero facendo pressione (si sottintende su Bruxelles, ma non lo dice esplicitamente) per rimpiazzare le importazioni di olio dalla Russia con "frumento, mais, orzo, girasole, colza e altri oli vegetali". Il messaggio contenuto nello studio in questione è che la produzione di etanolo in Europa consuma ogni giorno 10mila tonnellate di frumento, ovvero l'equivalente di 15 milioni di pagnotte.

 

Sempre secondo la Ong, perfino dedicare il 10% della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) europea non basterebbe a compensare le mancate importazioni di olio vegetale dalla Russia, affermazione forse vera, ma che non c'entra assolutamente niente con il frumento consumato per produrre alcol. Non è chiaro perché, né quale sia il nesso con la produzione europea di biocarburanti, ma l'articolo segnala che l'Egitto dipende per il 60% dal grano importato da Russia e Ucraina. L'appello alle autorità europee è di vietare l'utilizzo di prodotti agricoli alimentari per la produzione di biocarburanti perché, sempre secondo la visione di T&E, così si riuscirebbe ad abbassare il prezzo delle derrate alimentari. La lettera aperta si conclude con l'elenco delle organizzazioni ecologiste firmatarie.

 

Il testo è molto breve ma bisogna dare atto ai redattori della grande capacità di coinvolgimento emotivo. La metafora delle pagnotte tolte ai poveri per alimentare le auto dei ricchi è però un déjà vu. Quasi tutte le Ong anti biocarburanti ed i blog degli attivisti hanno vignette che mostrano un signore obeso dai lineamenti europei, alla guida di un Suv o di una sportiva, che toglie del cibo ad un indigente dalle sembianze africane o asiatiche. La stessa vignetta appare talmente su tanti siti che è perfino difficile capire chi sia l'autore.

 

Se lasciamo da parte l'emotività ed il buonismo e ci concentriamo sul contenuto del testo, osserveremo alcune contraddizioni e informazioni dubbiose, se non addirittura manipolatorie:

  • Da quale statistica si desume che 10mila tonnellate al giorno di frumento finiscano indirettamente nei serbatoi delle auto? L'articolo include un link allo studio della stessa T&E. La Foto 1 dello studio riporta dei numeri citando genericamente tre fonti - fra le quali una delle "lobby" incolpate - ma non fornisce né i link né i titoli dei documenti o i database specifici dai quali i numeri sono stati tratti, né dettaglia i calcoli.
  • Come farebbero "le lobby" a rimpiazzare l'olio importato dalla Russia con "frumento, mais, orzo, girasole, colza e altri oli vegetali"? Vada per "colza e girasole", ma con frumento e orzo non si può produrre olio, e l'olio di mais è in realtà un sottoprodotto con più valore per il mercato alimentare che per quello energetico.
  • Ammesso e non concesso che sia vero che si consumano 10mila tonnellate al giorno di frumento per produrre alcol, questo influisce davvero sul prezzo della pasta o del pane? Stando ai dati ufficiali, ogni anno nell'Unione Europea vengono buttate nella spazzatura 88 Mton di cibo ancora edibile, che significa 241.096 tonnellate/giorno. Quindi circa 24 volte in più dell'ipotetico spreco di frumento.
  • Per quale motivo il frumento che noi europei consumiamo per produrre etanolo dovrebbe intaccare le forniture di grano all'Egitto?

 

Per capire se e fino a che punto la produzione di biocarburanti possa incidere sui prezzi del mercato alimentare dobbiamo analizzare più dati nell'insieme.

 

Il mix dei biocarburanti

Secondo l'Eurobarometro dei Biocarburanti, edizione 2021, i consumi di biocarburanti nei trasporti nel 2020 sono quelli riportati nella Foto 1. Si osserva come la parte del leone corrisponda al biodiesel, che però è prodotto con olio vegetale - e in minore misura grassi animali di scarto - non di certo con frumento. Osservare che le quantità sono espresse in Tonnellate Equivalenti di Petrolio (Tep). Per convertire le Tep in m3 o in tonnellate di etanolo si applicano i seguenti fattori (Fonte: Eurostat):

  • 1 tonnellata bioetanolo = 0,64 Tep
  • 1 m3 bioetanolo = 0,51 Tep

Quindi, la quantità di bioetanolo consumata in Europa nel 2020 è stata di 2.445.700 Tep/0,51/365 = 4.795.490 m3 = 13.138 m3/giorno, ovvero 2.445.700 Tep/0,64/365 = 10.470 tonnellate/giorno.

 

Grafico: Consumi di biocarburanti in Europa nel 2020 (in kTep)

Foto 1: Consumi di biocarburanti in Europa nel 2020 (in kTep). Dati Eurobarometro dei Biocarburanti 2021 di Eurobserv-ER, grafica dell'autore

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Le materie prime per produrre bioetanolo

L'Eurobarometro riporta i consumi, ma non riporta quali siano le percentuali di etanolo importate e prodotte nell'Ue, né le materie prime utilizzate per la produzione. Secondo le statistiche di ePure nel 2020 la produzione europea di etanolo è stata di 5,81 M m3, di cui 4,60 Mm3 (79%) destinati a combustibile. La differenza si ripartisce per due terzi ad uso industriale e un terzo per l'industria alimentare e delle bevande. Le materie prime utilizzate sono riportate nella Foto 2.

 

Grafico: Percentuali di produzione di etanolo e consumi di materia prima

Foto 2: Percentuali di produzione di etanolo e consumi di materia prima. Dati e grafica ePure, testi in italiano dell'autore

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Stando a questi dati, il consumo giornaliero di frumento per la produzione di etanolo è pari al 79% di 2.920.000 tonnellate/365 giorni = 6.334 tonnellate/giorno. Quindi i calcoli della Ong sono molto sovrastimati.

 

Incidenza della produzione di bioetanolo sul prezzo del frumento

Avendo verificato quale sia effettivamente il consumo di frumento nell'industria dei biocarburanti, ci resta da verificare se davvero possa avere un impatto rilevante sui prezzi alimentari. Stando alle affermazioni di ePure, assieme ad ogni tonnellata di etanolo viene prodotta 1 tonnellata di proteina vegetale di qualità, utilizzata in mangimistica. Pertanto, il dilemma "fuel Vs food" che propongono le Ong non esiste.

 

Verifichiamo se è vero: secondo dati ufficiali Eurostat, da 1 tonnellata di cereali si ricavano 0,39 m3 di etanolo e 0,34 tonnellate di "grano da distillazione secco" (Ddgs, Distillers Dried Grains). Poiché la densità dell'etanolo è pari a 0,789 tonnellate/m3, riportando i dati in unità coerenti ne risulta che 1 tonnellata di cereali produce 0,307 tonnellate di etanolo e 0,340 tonnellate di mangime proteico, quindi l'approssimazione 1 tonnellata di etanolo = 1 tonnellata di mangime è arrotondata un po' al rialzo ma concettualmente giusta. ePure non segnala però in cosa si trasformi la frazione di 0,353 tonnellate di cereali che non diventa né mangime proteico e né alcol. Dalla teoria classica della fermentazione (vedere nota alla fine) riscontriamo che detta frazione si perde come CO2 durante il processo. Deduciamo quindi che il processo di produzione dell'etanolo non è efficientissimo e spreca una frazione - per la precisione il 35,3% - del totale di frumento utilizzato.

 

La controargomentazione di T&E contenuta nello studio già citato non considera questo aspetto e si incentra invece su questioni di tipo ideologico. La Ong sostiene la tesi del veganismo, secondo la quale gli europei dovrebbero smettere di mangiare carne così sarebbero da eliminare gli allevamenti assieme alle distillerie per dedicare tutta la produzione cerealicola ad alimentazione umana. Ma è vero che l'allevamento di bestiame produce un deficit nella fornitura di frumento per alimentazione umana?

 

Secondo il database Eurostat la produzione europea di frumento nel 2020 è stata di 119,1 Mton. Sempre secondo Eurostat, le esportazioni di frumento nel 2020 sono state di 7.165 M€ e le importazioni di 1.157 M€, quindi l'Unione Europea è un esportatore netto, per valore di 6.007 M€. Il prezzo internazionale medio del frumento nel 2020 è stato di 313,55 euro/tonnellata, quindi la quantità esportata è di 19,16 Mton.

 

La Foto 3 mostra le percentuali della produzione di frumento consumate per la produzione di etanolo, le esportazioni extra Ue, e la frazione consumata dall'industria europea (insieme dell'industria alimentare e altri usi diversi dall'alimentare e l'etanolo, perché le statistiche non forniscono un maggiore livello di dettaglio).

 

Grafico: Destinazione della produzione di frumento europeo

Foto 3: Destinazione della produzione di frumento europeo. Elaborazioni dell'autore in base ai dati dalle diverse fonti citate in questo articolo

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Qualche riflessione finale

Riassumendo le nostre indagini:

  • Solo il 2,45% del frumento prodotto in Europa viene destinato a produrre etanolo. Risulta alquanto improbabile che una percentuale così piccola possa avere un qualche influsso sul prezzo dei prodotti alimentari.
  • L'Europa non dipende né dall'Ucraina né dalla Russia per la fornitura di frumento, anzi, ne è un esportatore netto.
  • Le argomentazioni degli ecologisti sui possibili aumenti di produzione di biocarburanti che vanno ad intaccare le riserve alimentari sono puramente allarmistiche. Il fatto è che l'industria dell'etanolo lavora già ad una capacità molto vicina al suo massimo, quindi gli eventuali aumenti nel consumo di frumento sarebbero al massimo di qualche punto percentuale.
  • I dati statistici di accesso pubblico non includono mai l'ultimo anno, si fermano sempre al penultimo. Che senso ha polemizzare sui consumi del 2020 in un 2022 che sarà del tutto straordinario?
  • Le cause dei rincari di pane e pasta sono molteplici e interdipendenti.

 

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Suggerire che basta vietare l'allevamento di bestiame e la produzione di alcol combustibile per compensare tali aumenti è puramente disinformativo, oltre che naïf. Così come lo sono anche l'equazione "alcol combustibile = pagnotte tolte ai poveri" ed il generoso arrotondamento al rialzo della quantità di grano presuntivamente sottratto all'alimentazione.

 

Nota sulla fermentazione dell'amido

La produzione di etanolo a partire da amido richiede un processo a due stadi: la saccarificazione dell'amido, per formare glucosio, e la fermentazione di quest'ultimo che effettivamente produce l'alcol. La stechiometria della fermentazione alcolica (Schweinberger et al. 2019) è quella riportata di seguito.

 

La stechiometria della fermentazione alcolica