"La proposta avanzata da Trump nel suo discorso, di avviare un negoziato per un nuovo accordo, è quindi destinata ad un nulla di fatto. Inoltre, l'accordo di Parigi prevede tempi di uscita molto lunghi; la mossa di Trump non produrrà quindi effetti concreti fino al 4 novembre 2020, data in cui gli Stati Uniti potranno formalmente abbandonare l'accordo".

La valutazione, tranchant e senza appello, è apparsa sul sito Climalteranti.it, portale scientifico-divulgativo che contiene "Notizie e approfondimenti sul clima che cambia", come recita il claim del sito/blog di formazione e discussione sul tema dei cambiamenti climatici.
Il coordinatore del comitato scientifico è Stefano Caserini, ingegnere ambientale e titolare del corso di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano.
Ed è proprio lui a censurare l'abbandono dell'accordo di Parigi da parte degli Stati Uniti, in un post articolato, steso con il contributo di Gabriele Messori, Mario Grosso e Sylvie Coyaud.

"La decisione di Trump avrà come principale effetto il disimpegno degli Usa nel rilancio degli impegni di riduzione a livello globale, e i danni saranno soprattutto per gli stessi Stati Uniti", prosegue Caserini.

Il discorso di Trump che giustifica l'uscita dall'intesa raggiunta, peraltro faticosamente, nel 2015, è bollato dagli autori come inconsistente e miope: "Tesi senza fondamento che assomigliano da vicino agli argomenti con cui nel corso degli anni ha denigrato o deriso la scienza del clima".

Caserini e i suoi contributor mettono tuttavia in evidenza che, nonostante le decisioni del presidente americano Trump, "l'economia, i capitali, gli investimenti stanno già andando dalla parte giusta. Non è un caso che un'azienda americanissima come Tesla, che oggi più di chiunque altro incarna la visione di un mondo decarbonizzato, abbia ormai superato in capitalizzazione di borsa colossi come Ford e General motors. E a questo punto anche Musk abbandona il suo ruolo di consigliere di Trump, avendo evidentemente molto di meglio da fare".

Secondo Climalteranti, le scelte di Trump forse utilizzano "il clima come un diversivo, un modo per spostare l'attenzione dalle difficoltà politiche che sta incontrando in patria".