L'Italia è il terzo produttore di biogas al mondo in agricoltura e il giacimento verde del Mezzogiorno può innescare fino al 2030 investimenti per 3,8 miliardi di euro nell'ipotesi più conservativa e di 5,6 miliardi di euro in quella più spinta, con ricadute economiche complessive che valgono un aumento dello 0,3% del Pil del Mezzogiorno, pari ad un valore che oscilla tra i 18,4 e i 27,4 miliardi di euro a seconda dello scenario evolutivo.
 
Di fronte a questi numeri, resi noti dal Consorzio italiano biogas sulla base delle stime tracciate nello scorso autunno dallo Studio Althesys, gli imprenditori agrozootecnici meridionali sono di fronte ad una scelta: costruire un impianto a biogas o un impianto a biometano, quest’ultimo ancora in attesa del definitivo decreto di regolazione del mercato.
 
E’ c’è chi, come Agrocepi  chiede al governo di affrettare i tempi per la pubblicazione decreto, promesso dal ministero per lo Sviluppo economico “entro l’estate”, una stagione che rischia di diventare molto corta, per via dell’imminenza della scadenza elettorale.

E c’è attesa per il prossimo 8 giugno, quando a Bologna si parlerà proprio di biometano, in una delle assisi convocate in occasione del G7, e il ministro per l’Ambiente, Gian Luca Galletti, anche lui insieme ai colleghi del Mise e del ministero per le Politiche agricole coinvolto nella redazione e firma del regolamento, trarrà le conclusioni innanzi ai rappresentanti delle varie categorie coinvolte.
 
“Un settore fondamentale per le imprese agricole e zootecniche del nostro paese è in attesa di una risposta non più procrastinabile. E’ fondamentale che le istituzioni preposte gliela diano al più presto possibile, Agrocepi insite sull’urgenza di questo provvedimento”. Così Il presidente nazionale di Agrocepi, Corrado Martinangelo, interviene sulla necessità di approvare il principale strumento che codificherà gli incentivi per i prossimi anni.
 
L’estate si avvicina e non vi è ancora traccia del decreto interministeriale sul biometano. Ma le imprese agricole e zootecniche hanno bisogno di certezze. A fine febbraio, non appena concluse le consultazioni pubbliche, in occasione di Biogas Italy, il ministero dello Sviluppo economico, per bocca di Giovanni Perrella, aveva definito “probabile” una definitiva approvazione entro l’estate di questo strumento normativo.
 
Il decreto prevede un sostegno ai biocarburanti avanzati che pone il biometano in prima linea, con un tetto di 1,1 miliardi di metri cubi, sufficiente a raggiungere il target di consumo al 2020 del 10% sul totale dei carburanti. E con la definitiva possibilità di immettere nella rete il metano ottenuto raffinando il biogas prodotto dalle aziende agrozootecniche.
 
Sul tema prende posizione anche Francesco Cicalese, responsabile del dipartimento Agroenergie di Agrocepi: “Viviamo una fase nella quale le imprese agrozootecniche hanno bisogno di maggiori certezze dal punto di vista normativo e delle incentivazioni, perché stanno programmando i loro investimenti, anche quelli energetici, e sarebbe auspicabile una definitiva approvazione del decreto interministeriale sulle incentivazioni alla produzione di biometano, per consentire scelte aziendali libere e non frutto dell’incertezza”.
 
Cicalese si augura che il processo normativo si concluda presto: "per dare concretezza ad una potenzialità che nel prossimo futuro può rappresentare fino al 15% del fabbisogno nazionale di gas naturale – ricorda Cicalese - negli ultimi anni in Italia le imprese hanno effettuato investimenti per 4 miliardi di euro creando oltre 1200 impianti a biogas e 12mila posti di lavoro stabili. Il lavoro fatto sino a oggi rappresenta un grande vantaggio sul fronte dei nuovi investimenti sul biometano”.

L’appuntamento a questo punto è a Bologna, per l’8 giugno, per sapere cosa ne dirà il ministro per l’Ambiente Galletti, che nell’auditorium “Enzo Biagi” della biblioteca Salaborsa, concluderà il convegno promosso da Econometrica sul tema Gas naturale e biometano, eccellenze nazionali per la sostenibilità”.