Dopo la Conferenza sul clima (Cop21) di Parigi, tutti i Paesi, compreso il nostro, hanno iniziato a comprendere il ruolo che l’efficienza energetica riveste nell’affrontare al meglio la sfida del clima. E’ grazie all’innovazione tecnologica che le imprese potranno cogliere la sfida del clima per la costruzione di un futuro sostenibile.

“La necessità di affrontare la sfida del clima porta con sé una nuova economia più innovativa, forte e gentile, basata sulle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico, sul riciclo dei materiali, sulla mobilità sostenibile. Molte cose sono dunque destinate a cambiare nella priorità della politica, nell’economia, nella società; anche in Italia. Senza dimenticare i suoi mali antichi, il nostro Paese ha nel suo dna gli elementi per affrontare in prima fila la sfida della green economy, che offre grandi opportunità per le nostre imprese, i nostri territori e le nostre comunità”, ha dichiarato Ermete Realacci in un messaggio inviato il 18 marzo 2016 a Kyoto Club, in occasione del convegno “L’Italia dopo Cop21, tra green economy ed efficienza energetica: come trasformare innovazione e buone pratiche in leve di sviluppo?”.

"Si stima un volume d’affari medio annuo di circa 5.200 milioni di euro per il settore dell’efficienza energetica in Italia. Si tratta di una filiera di eccellenza, differenziante per il nostro Paese" ha dichiarato Laura Bruni, coordinatrice del gruppo di lavoro chiamato Efficienza energetica di Kyoto Club e direttore affari istituzionali Schneider electric.
"Diffondere esperienze concrete, innovative e replicabili di efficienza energetica significa incrementare concretamente uno sviluppo economico sostenibile e la competitività italiana", ha sottolineato Bruni.

“L’efficienza energetica è il campo ideale di collaborazione tra pubblico e privato. ogni esperienza concreta e virtuosa di buona pratica deve essere facilitata e divulgata. Enea non può che sostenere l’operazione chiamata 100 buone pratiche ha dichiarato Ilaria Bertini, direttore Utee di Enea.

“La green economy non è solo la sfida che serve a combattere i cambiamenti climatici, ma anche la forma che assumerà il nostro sistema economico nel suo complesso nell’immediato futuro. Molte imprese italiane sono già pronte e stanno lavorando con passione e talento nell’innovazione competendo nella globalizzazione del terzo millennio. Attendono adesso di essere rappresentate al meglio nel nostro Paese e nel mondo”, ha affermato Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club.