Il Consiglio direttivo Fiper ha deliberato, lo scorso 3 luglio, all’unanimità la richiesta di adesione del Consorzio Monviso alla Federazione ed ha nominato vicepresidente della Federazione stessa Federica Galleano, già consigliere del Consorzio Monviso, a testimonianza del valore strategico che riveste questa unione volta alla promozione del biogas e del biometano.

Il Consorzio Monviso rappresenta 100 impianti di biogas agricolo ubicati sul territorio piemontese per una potenza complessiva di 61,77 MWe e un fatturato complessivo annuo di 144 milioni di euro a fronte di 519 mila MWh elettrici immessi in rete. (dati 2014). Si tratta di piccoli impianti di produzione di energia elettrica da biogas avviati presso aziende agricole del territorio, nell’ottica di promuovere la diversificazione produttiva ed energetica.

Obiettivo dell’accordo è unire le forze e fare sistema nell’ottica di rappresentare oltre alla filiera del bosco-legno-energia anche quella del biogas agricolo creando reddito e nuovi posti di lavoro nei territori dove hanno sede gli impianti.
Commenta a riguardo Walter Righini, presidente Fiper: “ L’adesione di Consorzio Monviso a Fiper è un segnale importante perché la Federazione sia portavoce oltre delle istanze della filiera legno-energia anche del biogas agricolo. Rappresentare esclusivamente gestori di impianti a biogas agricolo e di teleriscaldamento a biomassa congiuntamente ai produttori di biomassa legnosa, è una peculiarità che contraddistingue Fiper nel promuovere una filiera biomassa-energia locale salvaguardando gli interessi del mondo agricolo/forestale e delle aziende produttrici di energia”.

Aggiunge il presidente di Consorzio Monviso Dario Solavaggione: "Abbiamo deciso di aderire a Fiper, dopo averne valutato positivamente le peculiarità, perché riteniamo che il radicamento territoriale sia la forza trainante per rappresentare le istanze di settore ai tavoli ministeriali".
 
Fiper e Consorzio Monviso hanno subito individuato un’agenda lavori con la prima questione urgente da risolvere: il chiarimento definitivo circa la classificazione quale “sottoprodotto” del digestato, già oggetto di schema di decreto ministeriale specifico approvato in Conferenza Stato Regioni lo scorso novembre 2014 e non ancora pubblicato. Questa “vacatio legis” sta creando gravissimi problemi di gestione agli operatori piemontesi, umbri, veneti, a differenza di quelli lombardi, i quali sono costretti a gestirlo come un costo anziché essere un ricavo per il bilancio aziendale.