L’utilizzo della biomassa è sicuramente uno dei pilastri delle politiche europee per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2020.
Esistono però due alternative di trasformazione tecnologica della biomassa: il suo utilizzo puramente energetico ed il suo utilizzo come materia prima sostitutiva del petrolio per la produzione di materie plastiche, solventi, lubrificanti ed altri prodotti industriali.

In questo articolo passeremo in rassegna le tecnologie attualmente disponibili e le ricerche in corso per consentire lo sfruttamento energetico delle biomasse lignocellulosiche, ritenute le più sostenibili in quanto solitamente si tratta di prodotti di scarto, non in competizione con la produzione alimentare. La scarsa biodegradabilità della lignina, componente per il 25 ÷ 30% delle biomasse legnose, comporta che la sua trasformazione industriale sia quasi esclusivamente limitata ai processi di tipo fisico-chimico.

Si definiscono tre livelli di tecnologia di sfruttamento energetico delle biomasse lignocellulosiche, detti di prima, di seconda e di terza generazione, i quali analizzeremo nel documento scaricabile:
  • Tecnologia di prima generazione: la combustione
  • Tecnologia di seconda generazione: la pirolisi
  • Tecnologie di terza generazione: la gassificazione , il trattamento supercritico e la saccarificazione enzimatica
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L’impianto di produzione di etanolo mediante processo enzimatico di Crescentino (VC), il primo al mondo costruito con una tecnologia ibrida (pretrattamento termico-meccanico per separare la lignina, saccarificazione enzimatica e successiva fermentazione), la quale consente l’utilizzo di materie lignocellulosiche provenienti da diversi tipi di piante
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