"La produzione risicola italiana si trova già al limite geografico di coltivazione e un qualsiasi squilibrio dei parametri ambientali rischia di sbilanciare la coltivazione e la resa finale" spiega Filip Haxhari, dirigente del Dipartimento di Miglioramento Genetico dell'Ente Nazionale Risi. E lo sa bene il settore risicolo che quest'anno, tra siccità e sbalzi termici in periodo di fioritura, si è visto portare via 26mila ettari nelle zone più vocate di Lombardia e Piemonte.

 

Proprio per fronteggiare la siccità, garantendo al contempo ai risicoltori rese elevate e guadagni, è importante che la coltura sia flessibile e adattabile alle diverse zone di coltivazione con limitati input agronomici (fertilizzanti, agrofarmaci, irrigazione). Questo anche nell'ottica di poter affrontare i futuri cambiamenti climatici.

 

Partendo da questi presupposti il centro ricerche dell'Ente Nazionale Risi ha costituito una nuova varietà di riso che possiede un apparato radicale con una marcia in più.

 

Tutte queste tematiche sono state affrontate durante il primo study trip in Lomellina (Pv) tenutosi in ottobre 2022, nel centro ricerche sul riso dell'Ente Nazionale Risi, nell'ambito del Progetto Sustainable EU Rice - Don't Think Twice.

Si tratta di un programma triennale promosso da Ente Nazionale Risi (Italia), Casa do Arroz - Associação Interprofissional do Arroz (Portogallo) e il Sindacato dei Risicoltori di Francia e Filiera (Francia).   

 

Il Progetto ha lo scopo di diffondere la conoscenza sulla produzione risicola e sugli utilizzi in cucina del riso made in Europa e rafforzare la consapevolezza del valore della risicoltura in termini di sostenibilità e tutela delle risorse naturali.

 

Tale madre, tale figlio... o quasi

Nella ricerca genetica avere un'ampia disponibilità di germoplasma vivo ben conservato significa poterlo utilizzare per costituire nuove cultivar nel minor tempo possibile; ed è proprio quello che ha fatto l'Ente Nazionale Risi nel costituire questa nuova varietà.

 

L'Ente dispone di una Banca del germoplasma in cui conserva tutte le varietà di riso coltivate in Italia dall'800 ad oggi.

 

Da qui ha recuperato e studiato il germoplasma di antiche varietà di riso coltivate in passato per contrastare la Pyricularia grisea (il brusone) e le zanzare, insetti vettori della malaria.

Queste varietà erano, per le esigenze dell'epoca, già adattate ad ambienti poco irrigati e siccitosi e difatti venivano definite "risi secchi".

 

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Tra questi risi secchi il centro ricerche dell'Ente si è concentrata in particolare sulla varietà chiamata Prometeo coltivata negli anni ‘80, da cui ha selezionato e studiato, tramite tecniche di incrocio convenzionale, numerose linee figlie.

 

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L'Ente conserva 1.650 varietà di riso vive all'interno della propria Banca del germoplasma

Fonte foto: Ente Nazionale Risi

 

Una di queste linee figlie (Prm81) è molto interessante perché presenta una spiccata capacità ad adattarsi in ambienti asciutti e all'irrigazione turnata in campo, ovvero l'utilizzo di costanti irrigazioni durante la coltivazione delle piantine in risaia. Tecnica che nell'ultimo decennio ha sostituito la famosa pratica della sommersione.

 

La nuova varietà è ancora in fase di studio e sperimentazione e non è ancora iscritta al Registro varietale; pertanto, non ha ancora un nome ufficiale.

Ma perché è così promettente?

 

Un piccolo cambiamento, una grande resistenza

'Nuovo Prometeo', così potrebbe chiamarsi la nuova varietà dell'Ente. Dal colletto in su è identica alla pianta madre ma possiede un apparato radicale molto più sviluppato che quindi può crescere più in profondità nel suolo.

 

"Questo è un cambiamento enorme per il miglioramento genetico - sottolinea Haxhari - perché cambiare il sistema radicale da orizzontale a verticale è una caratteristica fondamentale per la pianta stessa".

 

Infatti, la pianta, in questo modo, può raggiungere strati del suolo che normalmente non verrebbero esplorati da altre varietà di riso con un sistema radicale di tipo orizzontale.

 

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Confronto dell'apparato radicale tra la linea Prm81 (Nuovo Prometeo) a sinistra e la vecchia varietà genitore Prometeo a destra

Fonte foto: Ente Nazionale Risi

 

"Il riso non è una pianta acquatica - precisa Haxhari - ma la capacità di poter vivere in un ambiente sommerso ha fatto in modo che possedesse nel suo background genetico delle radici molto superficiali e con portamento orizzontale".

 

Infatti, il sistema radicale di questa coltura è per un 80% a sviluppo superficiale e raggiunge una profondità di 5 centimetri mentre solamente il 20% delle radici si sviluppa fino ai 10 centimetri di profondità.

 

Le radici verticali della nuova varietà possono accedere ad acqua e ad elementi nutritivi essenziali qualora questi mancassero in superficie. Quindi questo cambiamento nella fisiologia potrebbe portare numerosi vantaggi, fra cui una diminuzione dello stress idrico, un risparmio in termini di irrigazione e un uso più sostenibile della fertilizzazione.

 

L'Ente Nazionale Risi è al lavoro per verificare tutti i dati raccolti in campo per giungere alle conclusioni definitive, ma per il momento la varietà si sta dimostrando produttiva anche con poche irrigazioni senza l'utilizzo costante di acqua.

 

"Attualmente in Italia - riporta Haxhari - la produzione risicola si stima intorno ai 60-65 quintali per ettaro".  

C'è quindi ancora molto margine per aumentare le rese produttive anche grazie alla ricerca genetica sull'adattabilità del riso agli effetti della crisi climatica.

 

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Progetto Sustainable EU Rice - Don't Think Twice