È iniziato il conto alla rovescia per Eima International 2022 e, nei giorni che ci separano dalla sua apertura il prossimo 9 novembre, ci siamo spinti nel backstage per carpire da alcuni dei protagonisti dell'organizzazione, orchestrata da FederUnacoma, cosa sta succedendo, quali le aspettative e le sorprese di questa 45esima edizione.

 

Il primo degli appuntamenti che ci accompagneranno nel mese di ottobre è con Simona Rapastella, direttrice generale FederUnacoma e coordinatrice delle attività della Federazione e di Eima.

 

Simona Rapastella promuove Eima in Italia e all'estero

Simona Rapastella promuove Eima in Italia e all'estero

(Fonte foto: FederUnacoma)

 

Eima sempre più internazionale

Come Eima può diventare ancora di più un punto di riferimento per il settore della meccanica agricola nel mondo?

"Considerando il numero di stati presenti come espositori e visitatori, già oggi Eima è l'evento di settore con il più alto livello di internazionalità. Espone tecnologie per ogni tipo di agricoltura e propone macchine adatte alle esigenze degli operatori di ogni paese.

Tuttavia la trasformazione dell'agricoltura e la riconversione di molte regioni del mondo verso produzioni più remunerative, determinano un'evoluzione nella domanda di macchinari. Nei prossimi anni Eima realizzerà, in modo sempre più efficace, focus su diverse aree geografiche rafforzando ulteriormente la presenza di imprenditori agricoli e buyer internazionali"

 

Quanto è cresciuta la partecipazione internazionale a Eima 2022 rispetto all’edizione 2021? Quante delegazioni estere saranno presenti e quali vantaggi comporta la loro presenza?

"La scorsa edizione è stata condizionata dall'emergenza sanitaria, in particolare dall'assenza di quegli stati ancora alle prese con restrizioni che scoraggiavano la trasferta all'estero. I risultati sono stati comunque molto buoni in termini di espositori come pure di visitatori.

Quest'anno non siamo ancora in condizioni ottimali perché mancheranno operatori dalla Cina, ancora a rischio Covid, ma avremo comunque numeri prossimi a quelli del 2018. Grazie anche alla collaborazione con l'ICE Agenzia, attendiamo delegazioni ufficiali da oltre 70 paesi.

La presenza di operatori esteri spinge i costruttori ad esporre a Bologna perché la domanda di meccanizzazione è in crescita nel mondo e partecipare a Eima significa agganciare i mercati più promettenti".
 

A luglio avete organizzato un road show per promuovere Eima in Africa. Quali obiettivi avete raggiunto? Perché avete scelto Etiopia, Kenya e Uganda?

"Il road show è stato molto interessante e ha un valore strategico in prospettiva perché l'Africa ha un enorme gap di meccanizzazione rispetto agli altri continenti e quindi presenta margini di sviluppo incredibili. È un mercato da seguire con attenzione e su cui investire anche per evitare che i paesi asiatici emergenti, interessati ad espandere il proprio business, possano aumentare le loro quote di mercato nel continente.

Del resto, vari stati africani mostrano dati economici promettenti e sono pronti a sviluppare partnership solide proprio nel nostro settore. L'Etiopia, il Kenya e l'Uganda, grazie anche al supporto prezioso dell'ICE e delle ambasciate, sono tra questi".

 

Un momento del road show di Eima in Africa
Un momento del road show di Eima in Africa

(Fonte foto: FederUnacoma) 


Alla luce della situazione di povertà e del land grabbing che caratterizzano molti paesi africani, quale ruolo possono giocare i costruttori italiani di macchine agricole?

"Molte regioni dell'Africa necessitano di una meccanizzazione semplice, a misura delle piccole aziende e l'industria italiana è in grado di sviluppare soluzioni adatte a queste realtà agricole. Tuttavia bisogna risolvere il grande problema dell'assistenza tecnica e della formazione del personale locale addetto a manutenzioni, riparazioni e addestramento.

Una macchina made in Italy rappresenta un investimento più oneroso rispetto a una prodotta in un paese emergente ma spesso offre maggiore durata, minore impatto ambientale e migliori requisiti di sicurezza. Occorre che i mercati africani percepiscano questa differenza in termini di qualità".

 

Avete promosso Eima anche all’Ag Summit, meeting annuale della stampa di settore negli Stati Uniti. Vi aspettate molti visitatori dal Nord America?

"I visitatori nord americani non sono mai mancati a Eima, anche per via della storica cooperazione tecnico-commerciale esistente tra Italia, Stati Uniti e Canada. Dopo la Francia e la Germania, gli Usa rappresentano il principale mercato di sbocco per le macchine prodotte nel nostro paese, soprattutto per alcune tipologie.

Tra l'altro, la crescente diffusione delle coltivazioni specializzate ad alto valore aggiunto in America sostiene l'interesse per le tecnologie all'avanguardia proposte dall'industria agromeccanica italiana. Dunque è legittimo aspettarsi un'aumentata presenza di operatori americani alla kermesse bolognese".

 

A inizio settembre si è tenuta Eima Agrimach in India. Come è andata l'edizione 2022?

"Dopo sei edizioni a New Delhi, abbiamo organizzato Eima Agrimach per la prima volta a Bangalore, riprendendo un progetto interrotto a causa dell'emergenza coronavirus. L'area espositiva ben organizzata e la città, tra le più vivaci dell'India dal punto di vista del business, hanno permesso di attirare oltre 10mila visitatori. Un risultato molto buono, soprattutto se consideriamo che la manifestazione si è tenuta in un periodo ancora caratterizzato dai monsoni e quindi non ottimale per i viaggi e le attività in campo. Dal 2023 torneremo alla tradizionale collocazione di dicembre e credo che avremo riscontri molto positivi".

 

Visitatori a Eima Agrimach 2022

Visitatori a Eima Agrimach 2022

(Fonte foto: FederUnacoma)

 

Vista l'instabilità di alcuni mercati come quelli ucraino e russo, in quali paesi puntate ad aumentare l'export di macchine agricole made in Italy?

"I nuovi assetti geopolitici stanno avendo forti ripercussioni sul settore dell'agromeccanica, visto che la guerra tra Russia e Ucraina ha avuto come prime conseguenze la riduzione della produzione agricola e il blocco del commercio di commodity.

Secondo le previsioni, la parte di produzione agricola mancante verrà realizzata in Brasile, Australia e India che probabilmente presenteranno una crescente domanda di macchinari. Esportare in questi paesi è una sfida impegnativa in termini di trasporti e logistica per i nostri costruttori, che però saranno all'altezza del compito".

 
In futuro pensate a “nuove Eima” in altri continenti?

"Intanto puntiamo a consolidare Eima come evento 'top' a livello mondiale, a confermare Agrilevante come fiera di riferimento per il bacino mediterraneo e a rafforzare Agrimach sul mercato indiano, primo al mondo per volumi di vendite.

Detto questo, alcuni paesi hanno grandi potenzialità e potrebbero accogliere favorevolmente una manifestazione dedicata alla meccanica agricola. Stiamo studiando qualche ipotesi, ad esempio per l'America Latina, ma dobbiamo considerare molti fattori, in primo luogo la stabilità economica che supporta o meno un investimento di questo genere".

 

Eima 2022 si avvicina. Cosa consiglia per visitare nel migliore dei modi la fiera?

"Innanzitutto consiglio di usufruire della biglietteria online per l'acquisto dei ticket di ingresso e prendersi tutto il tempo necessario per la visita, perché c’è davvero tanto da vedere nei vari padiglioni.

Inoltre, conviene familiarizzare con la rassegna prima dell'apertura, attraverso il sito e i social network dove sono riportate informazioni pratiche, note stampa e il calendario dei convegni. Infine, è consigliabile sfruttare, anche nei giorni della rassegna, il servizio Eima Virtual Tour che permette di viaggiare tra gli stand e individuare i marchi e i prodotti d'interesse. Eima merita di essere vissuta almeno due volte: prima in modo virtuale e poi dal vivo".

 

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