Stare tutto il giorno in campo sotto il sole caldo di giugno, senza acqua, non è facile né per noi né per le piante, che infatti richiedono interventi irrigui adeguati per garantire produzioni soddisfacenti e costanti negli anni. Ad esempio il mais necessita di apporti idrici nel periodo (cinquanta-sessanta giorni) che va dalla pre fioritura fino alla maturazione latteo cerosa, mentre la soia tollera bene lo stress idrico subito dopo la semina, ma ha bisogno di acqua nell'intervallo di tempo compreso tra la fioritura del primo palco e il completamento dell'ingrossamento dei semi.
 
Per irrigare mais e soia, ma anche le orticole in pieno campo, esistono diversi metodi. Quelli tradizionali (a scorrimento o per infiltrazione da solchi nel caso del mais) stanno gradualmente cedendo il posto a metodi più moderni, quali subirrigazione, microirrigazione e aspersione, che permettono un uso più efficiente della risorsa idrica e limitano la lisciviazione di sali e molecole solubili.
 

L'aspersione batte tutti in pieno campo

Tra i metodi moderni, l'irrigazione per aspersione gestita con pivot e rainger - sistemi ad ali articolate capaci di irrigare anche superfici di 100 ettari secondo un preciso programma irriguo - si rivela particolarmente indicata per mais e soia e, nel caso della soia, una valida alternativa all'irrigazione a goccia.
 
Sistema irriguo ad ali articolate di Irrigazione Veneta
Sistema irriguo ad ali articolate di Irrigazione Veneta
(Fonte foto: Irrigazione Veneta)

Sempre più diffusa, l'irrigazione per aspersione, oltre a simulare l'apporto di acqua della pioggia con ridotti consumi energetici, si adatta a diverse colture in pieno campo, assicura la bagnatura delle radici e non genera ruscellamento, percolamento, erosione e shock termico. Sono possibili anche interventi di fertirrigazione riducendo l'impiego di prodotti chimici, grazie all'azione di "lavaggio" delle piante che allontana gli insetti.
 

Pivot e rainger, a misura di azienda 

In Italia l'irrigazione per aspersione viene effettuata perlopiù con i cosiddetti rotoloni (sistemi semoventi ad ala avvolgibile). Tuttavia iniziano a prendere piede, soprattutto nella Pianura padana, anche pivot e rainger, più impegnativi in termini di ingombro e costo rispetto ai rotoloni, ma comunque utilizzabili in appezzamenti dai 5-6 ettari in su.
I pivot - formati da una piramide (perno centrale dell'impianto), tubi, cavi elettrici e diverse campate con motori e ruote per l'avanzamento - irrigano aree circolari sotto la guida di un pannello di controllo che può gestire la velocità di avanzamento e le singole campate. Equipaggiabili anche con una campata pieghevole collegata all'estremità e con sistemi di fertirrigazione, i pivot possono essere fissi o mobili con perno su ruote trainabile (diffusi all'estero) e circolari o settoriali (per interventi non a 360 gradi).
 
Tipologie di pivot per l'irrigazione ad aspersione
Tipologie di pivot per l'irrigazione ad aspersione
(Fonte foto: Ocmis Irrigazione)

I rainger sono simili ai pivot, ma lineari e quindi indicati soprattutto per irrigare campi quadrati o rettangolari. Alimentati da tubi o canali, possiedono una coppia di carri opposti a due ruote e un massimo di otto campate oppure due carri a quattro ruote e fino a 24 campate. Esistono anche impianti misti che eseguono movimenti sia circolari sia lineari nel campo, ma non sono utilizzabili per l'irrigazione a rateo variabile (Vri).

In generale, pivot e rainger usano irrigatori a bassa pressione (0.4-1 bar) per distribuire l'acqua in modo uniforme, migliorando la velocità d'infiltrazione e preservando la struttura del suolo. Il tutto con ridotti consumi energetici. Gli irrigatori di tipo spray wobbler applicano l'acqua in modo uniforme e continuo sulla superficie bagnata, mentre quelli a getto eseguono un'applicazione intermittente in punti diversi della superficie con maggiore intensità. Inoltre, ugelli a portata crescente permettono di garantire la stessa portata sull'intera lunghezza dei sistemi anche in fase di rotazione.

I pivot e i rainger si muovono al meglio nei campi grazie a pneumatici capaci di assicurare una buona trazione su terreni umidi ed un'ottima autopulitura. Questi modelli presentano ramponi e carcassa realizzati ad hoc, nonché mescole resistenti al passaggio continuo da asciutto e secco a bagnato e caldo, condizione di lavoro responsabile dell'accelerazione dell'invecchiamento. I pneumatici più indicati per l'irrigazione sono quelli radiali, in particolare le misure 380/85 R 24, 280/85 R 24 e 320/85 R 38.
Tra i modelli in commercio, si segnalano il radiale BKT Agrimax RI 818 (misure 280/85 R 24 e 320/85 R 38) con battistrada realizzato appositamente e il convenzionale BKT TR 117 (quattro misure) per pivot centrali. Inoltre i modelli Champion Hydro ND di Firestone equipaggiano i pivot Valley, mentre i nuovi Alliance 768 Value Plus ampliano l'offerta di Yokohama Off-Highway Tires.

Pivot personalizzabili in base alle proprie esigenze con strutture, sistemi angolari, accessori e pneumatici specifici sono i modelli Serie 8120 e 5120 di Valley - distribuiti in Italia da Agrostar - ma anche quelli di Ocmis Irrigazione ed Irrigazione Veneta. Tutti i produttori propongono anche modelli lineari e misti (denominati ippodromo) con selezione automatica della modalità lineare o a pivot.
 

Irrigazione a rateo variabile: sprechi minimi!

Pivot e rainger consentono l'implementazione dell'irrigazione a rateo variabile, che mediante la gestione sito specifica dell'acqua punta a massimizzare dal punto di vista quantitativo e qualitativo le produzioni. Sottoutilizzata negli Stati Uniti - dove è nata - e ancora poco diffusa in Italia, la Vri permette di restituire volumi idrici tarati sulla capacità di immagazzinamento del terreno nei diversi punti del campo, garantendo notevoli risparmi di acqua, energia e limitando la percolazione, responsabile del dilavamento dei nutrienti.
 
Irrigazione a rateo variabile con i rainger di Valley
Irrigazione a rateo variabile con i rainger di Valley
(Fonte foto: Agrostar)

Per applicare la Vri si segue un approccio preciso. Prima si ricavano da immagini satellitari le mappe Ndvi per caratterizzare la variabilità spaziale dell'appezzamento ed effettuare campionamenti mirati del suolo, utili alla realizzazione di mappe di granulometria. Poi si suddivide il campo in zone omogenee per caratteristiche pedologiche, topografiche e di vigore vegetativo e si installa una stazione di monitoraggio dell'umidità in ogni zona. Il bilancio idrico e il fabbisogno irriguo determinati in ogni zona, permettono di elaborare le mappe di prescrizione utilizzabili dalla centralina dei sistemi Vri.

Pivot e rainger Vri - sempre dotati di Gps - variano i volumi distribuiti in tre modi: Speed Control, Zone Control e Individual Sprinkler. Nel primo caso, modificano solo la velocità di avanzamento così da irrigare in maniera differente fino a 180 settori (ognuno con angolo di 2 gradi usando i pivot), mentre nel secondo caso, oltre a variare la velocità, aprono e chiudono per via pneumatica gli irrigatori lungo le campate, controllando in modo autonomo le sezioni e garantendo diverse pluviometrie su un numero variabile di zone.

Più evoluti, ma ancora piuttosto rari, i sistemi Vri Individual Sprinkler variano la portata dei singoli ugelli degli irrigatori massimizzando la precisione dell'intervento di irrigazione (o fertirrigazione). In generale, l'irrigazione a rateo variabile richiede l'adozione anche di sensori e modelli di simulazione avanzati.
 
Sistema ad ali articolare lineare di Ocmis Irrigazione
Sistema ad ali articolare lineare di Ocmis Irrigazione
(Fonte foto: Ocmis Irrigazione)
 

Irrigazione? No problem con le soluzioni 4.0

Gli ultimi pivot e rainger proposti sul mercato sono più precisi ma anche integrati in un sistema IoT e connessi a dispositivi esterni, in modo tale da permettere all'agricoltore di avere tutto sotto controllo anche quando non è in campo e di aumentare l'efficienza dell'irrigazione. Tramite tecnologie 4.0, l'operatore può comunicare con i sensori in campo, accendere, spegnere e regolare la velocità/pluviometria degli impianti irrigui, monitorare in tempo reale il loro funzionamento e ricevere alert che lo avvisano di anomalie o stress idrici. Il tutto da qualsiasi luogo.
 
Ad esempio, AgSense® Icon Link consente il controllo remoto real time dell'irrigazione inviando dati su flusso e pressione di pivot o rainger alla piattaforma cloud Valley 365 (accessibile anche da dispositivi mobili), mentre Valley Insights manda avvisi al cliente in caso di problemi permettendo interventi tempestivi prima che sia troppo tardi.
 

Piattaforma cloud Valley 365 proposta da Agrostar

Il sistema Digital Irrigation 4.0 di Ocmis Irrigazione permette di gestire tutti gli impianti e conoscere le condizioni in cui operano attraverso un'unica interfaccia. Pivot e rainger in campo, sensori di umidità del suolo e stazioni meteo, inviano continuamente dati ad un server dove le informazioni vengono analizzate per ottimizzare l'irrigazione. Anche Irrigazione Veneta fornisce sistemi interconnessi attraverso modem Gsm/Gprs e collegati ad un portale online per il controllo a distanza di vari parametri, nonché sistemi di raccolta dati e monitoraggio.

In futuro pivot e rainger connessi con il centro aziendale potrebbero anche essere muniti di telecamere e sensori al posto degli irrigatori per consentire il monitoraggio dello sviluppo delle colture - o delle infestanti e delle malattie - nelle stagioni in cui non sono necessari interventi irrigui.

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