Le soluzioni digitali stanno acquisendo un'importanza crescente in agricoltura e il loro impatto su sostenibilità e produttività delle operazioni è sempre più forte: basti pensare che negli anni Sessanta un agricoltore produceva cibo per circa venticinque persone, oggi può nutrire fino a 155 persone grazie alle nuove tecnologie.

La digital transformation - che offre innumerevoli vantaggi, ma pone anche alcuni problemi - è stata al centro della tavola rotonda online "Isobus, interoperability and digitalization in agriculture: the role of Aef and future trends", organizzata martedì 15 dicembre 2020 da FederUnacoma in collaborazione con Aef. L'incontro è il primo di una serie di eventi che nei prossimi mesi faranno da apripista alle iniziative congiunte delle due associazioni ad Eima International, in programma a Bologna dal 19 al 23 ottobre 2021.
 

Isobus per tutti

Fondamentale per la digitalizzazione dell'agricoltura e la connettività delle macchine è il protocollo di comunicazione Isobus, su cui Aef lavora da dodici anni. "L'associazione sta affrontando diverse sfide legate all'Isobus" dichiara il presidente Peter van der Vlugt. "Dopo il lancio della tecnologia Tim (Tractor implement management), l'attività si concentra sui test di conformità per lo sviluppo di soluzioni Plug&Play, sul miglioramento dell'Isobus Database per la promozione dell'interoperabilità e sull'organizzazione di iniziative, come il Plugfest, volte alla diffusione e condivisione delle conoscenze".

L'evoluzione delle macchine agricole comporta nuove richieste e quindi un miglioramento continuo della tecnologia. "Al momento, alcuni project team di Aef stanno cercando di capire come fornire maggiore potenza elettrica alle attrezzature, come sviluppare l'High Speed Isobus HSI per le applicazioni avanzate e - prosegue van der Vlugt - come migliorare la Wireless in-field communication Wic".
 
L'Isobus è ormai un must sui macchinari da pieno campo prodotti da grandi aziende in Europa, ma stenta a diffondersi su trattori e attrezzi per coltivazioni specializzate forniti da imprese più piccole, tra cui molte aziende italiane. "L'Isobus è una sfida che non possiamo perdere" afferma il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti. "A differenza dei costruttori Nord europei e americani che producono quasi solo macchine dotate di computer, in Italia sviluppiamo ancora poche attrezzature con elettronica, ma il mercato non aspetta".

L'introduzione di soluzioni elettroniche che aprano le porte della comunicazione tra macchine anche alle attrezzature specializzate non sarà facile e richiederà investimenti, ma è assolutamente necessaria. "Il futuro appartiene a trattrici Isobus con Universal Terminal e gli implement dovranno adeguarsi per evitare problemi" aggiunge Malavolti.
 

Costruttori, unitevi

L'incentivazione dell'adozione dell'Isobus su tutti i mezzi agricoli può seguire diverse strade. "Sarà fondamentale che l'Aef semplifichi il più possibile le procedure di sviluppo dell'Isobus e che le aziende mettano da parte lo spirito di concorrenza e inizino a collaborare per investire insieme nelle nuove tecnologie" sostiene Malavolti. "Le imprese devono essere pronte a fornire macchine 4.0 a un mercato che crescerà nel giro di pochi anni, soprattutto se ci saranno strumenti di supporto agli investimenti come il credito d'imposta".
 
Sviluppare nuove tecnologie insieme ai competitor non è così difficile, come dimostra l'esperienza del CCI (Competence Center Isobus) che ha visto Amazone, Grimme, Krone, KUHN, Lemken, Rauch e Muller Electronic (ora parte di Trimble) lavorare in squadra per sviluppare un unico terminale Isobus, utilizzabile con i software di ogni azienda. Un'esperienza italiana vede protagonisti Arag, Argo Tractors, Cobo, Comer, Salvarani, Walvoil, Frandent e Fondazione Rei (Reggio Emilia Innovazione) che hanno creato Ideagri per lo sviluppo dell'Isobus.

"L'Isobus non è così diffuso in Nord America, ma potrebbe aiutare molto gli agricoltori che lavorano campi molto estesi con diversi tipi di attrezzi" sottolinea Anita Sennet, sr. director dell'Aem (Associazione dei costruttori statunitensi). "Dunque, anche per noi è auspicabile una maggiore collaborazione nel segno dell'innovazione sia tra costruttori statunitensi sia tra Nord America ed Europa".

Oltre a fare rete, le imprese italiane possono contare sull'aiuto di Aef. "La digitalizzazione è un cammino ricco di problemi ancora da risolvere e il mercato italiano è molto diverso da quelli Nord europei" afferma Norbert Schlingmann, general manager dell'associazione. "Tuttavia, Aef sviluppa diverse attività di training, collabora con la Fondazione Rei che si occupa di certificazioni Isobus in Italia e sta cercando di supportare meglio i piccoli costruttori".
 

Sostenibilità: possibile con il digitale

Investire in macchine Isobus e connesse, ma anche in sensori, software, algoritmi di Ia, droni, piccoli mezzi capaci di limitare l'impatto sul terreno e robot, è l'unico modo per rendere l'agricoltura più sostenibile e rispettare i regolamenti Ue attuali e futuri. "La strategia Farm to fork rappresenta una grande sfida per la meccanizzazione agricola europea, che dovrà trasformarsi velocemente per raggiungere gli obiettivi di riduzione di agrofarmaci e fertilizzanti entro il 2030" precisa Malavolti.

"Anche in Nord America facciamo i conti con la necessità di ridurre l'impatto ambientale delle operazioni, ma le nuove soluzioni vengono in nostro aiutoLe nuove tecnologie permettono l'aumento della produttività e la generazione di dati preziosi come pure la riduzione di mezzi tecnici che si traduce in un notevole risparmio per gli operatori" commenta Sennet. "Inoltre, robot e dispositivi mobili potrebbero permettere di saltare alcuni passaggi in paesi dove la meccanizzazione è ancora arretrata".
 

Interoperabilità e sicurezza per un futuro migliore

L'Isobus consente di connettere mezzi con un collegamento fisico, ma la diffusione di tool di precision farming richiede il dialogo remoto tra sistemi interconnessi e la messa a punto di un linguaggio comune per la comunicazione wireless tra macchine, anche non Isobus. Il successo passa dunque dallo sviluppo della connettività e dello scambio dati tra sistemi aperti. "Per rispondere agli agricoltori con flotte miste, dobbiamo lavorare sulla standardizzazione del data exchange, sull'interoperabilità (obiettivo del progetto Ue Atlas) e sulla protezione dei dati da soggetti non autorizzati" dichiara Schlingmann.
 
"Sarà cruciale prestare attenzione alla proprietà delle informazioni e alla sicurezza del flusso di dati per evitare un loro uso improprio" conclude Malavolti. "Dovremo focalizzarci non tanto sul produrre grandi quantità di dati che poi vengono usati solo in parte, ma sul capire come usarli al meglio".
 

Tavola rotonda "Isobus, interoperability and digitalization in agriculture: the role of Aef and future trends"
(Fonte video: FederUnacoma)