Anche la salute delle macchine conta: le attrezzature che tornano in campo in primavera garantiscono ottimi risultati solo se sottoposte a cure costanti.
Se il controllo dei componenti dopo la pausa invernale e lungo l'intera stagione permette di evitare spiacevoli sorprese e lavorare nel migliore dei modi, la lubrificazione di parti mobili si rivela fondamentale per l'uso efficiente e sicuro di erpici rotanti, seminatrici e attrezzi per la fienagione.

La lubrificazione - che comprende anche l'ingrassaggio - consiste nell'applicazione di un lubrificante tra due superfici a contatto che si muovono una sull'altra per ridurne l'attrito creando uno strato di separazione che limita corrosione e usura.
Un'attenzione di cui sono particolarmente bisognosi motori, trasmissioni, impianti idraulici, perni, cuscinetti, catene e giunti cardanici.

"Gli organi da lubrificare svolgono un ruolo vitale per il funzionamento di un macchinario, poiché sono quelli che trasmettono la potenza alle parti più importanti del mezzo" afferma Sandro Battini, direttore commerciale di Kverneland Group Italia. "Per mantenere costante la performance e assicurare la lunga durata degli organi, è necessario attenersi scrupolosamente alle tempistiche e alle istruzioni riportate sui manuali d'uso delle attrezzature".
 

Mille e uno lubrificanti

Per la lubrificazione delle macchine agricole vengono utilizzati oli e grassi.
"I primi, che - oltre a ridurre l'attrito - svolgono funzioni di raffreddamento, protezione e pulizia, si usano dove è presente un carter (scatola a tenuta per il contenimento del lubrificante) in corrispondenza delle parti in movimento" spiega Andrea Bellini, autore di un blog e collaboratore di Nils.
"I grassi proteggono le superfici a contatto e si impiegano in tutti i punti di lubrificazione privi di carter, perché grazie alla loro consistenza  permangono sulle superfici su cui vengono applicati".

La loro composizione annovera infatti, oltre ai lubrificanti (oli base) e agli additivi, anche ispessenti (saponi metallici) che conferiscono consistenza e trattengono l'olio. In alcuni casi contengono anche additivi solidi (teflon, grafite, rame) che fungono da lubrificanti di sicurezza in condizioni operative estreme.

Gli oli lubrificanti possono essere rigenerati, minerali, semi sintetici, sintetici ed esteri.
Hanno un prezzo basso ma anche qualità e rendimento scarsi, gli oli rigenerati che derivano dalla rigenerazione di basi di seconda mano, mentre i minerali di prima raffinazione assicurano una discreta resa se ben additivati e - precisa Bellini - "sono i più usati (70-80% dei casi) sulle attrezzature agricole". Prodotti intermedi, i semi sintetici sono miscele di oli minerali e sintetici di qualità medio-bassa.

Vantano il rendimento più alto tra i lubrificanti gli oli sintetici "comunemente usati sui motori di trattrici e macchine semoventi dove offrono prestazioni e protezione maggiori, diventano una scelta soggettiva e funzionale alle esigenze operative per altri componenti di attrezzature" spiega Bellini. Tra questi, i PAO (Poli-Alfa-Olefine) hanno la resa maggiore.
Spesso prescritti dai costruttori, gli oli esteri sono usati per la lubrificazione a perdere delle catene sulle presse e sono biodegradabili e quindi a basso impatto ambientale.

La manutenzione dei mezzi agricoli prevede anche l'impiego di oli trasmissione e idraulici che si utilizzano rispettivamente su ingranaggi preposti al trasferimento del moto e pistoni per il sollevamento/abbassamento o ripiegamento degli attrezzi. "Nella maggior parte dei casi, le prese idrauliche pescano lo stesso olio usato dal cambio del trattore rendendo necessaria l'adozione di un lubrificante multifunzione" aggiunge Bellini.

Riguardo ai grassi lubrificanti, largamente impiegato in agricoltura è il grasso al litio con NLGI (indice della consistenza che va dal grado 000, grasso morbido, al 3, grasso duro) pari a 2, un prodotto generico. Ma, secondo Bellini, "il grasso al litio è poco costoso come pure poco performante, poiché multifunzionale. La scelta di prodotti specifici per le applicazioni agricole, ad esempio grassi a base di alluminio complesso o di calcio/litio complesso contenenti additivi solidi, riduce la frequenza degli interventi così come evita fastidiose usure o rotture di cardani e altri componenti".
 
Ingrassaggio dei perni di un caricatore
Ingrassaggio dei perni di un caricatore
(Fonte foto: Andrea Bellini)
 

Parola d'ordine: qualità

I lubrificanti possono essere generici/convenzionali o specifici/ad alto rendimento. Entrambi indicati per le stesse applicazioni, commenta Bellini, "i lubrificanti convenzionali, seppur più economici, hanno resa ed efficacia minori che ne richiedono una più frequente applicazione e, di conseguenza, un consumo più veloce"

"La spesa per i lubrificanti ad alto rendimento - superiore del 20-100% - viene ammortizzata in breve tempo. Gli intervalli di intervento sono maggiori e minori sono le quantità da applicare, la necessità di rabbocchi ed ingrassaggi, i consumi di carburante, le temperature di esercizio, le rotture e fermi macchina" prosegue Bellini. "Tutto ciò si traduce in risparmi di tempo, fatica e denaro".

I lubrificanti più diffusi sul mercato sono di tipo convenzionale, realizzati per molteplici comparti da grandi aziende, mentre sono meno affermati i prodotti ad alto rendimento, formulati per un settore specifico da imprese più piccole e specializzate come Nils e Syneco che si dedicano a oli e grassi per i mezzi pesanti usati in agricoltura e nel movimento terra.
 

Se l'ingrassaggio è automatico

Sono sempre più frequenti i sistemi di ingrassaggio centralizzati (o centraline automatiche) su macchine agricole che presentano diversi punti da lubrificare (tra queste, presse per balle rotonde e quadre, trince, botti, carri dumper). Composti da un serbatoio con pompa interna ad alimentazione elettrica e da tubi distributori, erogano in automatico il grasso a intervalli e quantità prestabilite, mantenendo le parti costantemente lubrificate. Abbastanza costosi, i sistemi funzionano solo con grassi dedicati: NLGI 00, 0, 1 o 2 (quest'ultimo usato nell'80% dei casi).

"Senza dubbio gli impianti centralizzati semplificano la vita all'agricoltore, che dovendo eseguire meno interventi manuali risparmia tempo e fatica" chiarisce Bellini. "Tuttavia, l'operatore deve ingrassare a mano le parti non raggiunte dai sistemi e controllare che non vi siano otturazioni, non rilevate dalle centraline, nei punti di ingrassaggio per scongiurare rotture".

Ingrassatori automatici sono installati su presse Kverneland, KUHN, Fendt, John Deere e Krone. Se si acquistano in after-market è opportuno sceglierli con cura, possibilmente con l'aiuto di un tecnico preparato, per evitare malfunzionamenti o danneggiamenti.
 
Centralina automatica di una pressa John Deere
Centralina automatica di una pressa John Deere
(Fonte foto: Andrea Bellini)
 

Erpici rotanti, i più... assetati

La perdita di lubrificante dalle vasche montate sugli alberi di trasmissione degli erpici rotanti, dovuta alle sollecitazioni generate dal movimento dei denti, richiede lubrificazioni frequenti che possono essere ridotte dalla scelta di prodotti specifici.
"Se una vasca svuotata non viene riempita con prodotti prescritti dai costruttori o comunque adeguati, va incontro a rotture" sostiene Bellini. "Usando grassi NLGI 00 o 000 specifici per scatole di ingranaggi con scarsa tenuta, si ottengono perdite e sollecitazioni minori, nonché una durata maggiore degli organi nella scatola".

"Kverneland consiglia l'uso di grasso al litio, come SAE 140 EP NLGI 00 DIN 51826, per la vasca sede degli ingranaggi porta denti degli erpici rotanti" comunica Battini, aggiungendo che il lubrificante va controllato ogni 250 ore di lavoro tramite le aste di livello sui tappi di ispezione. Qualora si abbia un'importante perdita causata da malfunzionamenti è necessario smontare l'attrezzo e sostituire i componenti deteriorati. In caso di lieve trafilamento da usura, si può sostituire il lubrificante. Grassi o oli con additivi al bisolfuro di molibdeno riducono la fuoriuscita.

"La manutenzione ordinaria degli erpici rotanti prevede anche l'ingrassaggio dei cuscinetti dei rulli posteriori e il controllo dei livelli dell'olio delle scatole di trasmissione ogni 100 ore di lavoro" continua Battini. "Per il rabbocco del lubrificante nelle scatole degli ingranaggi, Kverneland consiglia olio sintetico viscosità ISO VG320, resistente a temperature fino a 320 gradi, in particolare DIN 51502 PGLP".
 

Semina, e tutto fila liscio come l'olio

"A seconda della tipologia le seminatrici presentano diversi organi da lubrificare, tra cui le ruote limitatrici di profondità, i punti di snodo delle barre di semina, i cuscinetti dei rulli o dei preparatori posteriori" chiarisce Battini, che tra i modelli del Gruppo bisognosi di lubrificazione molto accurata, identifica KV U-Drill e Optima TF Profi-TF Maxi-V. Importante non tralasciare anche la cura dei perni dei bracci segnafile e delle catene di trasmissione del moto (se non sostituite da cinghie, più rare), senza dimenticare l'ingrassaggio degli elementi di semina, dei dischi segnafile e dei mozzi delle ruote.
 
Kverneland Optima V, seminatrice con vari punti da lubrificare
Kverneland Optima V, seminatrice con vari punti da lubrificare

Per pistoni e cuscinetti delle ruote sono disponibili, rispettivamente, olio idraulico e grasso al litio, "usato nella maggior parte dei casi" precisa Battini. Per le catene - molto esposte alla polvere - i prodotti ideali sono oli esteri sintetici saturi o spray con lubrificanti specifici a base di teflon. Oli e prodotti spray sono resistenti ad alte e basse temperature, performanti e non appiccicosi. "Più costosi rispetto agli oli, gli spray consentono di lubrificare con minore frequenza e maggior comodità, non attirare grandi quantità di polvere, ridurre usure e rotture" precisa Bellini.

Purtroppo, nella realtà, per economia la scelta ricade su oli motore, idraulici o vegetali da utilizzare sulle catene delle seminatrici. Ma gli oli vegetali hanno un rendimento basso, diventano collosiinutilizzabili con il passare del tempo e con l'abbassamento delle temperature. Nei casi peggiori (per fortuna rari), qualcuno applica sulle catene addirittura olio bruciato, sostituito da altri macchinari, con pessimi risultati.
 

Fienagione fa rima con lubrificazione

Anche le falciacondizionatrici e le presse amano i lubrificanti. Sulle macchine per lo sfalcio e il condizionamento del foraggio richiedono attenzione i punti di trasmissione diretta alla barra di taglio e la barra stessa. "Kverneland consiglia oli con viscosità 80W-90 SAE J-2360 o API GL-4 per queste parti delle falciacondizionatrici, in particolare per le Vicon Extra" specifica Battini. In alternativa, è possibile usare oli specifici per gli organi di trasmissione.

Sulle rotoimballatrici richiedono interventi di lubrificazione vari cuscinetti, le frizioni dei rulli e le catene di trasmissione, che possono spesso contare su sistemi automatici. "Le rotopresse a camera variabile e a camera fissa di Kverneland e Vicon sono tutte dotate di impianti di lubrificazione centralizzati per le catene" fa sapere Battini, che - anche in questo caso - suggerisce l'uso di prodotti con viscosità 80W-90 SAE J-2360 o API GL-4 per le scatole di trasmissione.
 
Catena di una pressa, una delle parti più esposte alla polvere
Catena di una pressa, una delle parti più esposte alla polvere
(Fonte foto: Andrea Bellini)
 

Cardani, grasso è bello

Gli alberi cardanici per la trasmissione del moto della pdp delle trattrici agli organi mobili delle macchine operatrici sono costituiti da giunti la cui efficienza di funzionamento dipende molto dalla lubrificazione. I giunti cardanici - notevolmente sollecitati - devono essere lubrificati con frequenza, anche se la lubrificazione è complicata dalla presenza delle protezioni antinfortunistiche e solo alcuni cardani hanno coperture con fori per l'ingrassaggio. "Conviene effettuare un controllo giornaliero, in base alle ore lavorate e alle condizioni operative" sottolinea Battini.

In genere, i giunti vengono lubrificati con grassi al litio NLGI 2, che però hanno una durata inferiore rispetto ai lubrificanti specifici e non sempre evitano le rotture delle crociere. A detta di Bellini, "senza un controllo periodico e senza l'uso di un grasso resistente, le crociere si scaldano e si spaccano causando un problema serio all'operatore che deve interrompere il lavoro in campo per sostituirle".

Prodotti ideali per mezzi agricoli e cardani - usati con molteplici attrezzature durante la stagione e in presenza di polvere e umidità, con temperature variabili e a velocità medio-alte - sono i grassi a base di saponi di alluminio e di calcio/litio, eventualmente contenenti additivi solidi. "Nils offre diversi lubrificanti specifici per il settore agricolo, tra cui Nilex, con sapone di alluminio, Atomic e Calit, entrambi con sapone di calcio/litio" conclude Bellini.

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