Le linee guida ci sono, i dati sono stati raccolti e anche l'obiettivo (10% della superficie agricola al 2021 coltivata ad agricoltura di precisione) è stato fissato.
Il gruppo di lavoro sulla precision farming ha tracciato le linee, dopo aver concluso anche la fase di raccolta di informazioni dal basso, attraverso una consultazione pubblica alla quale chiunque poteva partecipare.

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Michele Pisante, professore di Agronomia e coltivazioni erbacee presso l'Università degli studi di Teramo e coordinatore del gruppo di lavoro presso il Mipaaf ha confermato ad AgroNotizie: "Dopo la prima fase di raccolta dati abbiamo esplorato risorse e opportunità disponibili, a scala nazionale e regionale, per aumentare i supporti tecnologici e per adeguare le macchine che già operano".

Il risultato dell'analisi è chiaro: per raggiungere l'obiettivo un ruolo chiave lo giocheranno la formazione e il coinvolgimento dei contoterzisti. "Il 'Piano Industria 4.0' apre al contoterzismo" ha spiegato. "Il contoterzista ora potrà accedere a risorse per l'acquisto di tecnologia. I contoterzisti possono rappresentare veramente il salto di qualità: gestendo superfici più ampie, sono coloro che possono beneficiare di più delle tecnologie digitali dal punto di vista del rapido ritorno economico".

Analizzando poi gli stimoli arrivati da chi ha risposto alla richiesta del ministero per la raccolta di informazioni, è evidente la necessità di formazione. "Uno dei gap fondamentali da colmare è proprio la formazione. E' necessario che agronomi, periti, agrotecnici, aiutino gli agricoltori e i contoterzisti a fare il salto di qualità".

Solo l'1% del terreno agricolo al momento è lavorato ad agricoltura di precisione ma il quadro non è così sconsolato: "Molti settori come la viticoltura e come la risicoltura sono avanti" ha continuato Pisante. "Proprio attraverso l'agricoltura di precisione gli imprenditori agricoli in questi settori hanno superato difficoltà incrementando la produttività".

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