Sistema nato trent'anni fa e ormai rientrato a pieno titolo in qualità di tecnica innovativa tra le metodologie irrigue di pieno campo, la subirrigazione riduce gli ingombri in campo ed evita danni derivanti da agenti esterni.

Subirrigazione, compagna ideale della minima lavorazione
Nota anche con il nome SDI - Subsurface Drip Irrigation, consiste in una tecnica di microirrigazione con ala gocciolante interrata, ideale quale supporto alla gestione del suolo in minima lavorazione e nelle pratiche di agricoltura conservativa in genere, siano esse strip tillage o semine dirette.

Il movimento di risalita capillare consente, infatti, di rispettare la gestione della struttura del terreno operato con metodi conservativi non avendo effetto battente, come nei casi di ricorso ai rotoloni o con l'aspersione ad alto volume in genere.
La struttura del suolo, mancando il compattamento, non viene alterata ma anzi preservata con effetto, spesso, migliorativo.
Inoltre, la formazione per diffusione e capillarità di volumi bagnati bulbiformi, consente la presenza di aria nel terreno a tutto vantaggio dei microorganismi, base degli ecosistemi responsabili del miglioramento della fertilità dei suoli.

Una tecnica per tutte le colture
Oggi applicata su quasi tutte le colture irrigue siano esse seminativi, foraggere, ortive o arboree, la subirrigazione si presta in particolare con gli avvicendamenti colturali esaltando le prestazioni produttive di erba medica, mais e soia.
Con l'erba medica si hanno un maggior numero di sfalci e alta produttività già dal primo anno del medicaio. Nel mais le rese sono normalmente incrementate del 20-40 per cento con qualità della granella ottimale (assenza di micotossine) grazie alla tempestiva irrigazione localizzata agli apparati radicali che previene lo stress idrico.
 
Impianto di subirrigazione su mais

La conoscenza come base di partenza
La subirrigazione si sviluppa a partire da un'approfondita conoscenza dei fabbisogni idrici e nutrizionali delle diverse colture ma anche delle caratteristiche fisico-chimiche dei suoli.
L’obiettivo è quello della gestione ottimale dell’irrigazione, assicurando che le piante ricevano la medesima quantità di acqua e nutrienti attraverso la fertirrigazione, ovvero la distribuzione dei fertilizzanti diluiti nel flusso irriguo.
In tal modo si ottiene un banco di umidità alla profondità utile individuata, in grado di alimentare correttamente tutte le radici assorbenti attive della coltura.

Risultati adeguati con strumenti adeguati
Strumento agronomico al pari delle lavorazioni, dei trattamenti fitosanitari e della concimazione, l’irrigazione a goccia richiede, per ottenere i migliori risultati, ali gocciolanti dotate di erogatori, o gocciolatori, che forniscano tutti la medesima quantità di litri per ora.
 
Ala in subirrigazione

Netafim, grazie alla tecnologia sviluppata, mette a disposizione gocciolatori auto compensanti in grado di centrare questo obiettivo.
I gocciolatori Netafim, entro un range di pressione da 0.25 a 4.0 bar, erogano tutti la medesima portata e, grazie alla membrana interna, attuano un effetto anti suzione noto come anti sifone.
La caratteristica barriera anti intrusione evita, infine, che le radici occludano il foro del gocciolatore.

Oggi è poi disponibile il monitoraggio con sensori per il controllo delle condizioni di umidità del suolo che, totalmente automatizzata, dialoga con il tecnico o l’agricoltore, tramite un'interfaccia di immediata comprensione sul proprio computer.