"Partire entro metà anno e, nella peggiore delle ipotesi, entro l’anno è quanto riteniamo giusto si debba fare. Slittare ulteriormente con i tempi di applicazione della revisione obbligatoria delle macchine agricole, diventerebbe improponibile sotto tutti gli aspetti. Sono in gioco la rispettabilità e l'autorevolezza verso gli interlocutori interessati".

Con queste parole Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, l'associazione che riunisce i principali costruttori di macchine agricole a livello nazionale, solo pochi giorni fa, in occasione di Fieragricola 2016, affrontava la tematica riguardante l'avvio della revisione per le macchine agricole, fissato per lo scorso 31 dicembre 2015 come confermato dall'emanazione del primo decreto attuativo dello scorso 20 maggio.

Una questione definita dallo stesso Goldoni "tematica articolata e complessa per ragioni facilmente intuibili ma - ha voluto sottolineare il presidente dell'associazione, sancendolo come dato di fatto - ormai è legge". 
 
Massimo Goldoni durante la conferenza FederUnacoma a Fieragricola

Pochi giorni dopo, neanche si trattasse di una profezia, tra le molte modifiche apportate al decreto legge n. 210 del 30 dicembre 2015 o Milleproroghe, è comparsa una proroga di sei mesi del termine di emanazione del decreto ministeriale recante l'obbligo di revisione per le macchine agricole soggette a immatricolazione. 
Il testo, ora pronto per la seconda lettura di Palazzo Madama, ha ottenuto l'approvazione della Camera lo scorso 10 febbraio senza, peraltro, modifiche aggiuntive a quelle introdotte dalle Commissioni Affari Costituzionali e Finanze. 

Il provvedimento che interesserà oltre 1 milione e 600 mila mezzi e che sembrava improrogabile, così almeno avevano sostenuto i responsabili dei due ministeri direttamente interessati (il Mit, ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e il Mipaaf, ministero delle Politiche agricole), scivola al 30 giugno 2016.

Leonardo Bolis, presidente di Confai, la Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, propone a commento due ipotesi: "O si è trattato dell'ennesimo auspicio di chi riteneva di fare cassa con l’agricoltura, e le attuali condizioni di mercato lo rendono inattuabile - ha dichiarato Bolis per il quale era scontato l'arrivo di una proroga -, oppure ci si è accorti che il pacchetto della revisione, così come impostato, non assolve agli obiettivi annunciati di sicurezza sul lavoro. Cosa quest'ultima - ha chiarito -, che la Confai sostiene dall’inizio".  

"Quando parliamo di sicurezza sul lavoro e di sostenibilità legata all’innovazione, con riferimento alla meccanizzazione agricola - ha fatto eco Sandro Cappellini, coordinatore nazionale Confai - dobbiamo avere il coraggio di agire con la prospettiva di crescita per un'agricoltura sicura in rapporto alle esigenze di una popolazione mondiale in crescita.
Al contrario, purtroppo, le regole della revisione così come impostate e non ben definite, finiscono per essere inefficaci e inutili
".

L'esame al Senato del decreto Milleproroghe in sede referente da parte delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, è iniziata il 16 febbraio 2016. Sul disegno di legge approvato alla Camera, si dovranno esprimere anche le commissioni Giustizia, Difesa, Finanze, Pubblica istruzione, Lavori pubblici, Agricoltura, Industria, Lavoro, Sanità, Ambiente e Unione europea.