Si torna a parlare di "trattori stretti" e, questa volta, apre la questione la relazione tecnica consegnata dall'europarlamentare Elisabetta Gradini lo scorso 7 maggio in Commissione Ambiente.

La relazione incentrata sulla proposta di regolamento relativa alle prescrizioni in materia di limiti di emissione e di omologazione per i motori a combustione interna destinati alle macchine mobili non stradali ha toccato, anche se indirettamente, la spinosa questione dei trattori specializzati.

Il report evidenzia, tra le altre cose, come questa non sia compatibile con le caratteristiche tecniche delle trattrici compatte utilizzate per le lavorazioni nei vigneti e nei frutteti.

Tesi per altro, già ampiamente sostenuta ed espressa tanto dal Cema, il Comitato europeo che riunisce tutte le associazioni costruttori dell’Unione, quanto da FederUnacoma e Assotrattori e che ribadisce la mancanza di spazio fisico sulle trattrici per le lavorazioni specializzate, per installare i voluminosi dispositivi per il trattamento dei gas di scarico imposti dalla nuova normativa comunitaria.

Una posizione che rimane valida a meno di riprogettare le macchine, con costi insostenibili non soltanto per l’industria ma anche per gli agricoltori e i contoterzisti che dovrebbero acquistare i mezzi meccanici.

"La riprogettazione delle macchine – ha chiarito Assotrattori, l’Associazione che all’interno di FederUnacoma rappresenta i costruttori del comparto trattrici e che ha incontrato Gardini lo scorso 4 maggio a Bologna – può comportare un aumento dei costi fra il 20 e il 30 per cento.

Percentuale esorbitante che metterebbe fuori mercato le nuove macchine, con conseguenze disastrose per le nostre industrie, leader mondiali nella fabbricazione di queste tipologie di mezzi".

Il calendario delle scadenze dettate dalla normativa impone che le modifiche sulle macchine per raggiungere la Fase V debbano essere introdotte già dal 2019-2020, non tenendo conto del fatto che a ottobre 2017 i trattori stretti dovranno già adeguarsi ai requisiti delle precedente Fase IV.

Ciò che i costruttori chiedono, è la definizione di deroghe e modalità di applicazione della normativa differenziate rispetto alle disposizioni generali applicabili alla gran parte degli altri mezzi non stradali.

La richiesta di una normativa specifica per i trattori stretti vede allineati con le posizioni della relatrice Gardini non soltanto la Federazione dei costruttori italiani, ma anche i costruttori spagnoli, l’intero Cema nonché le associazioni professionali agricole europee rappresentate dal Copa-Cogeca.

Piena sintonia anche nel contestare il contenuto del documento tecnico di fattibilità per i trattori stretti richiesto dalla Commissione europea alla società britannica Trl e pubblicato lo scorso dicembre 2014, ritenuto dai costruttori del tutto inadeguato sia nel metodo di valutazione sia nelle conclusioni di merito.

L’iter di approvazione del nuovo regolamento prevede prima una discussione e poi una votazione all’interno della Commissione Envi - Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo del testo che dovrà poi approdare in plenaria.

Il calendario definito dall’europarlamentare Gardini è tale per cui il voto dell’assemblea di Strasburgo dovrebbe verificarsi nella seconda metà dell’anno in modo da poter arrivare ad un accordo finale con le altre istituzioni - Commissione e Consiglio - entro il dicembre prossimo.