La rivoluzionaria soluzione irrigua a goccia, caduto anche l'ultimo baluardo rappresentato dal riso tradizionalmente gestito in sommersione, si può oggi dire che permetta di affrontare e gestire le esigenze di tutte le colture.

Dieci anni di prove di campo condotte da Netafim in Italia su varietà nazionali di pregio e nei paesi leader nella risicoltura, consentono di affermare che la tecnica sia solida e i vantaggi numerosi nonché accompagnati da forti e virtuose implicazioni.

Ambiente, qualità e rese. I benefici della goccia 
Sotto il profilo ambientale, l'irrigazione a goccia abbatte le emissioni di gas serra in risaia che diventano irrilevanti rispetto alla tradizionale conduzione in sommersione.
Inoltre, il risparmio idrico oggettivamente enorme, nell'ordine dei 10-20 mila metri cubi per ettaro, rende disponibile l'acqua per la conduzione irrigua di molte altre aree oggi in coda alle turnazioni di distribuzione dei consorzi.

I vantaggi sulle produzioni, poi, sono importanti e riguardano la quantità con incrementi intorno al 20 per cento e la qualità del riso prodotto.
Recenti pubblicazioni, indicano la conduzione tradizionale in sommersione come possibile responsabile dell’accumulo di elementi nocivi, quali arsenico e cadmio, nel chicco di riso.
Dati sperimentali evidenziano come nell'irrigazione a goccia, la presenza di tali elementi nel chicco scenda al di sotto del valore minimo misurabile.


 
Attraverso la fertirrigazione, diventa possibile modulare i nutrienti distribuiti gradualmente con coltura in atto, senza incorrere in sprechi o dilavamenti e rispettando le esigenze, variabili, della coltura stessa nelle diverse fasi fenologiche.

La tecnica di irrigazione a goccia svincola l’azienda agricola dalla laboriosa e onerosa preparazione dei campi necessaria alla coltura in sommersione, permettendo la coltivazione del cereale nelle risaie esistenti, in suoli marginali o non preparati per la sommersione.

Goccia e diserbo
Quando il riso costituisce una monocoltura estesa, si caratterizza per una flora infestante favorita dalla rotazione riso su riso. In questi casi, il protocollo di diserbo diventa una variabile agronomica delicata.

Nelle aziende che praticano avvicendamenti funzionali con leguminose, ad esempio la soia, magari affiancati da gestioni del suolo di tipo conservativo quali lavorazioni minime o semine su sodo, i diserbi selettivi permettono di abbattere in modo consistente nel corso di pochi anni la flora infestante. Propio in questi casi, la tecnica a goccia manifesta i massimi benefici.

Tecnica di posa delle ali gocciolanti
A oggi, la tecnica più utilizzata prevede la stesura di ali gocciolanti integrali mono stagionali non autocompensanti del tipo Streamline o Python in superficie.
La posa può essere realizzata in post emergenza o, se adeguatamente rincalzata, anche in semina o post-semina per favorire la germinazione attraverso la goccia. Sono diverse le prove in Italia che hanno confermato la possibilità di gestire la germinazione con la goccia.

L’irrigazione inizia immediatamente dopo la posa in germinazione ma anche in post emergenza e prosegue sino quasi alla raccolta.
Nella campagna in corso sono diversi gli areali di applicazione nel pavese, lodigiano, fino alla vocata area del veronese.

Un’applicazione di riso irrigato a goccia è anche presente presso la Demo Farm realizzata presso il Parco tecnologico Padano di Lodi, una delle attività Netafim legate a Expo 2015.

Riferimenti bibliografici:
• Ragaglini et al. – 2014. Water saving and reduced arsenic uptake in aerobic rice (Oryza sativa L.): feasibility of drip irrigation under Mediterranean climate.
• Ragaglini et al. – 2012. Rice suitability to drip irrigation in Northern Italy.