Giunta al 41esimo appuntamento, Eima International ha regalato un'edizione record, con oltre 235 mila visitatori, 1.800 industrie costruttrici 60 delegazioni estere. 
Numeri che hanno ribadito il ruolo di grande evento assunto dalla manifestazione elevata a centro dell'informazione e della conoscenza su scala globale nella quale confluiscono a formare l'osservatorio sulla meccanizzazione, i rappresentanti dei Paesi maggiori produttori di macchine agricole riuniti in AgrievolutionCema che rappresenta le associazioni dei costruttori europei e Club of Bologna, storica istituzione di esperti in meccanica agricola provenienti da 39 Paesi.

Preludio alla straordinaria edizione 2014, il discorso tenuto da Massimo Goldoni, presidente FederUnacoma, che nella consueta conferenza stampa di apertura ha disegnato il profilo di un comparto, quello delle trattrici, dei macchinari e delle attrezzature, permeato nell'ultimo decennio, nonostante la crisi economica iniziata nel 2008-2009, da forte capacità di crescita soprattutto nei Paesi emergenti.

Sono oltre 34 milioni le trattrici operanti nel mondo: il 39 per cento è in Asia, il 36 in Europa, il 22 per cento in America e quote più modeste interessano Oceania e Africa dove troviamo l'1,5 per cento del parco macchine mondiale.
Numeri destinati a crescere soprattutto grazie allo sviluppo della richiesta di tecnologia espressa dai così detti Paesi emergenti quali India, Cina ma anche Turchia.

Come va il mondo: economia e agricoltura
Il legame meccanizzazione-sviluppo agricolo-buono stato di salute economica ha mostrato di essere solido soprattutto sui mercati indiano, cinese ma anche brasiliano, russo e sudafricano dove questo settore dell'economia sta assumendo sempre maggiore importanza strategica.
Fanno capolino dalle immediate retrovie sempre più convinti a venire allo scoperto, Indonesia, Vietnam, Filippine, Australia, Venezuela e i Paesi dell'Africa settentrionale e sub-sahariana.


 
Il 2013, anno di incremento per le vendite di trattrici in quasi tutti i principali Paesi, ha segnato un risultato globale di oltre 2 milioni di unità vendute con un 10 per cento di margine positivo sul 2012.

Contributo importante è stato portato dall'India che con tassi di crescita del Pil del 5 per cento, nel 2013 ha assorbito 620 mila trattrici confermandosi primo mercato al mondo seguita dalla Cina caratterizzata da una crescita economica del 7 per cento del Pil e un volume di 584 mila macchine vendute per una crescita del 42 per cento.

Cresce di 3 punti percentuali la Turchia con 49 mila macchine e segna un risultato positivo anche il Giappone che pur penalizzato dalle restrizioni fiscali da cui deriva un Pil in calo del 7,1 per cento con, però, prospettive di recupero, totalizza 13 mila unità e porta a casa una crescita del 30 per cento.

Incrementi più modesti hanno riguardato l'Europa comunitaria che con 138 mila macchine cresce di 2 punti percentuali e gli Stati Uniti che con un economia in pieno rilancio, totalizzano nel secondo semestre un incremento del Pil del 2,6 per cento 94 mila macchine vendute tradotte in una crescita pari all'Europa.

Previsioni, un orizzonte non troppo grigio
Sulla spinta di un'economia agricola che dovrebbe raggiungere una produzione record per il frumento pari a 718 milioni di tonnellate e a 422 milioni di tonnellate per soia, girasole e colza, i dati elaborati da Agrievolution, disegnano livelli di mercato elevati per il primo semestre 2014.

Positivo il mercato indiano con oltre 300 mila trattrici vendute, quello statunitense che totalizza oltre 47 mila trattrici vendute e quello turco che ha assorbito circa 24 mila macchine.

Poco significativa la flessione di 8 punti percentuali  in Cina in virtù di un 2013 eccezionale e dei numeri comunque elevati: 300 mila le macchine assorbite nel primo semestre 2014 con previsioni per il 2015 di stabilità.

La Russia, dopo il dato negativo, meno 10 per cento, del 2013 registra nel primo semestre 2014 una crescita del 2 per cento con 13.600 macchine vendute.

Vecchio continente vecchie dinamiche
Un discorso a parte merita l'Europa comunitaria che si sobbarca un meno 5 per cento sul primo semestre 2014 e totalizza 64 mila macchine immatricolate.


 
Inserita in un contesto economico di leggera crescita, più 1,3 per cento su base tendenziale nella media dei 28 Paesi comunitari con picchi sopra media per Regno Unito, Polonia ma anche sotto media per l'Italia, l'Europa è parte di un mercato delle macchine agricole complessivamente in crescita. 


Le previsioni sul 2015, vedono un calo di 7 punti percentuali imputabili alla flessione del mercato francese che dopo un 2013 chiuso a più 11 per cento con 39 mila macchine nei primi tre mesi del 2014 scende di 24,2 punti percentuali e a quello previsto dopo le elevate performance del 2013 della Germania che pur registrando una piccola flessione di 1,2 punti percentuali conferma nel 2014 gli alti livelli del 2013 chiuso a 32 mila macchine e del Regno Unito.

Italia, export a gonfie vele
L'Italia, all'interno di un contesto produttivo dove accanto ai tradizionali attori si affacciano nuove realtà quali IndiaCinaCoreaRussiaTurchia Brasile, conferma il ruolo di primo piano nella produzione grazie ai volumi importanti, alla gamma prodotto ampia e al livello tecnologico avanzato.

La produzione italiana stimata a fine 2014 ha un valore complessivo di 7.83 miliardi di euro, nel 2008 era 8.2 miliardi di euro, suddivisi tra trattrici in calo del 3.42 per cento circa con 2.26 miliardi in valore, parti di trattrici con 0.78 miliardi in valore e macchinari agricoli e attrezzature con 4.79 miliardi di euro in valore cui vanno aggiunte le macchine movimento terra con 2.4 miliardi di euro totali.


Volumi importanti il cui sbocco chiave è l'export verso l'Europa e in particolare la Francia che nei primi sei mesi del 2014 ha assorbito macchine per 324 milioni di euro in calo di 8 punti percentuali, in Polonia per un valore di 110 milioni di euro in calo di 7.7 punti percentualiin Germania stabile con 279 milioni di euro, Spagna in crescita del 16.6 per cento per un valore di 103 milioni di euro, Turchia che cresce del 35 per cento per un totale di 60 milioni di euro e in Ungheria dove l'aumento è del 55.7 per cento con 44 milioni di euro in valore.
Da segnalare l'incremento del 23.3 per cento dell'export negli Stati Uniti, secondo paese di riferimento per l'export italiano dopo l'Europa, dove si passa da 234 a 291 milioni di euro. Grande sbocco trovano qui attrezzature per la lavorazione del terreno, per la fienagione e parti di trattrici.

Il mercato interno frena senza segni di ripresa
Se andiamo a leggere i dati del mercato Italia ci troviamo di fronte un paradosso: alti volumi produttivi e di export ma un mercato interno al collasso.

In un tessuto industriale tanto vitale, infatti, l'Italia si sostiene sulle esportazioni in crescita del 2 per cento ma il mercato interno è passato da 33 mila trattrici assorbite nel 2004 a 16.127 trattrici immatricolate nei primi 10 mesi di quest'anno con una flessione dell'1,7 per cento sul 2013.


 
Calano, sempre nei primi 10 mesi del 2014, anche le mietitrebbie con 314 unità a dire meno 25 per cento, le trattrici con pianale di carico, meno 2,5 per cento con 810 unità e i rimorchi che segnano un meno 2,4 per cento con 8.369 unità
La stima, a fine anno, prevede 18.700 trattrici vendute sul mercato nazionale; il minimo storico da settanta anni a questa parte.

Il timore, come sottolineato da Massimo Goldoni, è quello di un progressivo 'disarmo' del sistema agricolo nazionale e di una virata verso una vera delocalizzazione con ulteriore scadimento del parco macchine nazionale composto già oggi per il 70 per cento da mezzi con più di dieci anni di vita.

"Servono strategie specifiche volte a sostenere le opportunità di reddito e al finanziamento verso le filiere a sbocco sicuro - ha chiosato Goldoni.
Il ministro Martina - undicesimo esponente del dicastero in dieci anni - si è rivelato essere un buon interlocutore nel nostro tentativo di attuare piani pluriennali e di smobilitare risorse.
I Psr mettono a disposizione 19 miliardi di euro per l'Italia; soldi spesso irraggiungibili per l'eccessiva burocrazia. In tal senso
- ha concluso - stiamo lavorando con i ministeri competenti e l'Abi per mettere a punto uno strumento che apra l'accesso al credito e consenta l'impiego dei fondi strutturali".

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