Ancora una volta ci ritroviamo a fare i conti con la superficialità di un governo che non pone l’adeguata attenzione a un comparto, come quello degli agromeccanici, che contribuisce a muovere un giro d’affari nella filiera della meccanizzazione agricola vicino ai 12 miliardi di euro. Tuttavia, le amnesie dell’esecutivo condannano le imprese agromeccaniche a una presenza a intermittenza nel sistema agricolo. È avvenuto in passato, sta avvenendo ancora oggi con il decreto legge sulla competitività, in discussione alla Camera, così come con la Pac, inviata a Bruxelles senza che comparisse un solo cenno sul contoterzismo, nonostante le promesse di attenzione del ministero delle Politiche agricole”.

Manifesta tutta la propria delusione Leonardo Bolis, presidente di Confai, la Confederazione degli agromeccanici e agricoltori italiani, perché “finora l’unica attenzione verso il comparto ha riguardato la possibilità per le organizzazioni sindacali di riferimento di attivare le procedure di collegamento telematico nelle operazioni di immatricolazione e gestione delle situazioni giuridiche inerenti la proprietà delle macchine”.

Né può bastare, prosegue Bolis, “la ventilata esenzione concessa ai soggetti che da almeno due anni possiedono una delle patenti previste dall’articolo 124 del decreto legislativo 285/1992, per l’utilizzo delle macchine agricole”. Anche le sbandierate agevolazioni per l’assunzione di giovani nelle imprese, dichiara Confai, “sono concesse solamente alle imprese agricole, come se non fossero quelle agromeccaniche, oggi, che grazie alla tecnologia a disposizione creano nuove opportunità di lavoro”.

Una visione, secondo Bolis, “totalmente miope e coi paraocchi, impostata su schemi obsoleti e che rafforza la convinzione, espressa già da molti, che la cinghia di collegamento fra il ministro Martina, del quale conosciamo l’onestà intellettuale, e gli uffici di via XX settembre, non giri affatto”. La situazione di stallo generatasi a livello nazionale, fa notare infine Confai, vanifica gli sforzi delle amministrazioni regionali virtuose, quale quella lombarda, dove l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava sta ancora attendendo un input dal ministero per poter notificare a Bruxelles misure che fungano da incentivo anche per il comparto agromeccanico.