L'immigrazione non è un'emergenza. Bisogna arrendersi all'evidenza: nei prossimi decenni sarà la normalità. Da una parte vediamo una pressione continua sulle frontiere da parte di milioni di persone, dall'altra un inverno demografico che non ha precedenti - nel nostro Paese come in tanti altri.

 

Le Nazioni Unite stimano che solo le persone che hanno diritto di richiedere asilo nel mondo sono 90 milioni. A questi dobbiamo aggiungere i migranti economici, che nei prossimi decenni comprenderanno presumibilmente anche gli emigranti per motivi climatici (216 milioni al 2050 - dati Unhcr).

Certo è che la piccola Europa, per ricca e vecchia che sia, non sarà in grado di ospitare tutti.

 

Però ci possiamo organizzare. Organizzarci per soddisfare la domanda di personale che viene da tanti settori, in primis dall'agricoltura. Secondo le proiezioni di Eurostat l'Italia perderà al 2040 6 milioni di lavoratori per invecchiamento - lavoratori che bisognerà in qualche maniera sostituire. A prescindere dall'impiego di nuove tecnologie molto personale dovrà provenire dall'estero. Il decreto flussi prevede per l'anno in corso un sostanziale aumento rispetto al 2022 - per i lavoratori stagionali il nuovo decreto prevede 44mila presenze di cui 1.500 con nullaosta stagionale pluriennale.

 

Certamente farraginosa è la norma che prevede che il datore di lavoro debba verificare la indisponibilità di lavoratori presenti sul territorio nazionale prima di assumere lavoratori da paesi extra Ue. I tempi dell'agricoltura richiedono che queste procedure siano svolte molto velocemente: il previsto coinvolgimento delle Organizzazioni Professionali Agricole potrà aiutare.

 

Al di là della situazione congiunturale è però necessario organizzarsi anche in maniera strutturale - anche per evitare tragedie come quella verificatesi qualche giorno fa sulle coste calabresi (ahimè, una delle tante). Per chi ha diritto di asilo, per esempio, non esistono vie legali per arrivare alle frontiere europee.

Per capirci: se sei un profugo e scappi da un paese in guerra di certo è difficile che passi all'ambasciata a chiedere un regolare visto - e allora ti affidi a un simpatico scafista.

 

Gli ingressi irregolari nell'Ue lo scorso anno sono stati 330mila (dati Frontex) di cui la maggior parte (si sappia) non dal Mediterraneo ma via terra, dai Balcani. L'Unione Europea deve smetterla di considerare l'immigrazione un'emergenza, magari mettendola in capo ai singoli paesi. Si deve rispondere ai problemi (quello della immigrazione e quella della carenza di manodopera) con precisi programmi a medio e lungo termine. Una visione sincera e pragmatica del problema può aiutare a trovare la migliore soluzione (e ad evitare tragedie).