Dicono che vi sia la crisi, la guerra ci angustia: ma non per tutti è così. O perlomeno nel mondo ci deve essere ancora tanta gente che ha voglia di far festa, se è vero che le esportazioni di champagne nel 2022 hanno sbriciolato ogni precedente record.

 

La Francia ha infatti aumentato le esportazioni del suo più famoso vino del 4,3% arrivando a 187,5 milioni di bottiglie, con prezzo medio di 32 euro ognuna (dati Comitè Champagne). Se il mondo ride inebriato dalle bollicine, l'Italia certo non piange. Pare che solo nei primi 6 mesi del 2022 le importazioni di champagne fossero superiori del 65% rispetto all'anno precedente (fonte: Panbianco News).

 

Diciamo tutto questo perché c'è un dato nel commercio mondiale che non cessa di sorprenderci e che è fondamentale per il nostro Paese, ovvero per le sue politiche commerciali: il lusso cresce e cresce incessantemente.

 

Nel caso del vino abbiamo visto che nel corso del 2022 le esportazioni di vini italiani fermi di fascia premium e super-premium price, vini da vendere fra i 6 e i 25 euro/dollari la bottiglia, hanno superato quelle dei vini più popolari. I vini premium e super premium occupano oggi una quota di mercato per i vini fermi del 52% per un controvalore di 2,5 miliari di euro (dati Uiv, Unione Italiana Vini).

Per i vini di maggior valore (sopra i 9 euro bottiglia franco cantina) l'Italia ha visto quadruplicare le vendite in poco più di 10 anni, segno che il settore vitivinicolo italiano è in via di fortissima qualificazione e che questa è assai apprezzata su tutti i mercati esteri. Un'indicazione valida e da assumere per tutto il settore agroalimentare nazionale: Italia vuol dire qualità.